Ho sbagliato… e adesso? Il mental training per la gestione dell’errore in gara

Creato il 13 dicembre 2010 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Ti sei preparato quotidianamente per questa gara. Ti sei allenato, hai sudato, hai fatto delle rinunce, perché questo sport è la tua passione. Vuoi dare tutto, dimostrare a te stesso che ce la puoi fare. Vuoi dare ed anche ricevere tutto: vuoi vincere.

All’inizio sei perfetto: lucido, freddo, pronto, la tua prestazione impeccabile.

Poi arriva un imprevisto.

Le emozioni si accavallano, l’adrenalina si mescola a sentimenti di frustrazione, rabbia, sconforto. Cominci a chiederti perché, fino ad un secondo prima andava tutto perfettamente, adesso è tutto da rifare… da qui inizia un circolo vizioso che ti fa accumulare errori su errori e l’umore va sotto i tacchi, la tua certezza comincia a vacillare...

Ti è mai capitato di vivere una situazione simile a questa?

Dovunque ci sia una prestazione, c’è anche l’idea della performance perfetta.

Sarebbe bello poter fare tutto alla perfezione ed è su questo che si basa ogni allenamento, anche l’allenamento mentale: tutti i grandi campioni tendono alla perfezione e qualche mostro sacro ci riesce molto spesso, o perlomeno, molto più spesso degli altri.

La realtà è questa, ci si può riuscire “molto spesso” ma non “sempre”. Se accadesse sempre ci chiameremmo “robot”, non “esseri umani” e non sarebbe poi così divertente e sfidante riuscire a vincere!

Ti ricorderai sicuramente di un famosissimo spot che circolava qualche tempo fa su Michael Jordan che dice: “ho sbagliato più di 9000 tiri nella mia carriera, ho perso quasi 300 partite, 26 volte mi è stato affidato il tiro decisivo per la partita e l’ho fallito. Ho sbagliato moltissime volte nella mia vita, ed è per questo che ho successo”.

I numeri che fornisce Jordan fanno riflettere.

Semplicemente perché nel mondo dello sport si ricordano (giustamente) solo le grandi imprese, questo non significa che le difficoltà per i campioni non esistano.

Quando siamo impegnati a fare qualcosa è normale che tante cose ci riescano bene ed alcune cose meno bene, ma se ci pensi è grazie allo sbaglio che una persona può capire dove e come migliorare.

Lo so, è una frase fatta ma è vera e fondamentale: il campione sa sempre come rialzarsi dopo una caduta e lo fa con stile, coraggio, integrità, come se niente fosse accaduto. Noi mental coach lo sappiamo bene, perché lo riscontriamo sempre studiando le persone che nella vita hanno ottenuto risultati eccellenti.

Il segreto non è evitare l’errore, il segreto è imparare da esso (se c’è qualcosa da imparare) e lasciarselo alle spalle. Il segreto è dare il massimo in gara e se capita l’errore saperlo gestire perché dare il meglio significa anche (e soprattutto) questo.

A questo proposito voglio prendere ad esempio una disciplina che è strettamente legata a questo concetto: il pattinaggio artistico su ghiaccio. Come sai, la vittoria degli atleti pattinatori dipende dalla valutazione di una giuria. Il minimo errore costa all’atleta delle penalità, che alla fine della performance influiscono sul risultato.

In questo campo molto più che in altri la ricerca della perfezione è portata all’esasperazione, come nella danza, nella ginnastica artistica ecc.

Se osservi le gare di questa disciplina puoi notare che spesso si cade, anche in gare di altissimo livello. Quello che mi piace un sacco è che l’atleta è abituato a rialzarsi immediatamente e continua senza battere ciglio. Quando un pattinatore cade, deve essere in grado di riprendere il filo in una frazione di secondo per completare la sua performance a tempo con la musica e per portare a termine le altre figure in programma. Non può permettersi di perdere tempo a rimuginare sull’errore. In questo caso il tipo di sport costringe l’atleta ad assumere un determinato comportamento nei confronti dello sbaglio ed il pattinatore che subisce l’errore senza reagire paga sempre molto cara la sua frustrazione, molto più che in altri sport in cui c’è tutto il tempo per recuperare.

Osserva attentamente il video di Evan Lysacek durante gli US Championship 2010 in cui si è meritato il secondo posto. E’ la dimostrazione che, anche in questo sport in cui il minimo errore ti penalizza, pur cadendo si può vincere una medaglia (se conosci un po’ questo sport sai che di esempi di questo tipo ce ne sono molti).

Se Lysacek avesse considerato la caduta con frustrazione, probabilmente la sua performance sarebbe stata molto diversa.

Invece lui ha considerato l’errore “parte del gioco”, parte di quello che stava facendo, niente di più e niente di meno. Gestendo così le cose, la caduta non gli ha impedito di salire sul podio.

Non a caso qualche mese più tardi si è conquistato la medaglia d’oro alle olimpiadi di Vancouver, nonostante anche qui sia caduto (nel long program), vincendo sull’inarrivabile Plushenko.

Rifletti su questo, perché ora da brava mental coach ti ricordo qualcosa che nella mente di Lysacek, Plushenko e di altri grandi campioni di tutti gli sport è una profonda verità:

non esistono fallimenti, esistono solo risultati!

Si può trattare di risultati diversi da quelli che ti aspettavi, ma pur sempre dei risultati sono.

Comincia a considerare l’errore come qualcosa che fa parte del gioco, anziché demonizzarlo e temerlo, semplicemente considera che potrebbe manifestarsi e sii pronto a quest’evenienza.

Smetti di concentrarti sul “non sbagliare”… concentrati sul fare bene la tua gara, sul dare il meglio di te stesso, sull’assaporare quello che stai facendo: è il tuo sport, la tua grande passione e se è capitato un errore pazienza, è semplicemente successo!

Un atleta con cui ho lavorato in coaching un giorno mi ha detto: “devo imparare a convivere con l’errore”.

Credo che pensare di convivere con l’errore sia una decisione poco utile da prendere, è come avere sempre in giro per casa una persona che non sopporti! Se decidi di convivere con qualcuno, ti porti a casa una persona piacevole, allegra, che sta bene con te! L’errore puoi considerarlo più come qualcuno che si presenta a casa tua senza preavviso… forse non è simpatico ma dopo che hai richiuso la porta di casa puoi scordartene e continuare a vivere felice!

Decidi di convivere con il gioco migliore che sai di poter fare e considera l’errore come un ospite imprevisto, che puoi subito congedare. Magari quest’ospite è arrivato per farti osservare il tuo gioco da un punto di vista diverso, per darti uno spunto di miglioramento, ma è pur sempre un ospite e come arriva se n’è anche già andato!

Jordan, Lisacek, Plushenko sono oggi dei vincenti da far paura, ma non ci sarebbero mai arrivati se non avessero col tempo imparato a gestirsi quando capitavano risultati diversi da quelli che si aspettavano.

Non è una loro prerogativa, troppo facile pensare “eh ma loro sono dei fuoriclasse ed io no…” quest’abilità si impara con l’ allenamento, non solo fisico ma anche mentale e di atteggiamento.

Questi grandi campioni hanno sicuramente doti innate, ma quello che soprattutto hanno è la capacità di programmarsi a vincere e questo non è solo talento, è duro lavoro, è quotidiano training mentale, fisico, atletico, tecnico e tattico.

Sarai felice di sapere che molto presto noi del team di Ekis Sport ti faremo una speciale sorpresa, proprio per aiutarti ad allenare la gestione del tuo stato d’animo!

Prenditi la responsabilità dei tuoi risultati, qualsiasi essi siano. Se non lo farai, saranno loro a dominare te ed il tuo gioco.

Di Silvia Pasqualetti


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