Magazine Cultura

Ho sceso dandoti il braccio – E. Montale

Da Clindi

occhi-chiusiParole commoventi per descrivere un’immagine di amore forte e indelebile. Montale racconta un ricordo di una situazione quotidiana e ripetuta, in compagnia della moglie che soffriva di gravi problemi alla vista. La forte anafora delle due strofe sottolinea appunto la consuetudine, la ripetitività e l’affetto che circonda un’azione narrata con tenerezza e nostalgia da parte del poeta, rimasto ormai solo nel suo rimpianto di aver interrotto un viaggio con una dura rottura che ha causato un cambio di prospettiva nell’uomo abbandonato. La poesia appartiene alla raccolta “Satura”, edita nel 1971 e che comprende poesie scritte nell’arco di tempo che va dal 1956 a tutti gli anni sessanta, ispirate nella maggior parte dei casi dal ricordo della moglie Drusilla Tanzi, punto quasi centrale nella sezione ”Xenia”. Centrale, oltre all’elemento nostalgico, è il tema del viaggio, visto come cammino della vita che ognuno di noi si trova ad intraprendere, talvolta ricevendo talvolta donando un supporto in virtù di un amore irripetibile. Montale lascia intendere, in modo molto chiaro, il contrasto tra il supporto fisico dato da lui alla moglie, e il tipo di supporto, mentale o affettivo donatogli dalla moglie, la quale ha permesso al poeta di vedere la realtà e il mondo non solo con gli occhi. L’importanza quindi di percepire sensorialmente e emotivamente ogni quotidiano gesto, anche con notevoli difetti visivi, è centrale in tutta la poesia, in quanto tali percezioni, tutt’altro che visive, svelano verità ed immagini nascoste e trasparenti che, solo con la sensibilità di chi non può vedere ma solo immaginare, possono essere riconosciute e ammirate.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines