Domenica prossima sono stato invitato ad intervenire come Sport Coach al convegno dell’Associazione Italiana Tecnici Pallanuoto a Recco.
Questa è la terza volta che Franco Falcone, l’attuale presidente dell’associazione, mi chiede di presenziare come relatore e la sua attenzione quest’anno è stata attirata dall’ottimo articolo di Silvia “Mental Coaching e gesto tecnico: come fai a dire che non lo sai più fare?”.
Credo che l’argomento sia effettivamente molto interessante, e Franco vorrebbe che dicessi la mia su quali sono le possibili cause che possono portare un atleta a “dimenticare” come eseguire un certo gesto tecnico e soprattutto “cosa fare” per consentirgli di padroneggiarlo nuovamente.
Ho deciso perciò di scrivere in questo articolo una breve sintesi di quello che probabilmente sarà una parte del mio intervento, senza avere la pretesa di esaurire l’argomento, ma con l’obiettivo di darti alcuni spunti di riflessione se ti trovi in una situazione del genere.
Molto spesso quando lavoro con dei golfisti mi sento dire “Ho perso il mio swing”, che è un’espressione che a me fa sempre un po’ sorridere perché mi verrebbe da rispondere “Ti ricordi dove lo hai perso? Così ti posso dare una mano a cercarlo!”, e qualche volta devo ammettere che l’ho fatto J. A parte la battuta, credo che in questa frase ci sia tanto del nostro lavoro in questo ambito: avere la capacità di aiutare gli atleti a ripristinare le loro performance di eccellenza durante i momenti di “appannamento”, che nel corso di una stagione possono sempre capitare.
Ciò che riscontro quando succede una cosa del genere è che qualche cosa è cambiato, spesso l’atleta non è sempre consapevole di cosa nello specifico, ma qualche cosa si è modificato rispetto a prima e i risultati sono perciò differenti; ecco perché il “Ti ricordi dove lo hai perso?” non è poi una semplice battuta…
Cosa succede quando smarrisci o non sai più dove hai messo un oggetto? Quell’oggetto rimane tuo, semplicemente non riesci a richiamare alla memoria dov’è, dove lo hai appoggiato; è sempre lì, ma non ricordi dove, per poterlo ancora utilizzare e servirtene.
Quando capita questo, in genere è perché hai variato o fatto qualche cosa di diverso, magari semplicemente hai cambiato il posto dove lo abbiamo messo, e quindi non riesci più a recuperare dove sia. Cosa fai allora per ritrovarlo? Cerchi di ricordare le ultime cose che hai fatto, ripercorri gli ultimi spostamenti, vai negli ultimi posti dove sei stato, per rimetterti nelle condizioni originarie di quando avevi ancora l’oggetto con te, in modo da poterlo facilmente ritrovare e, se lo fai bene, funziona!
Proseguendo nella metafora è anche estremamente interessante il consiglio che spesso si dà alle persone per evitare di smarrire o non ricordare più dove appoggiano le cose, e cioè “Mettile sempre nello stesso posto!”. Nell’ambito dello Sport Coaching questo significa anche “Crea una routine!”… ma questa è un’altra storia di cui probabilmente mi occuperò in uno dei prossimi articoli.
Torniamo a noi e alla domanda di Franco. Quali sono allora le possibili cause dello “smarrimento” del gesto tecnico e come poterlo “ritrovare”?
Non credo che ci sia una sola possibile causa, probabilmente spesso è un’insieme di cose, ma ti voglio dare qui un primo possibile spunto:
Gestione dello Stato d’Animo
Sono convinto che una corretta gestione dello stato d’animo sia una di quelle tematiche che un’atleta (ma anche un tecnico) abbia la necessità di padroneggiare a prescindere; rimanendo però sull’argomento del nostro articolo penso che uno dei motivi per cui diventiamo “incapaci” di ripetere quello che eravamo abilissimi a fare fino a poco tempo prima sia una disfunzionale capacità di gestire le proprie emozioni.
Una delle cose che genera l’“incapacità appresa” è il fatto di essere in preda a preoccupazione, paura, ansia, stress, panico, tensione, agitazione, deconcentrazione e simili quando esegui la tua performance. E in balia di queste sensazioni quale pensi che sia il risultato che ottieni? Esatto! Sicuramente non proprio eccellente.
In questo modo si genera un circolo vizioso per cui risultati poco gratificanti generano stati d’animo poco utili, che a loro volta generano altri risultati scadenti e così via in un meccanismo perverso che si autoalimenta.
E più questo meccanismo si radica più sviluppiamo la nostra inabilità a ripetere risultati di successo, fino a che crediamo di non essere più capaci di fare una certa cosa.
A questo punto penso tu abbia una prima chiave di lettura, qual è la tua capacità di gestire e utilizzare al meglio i tuoi stati d’animo e le tue emozioni? Come fai a fare in modo che lavorino per te invece che contro di te? Perché è esattamente questo il punto: come una pessima gestione dello stato può essere un tuo acerrimo nemico, così un’ottima capacità di gestirlo può diventare il tuo alleato più potente!
Rifletti su questo, con ogni probabilità quando il gesto che pensi di aver disimparato ti veniva alla perfezione avevi uno stato d’animo diverso da quello attuale, e quindi un primo suggerimento per te è quello di andare a riprendere quelle sensazioni che ti appartengono, ma che semplicemente pensi di avere smarrito.
Sono convinto che aiutare gli atleti nello sviluppare un’efficace gestione dello stato d’animo sia una delle parti più importanti del lavoro di uno Sport Coach ed è anche per questo motivo che insieme agli altri ragazzi del Team stiamo lavorando per farti una sorpresa su questo argomento! Rimani collegato!
Ci vediamo alla prossima e scrivimi sulla rubrica se hai bisogno di approfondimenti, sarò felice di risponderti!
Di Pasquale Acampora