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Ho visto cose che voi umani...

Creato il 25 novembre 2011 da Tibisay
Ho visto cose che voi umani...Queste settimane sono state piuttosto... come dire... ci vorrebbe un francesismo... beh, diciamo cazzute e non se ne parli più.
Ma come, milady, mi scade nel triviale? Ebbene, sono dell'opinione che "quanno ce vo' ce vo'". Ollà.
Il fatto è che, con l'autunno puntuali come la caduta delle foglie, i professori delle medie si destano dal lungo sonno estivo e decidono di organizzare i colloqui pomeridiani collettivi. "Ma perchè mai ci dovrei andare? Io vado la mattina, tanto meglio, non ci sarà nessuno, mi organizzo, ci parlo meglio ed anche i prof non saranno così stressati". Ah - ha, certo, come no, questa era l'idea. Il problema è che 2 (dico 2!) professori non hanno messo il ricevimento la mattina. E quindi? Morale della favola: il martedì c'era una lista di 26 persone e il mercoledì le persone erano ben 45. Tutte davanti a me, naturale.
Secondo voi, potevo demordere? Potevo gettare la spugna? Potevo forse lasciare il destino del mio tenero pargolo alla mercè di qualche sconosciuto? Mi conoscete, non sono una che si fa intimidire dalle sfide: ho schiavizzato MamminaCara per due pomeriggi e due cene (si, vorrei proprio lo spezzatino con i piselli e magari un dolcetto, grazie), mi sono armata di lavoretto portatile e sono andata all'odiato edificio.
Ho sempre pensato che, quando Dante descriveva i gironi infernali doveva aver mangiato un po' troppo pane senza sale e questo gli doveva aver causato meteorismo, insonnia ed incubi: da questa esperienza notturna la ferale ed apprezzata descrizione. Ebbene, dopo i giorni passati, ora sono convinta che il pane senza sale al bravo Dante ha causato precognizioni e visioni del futuro e queste riguardavano proprio i ricevimenti pomeridiani dei professori. Poi lui non le ha capite e le ha un po' cambiate, ma ora io ho riconosciuto la fonte della sua ispirazione, ora io SO, ho visto la luce.
Intanto c'è da dire che (povere le nostre scuole) non c'era nemmeno una sedia posta all'esterno dell'aula dove un genitore provato dall'esperienza potesse rinfrancare le proprie stanche membra. E due ore in piedi non sono uno scherzo per una signora non più giovane come me, anche se avevo le scarpe basse.
Già sulle scale i genitori ruggivano perchè un malcapitato aveva osato mettere la manina sul LORO passamano, immaginatevi cos'era l'ingresso nelle aule. Se osavi sbirciare dentro per vedere se il povero professore fosse già arrivato, scattava l'artiglio e il monito "guardichec'èlalista, chenumeroèLei?" IlMarito, arrivato in ritardo a colloquio già iniziato, ha dovuto esibire la carta d'identità per entrare, i genitori - gendarmi a guardia dell'ingresso non bastava il giuramento firmato con il sangue che "sono il marito!!!".
La fauna che stazionava fuori dalla suddetta porta era quanto di più variegato; si, come un gelato, ma non altrettanto buono. Papà bassotti ed in carne con camicie bianche aderenti, sciarponi avvolti attorno al collo (deciditi, hai freddo O NO???) e finti Rolex dalle dimensioni di un piattino da caffè; mamme dalle forme abbondanti e procaci strizzate in maglioni due taglie più piccole, leggins e scarpe leopardate tacco 12 che urlavano vendetta al cielo (ed al callista); altri papà e mamme color terracotta con marsupio/borsa a mano/shopper di Vuitton e giacconi/piumini/sciarpe/ombrelli Burberry; ulteriori papà con maglietta aderente sotto un giacchino leggerissimo (copriti che prendi freddo che non hai più l'età!), catenazza al collo, jeans aderenti e texani, ruminanti gomma americana alla banana; ulteriori mamme in jeans attillatissimi, maglietta scopri - pancia (copriti che ti viene la colite che non hai più l'età!) e stivale tacco 14, ruminanti gomma americana alla fragola; ennesimi papà dalla testa calva e lucida, odoranti di fritto/pizza e parlanti serbo - bosniaco; ennesime mamme dall'aria stanca, avvolte in foulard profumati di cardamomo e trascinanti 4 bambini. E tutti in gruppettini omogenei e chiacchieranti, da fotografare per dire "io c'ero".
Giusto per dire, ero tanto intimidita che non sono nemmeno riuscita a tirare fuori il lavoretto a maglia dalla borsa. E non è da me! Mi guardavano tutti, sarà stato per il maglioncino di cashmere e le perle attorno al collo? Avevo paura, mi è sceso pure un brividino giù per la schiena.
E i discorsi! Spaziavano da "Gliel'ho fatta vedere io a quella là, alla prof... le ho detto, ma cosa si aspetta da un ragazzino? No, ma che c'entra se ha 16 anni ed è alto 1 metro e 78, è sempre un ragazzino! Secondo me questa prof ce l'ha con mio figlio." a "... ha sbagliato Lei, le ho detto, non è stata abbastanza chiara, come possono capire queste cose dei ragazzini di 12 anni... e poi, diciamolo, a cosa serve la matematica nella vita, che GLI insegnino un po' di computer che quello si che serve." passando per "No, assolutamente, non sa tenere la disciplina in classe. Dice che è Raian a cominciare per primo ma io non credo sa, Le ho detto. Lui è così educato, glielo diciamo sempre a casa. E' la prof che ci deve pensare, glielo abbiamo detto anche A LUI. In fondo mandiamo i figli a scuola perchè GLI insegnino la disciplina e l'educazione, no?" e per "Troppi compiti, GLIEL'ho detto, a quella là. Ha protestato, ma l'ho messa a posto io, a me nessuno MI rimbecca."
Nulla di strano che verso la fine i poveri professori avessero tutti delle occhiaie che sembravano scolpite e che ad ogni nuovo ingresso sospirassero... veniva voglia di portare loro un Martini che si rinfrancassero un po'... o almeno trovassero il coraggio per tirare il registro sul naso a qualcuno dei suddetti, cari, affettuosi parenti.
Niente di strano che abbia finto di parlare solo tedesco e di essermi appena trasferita da Vienna.

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