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Ho (ri)letto I Promessi Sposi: ecco le mie chiavi di lettura

Creato il 22 marzo 2013 da Pulfabio
Ho (ri)letto I Promessi Sposi: ecco le mie chiavi di letturaHo riletto di recente I Promessi sposi. Anzi, direi che l'ho letto per la prima volta, visto che al liceo avevo seguito la vicenda attraverso i riassunti della leggendaria Casa editrice Bignami, con l'unico obiettivo di non fare una figura meschina alle interrogazioni, senza alcun interesse letterario. L'ho letto in versione e-book tra l'altro, e spero che l'Alessando  (con l'articolo, alla milanese) non si rivolti nella tomba. 
Tra i vari motivi che mi hanno spinto a farlo c'era una curiosità: dopo tanti anni c'è ancora qualcosa di attuale in questa storia? O la leggiamo soltanto per tradizione, per costrizione, perché i programmi scolastici sono dei muri spessi, difficili da abbattere e ricostruire, o anche solo da restaurare?

Ricordo che Manzoni veniva spesso elogiato per le poetiche descrizioni dei paesaggi e per l'ideazione di personaggi elaborati, rappresentativi, intriganti. Onestamente non sono d'accordo. Mi spiego, tutto ciò è sicuramente vero. Per un lettore del diciannovesimo secolo però. Ma ora? Dopo aver letto Tolstoy, Faulkner, Flaubert, Updike, Pirandello, Greene, Roth, Eco? Mah, i personaggi e i paesaggi di Manzoni non vengono fuori troppo bene dal confronto. Provate ad analizzare il profilo di Herzog, il protagonista dell'omonimo romanzo di Saul Bellow o il modo in cui McCarthy dipinge con le parole i tramonti al confine tra Messico e USA. Poi tornate a quel ramo del lago di Como o alle macchiette stereotipate di Azzeccagarbugli, Don Abbondio, Agnese o Perpetua e tirate le somme. In realtà mica è colpa del buon Alessandro: il confronto non è nemmeno corretto farlo. Sarebbe come paragonare i tempi degli atleti di due epoche diverse, o le tecniche chitarristiche o le velocità dei sistemi di trasporto. La letteratura si evolve, così come la società e la tecnologia. E a un lettore del ventunesimo secolo tenderà a piacere di più quel che è stato scritto in tempi a lui più vicini.


Significa forse che non mi è piaciuto? Neanche per sogno! E che non c'è nulla in questo romanzo da salvare nel ventunesimo secolo? Nemmeno questo è vero: tra le varie sfaccettature del talento di Manzoni ce n'è infatti una che io trovo estremamente attuale. Mi riferisco alla sua capacità di captare, analizzare e riproporre le dinamiche delle masse, i loro comportamenti, le loro fobie, le loro reazioni, che sono sì inconsulte, ma anche sincronizzate. Facciamo alcuni esempi.

1) Le manifestazioni di S. Martino contro l'aumento dei prezzi del pane, con i vari gruppi di facinorosi e paceri, sinceri e opportunisti. C'è chi utilizza il caos per dar libero sfogo alla violenza, chi invece è inorridito dalla piega che prendono gli eventi. C'è chi davvero urla per chiedere giustizia e chi invece è solo interessato a depredare forni o spaccare qualche muso.

2) Lucia è appena tornata al paesino dopo la prigionia presso il castello dell'Innominato. Ora che è in salvo tutti festeggiano, si congratulano e si offrono di aiutarla. Quando invece era in pericolo nessuno si era fatto vivo per darle una mano o anche solo per mostrarle la propria solidarietà.
3) Durante la carestia tutti se ne stanno tranquilli, non ci sono proteste contro le autorità, rivolte e sommosse. Mentre a S. Martino per questioni meno serie, legate al prezzo di mercato del pane, la città era in subbuglio.
4) Sebbene i segnali e i sintomi siano chiari e gli esperti abbiano dato l'allarme da un pezzo la gente non crede che ci sia un'epidemia di peste.
5) Quando l'epidemia è in stato avanzato si fa strada la teoria cospiratoria degli untori. Ci cascano tutti, anche i cittadini più colti. Chi si dimostra scettico viene emarginato o addirittura minacciato e aggredito.
6) "L'insistere e imperversare del disastro aveva inselvatichiti gli animi e fatto dimenticare ogni cura di pietà, ogni riguardo sociale." La comunità cittadina si era tramutata insomma in un branco di bestie selvatiche. Bastano quindi poche settimane di difficoltà per demolire un sistema sociale costruito nell'arco di secoli.

Non vi ricorda qualcosa? Vediamo, mi vengono in mente degli esempi attuali per alcuni dei punti elencati, agli altri pensateci voi:

1) Manifestazioni No global e studentesche in genere.

2) Guerre civili in Ruanda, Bosnia, Siria...
3) Gente che si scalda quando prende le difese di un calciatore o di un personaggio dello spettacolo per poi subire ingiustizie e prevaricazioni sulla propria persona senza fare troppo rumore.
4) Le crisi economico/finanziarie.
5) La teoria del complotto dell'11 settembre o la maggior parte delle teorie cospiratorie in genere.
6) Vedi punto 2). Questo tra l'altro è il tema principale de "Il signore delle mosche", scritto un secolo e mezzo più tardi, romanzo che valse il Nobel a William Golding.

Non so se la situazione sia cambiata da quando frequentavo il liceo, ma temo che parallelismi del genere non vengano tracciati spesso, se non da qualche insegnante particolarmente proattivo.

Spunti per rendere interessante la lettura dei Promessi Sposi ce ne sarebbero vari quindi. E se a qualcuno al ministero competente interessa davvero che gli studenti non ronfino durante le lezioni (o leggano il riassunto del Bignami) sarebbe meglio che si adoperasse per introdurre chiavi di lettura più attuali. Altrimenti che si decidessero a rimuovere la materia e buonanotte. Sicuramente qualche lezioncina di educazione civica, scienze politiche di base o inglese in più non guasterebbe di certo.

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