Quando me ne sono reso conto ormai era troppo tardi. Non ci si comporta così. Uno inizia a guardare un film con i migliori propositi, uno di quei film dal titolo importante che senti nominare da sempre, film del quale hai la colonna sonora (e che colonna sonora) che chissà da quanti anni ascolti e fai finta di suonare con l’ausilio della scrivania. Insomma, ho finalmente visto Lezioni di piano, ma era troppo tardi quando ho capito che… Era un film sentimentale in costumi ottocenteschi. Due tra i peggiori generi del mondo si fondono per creare pellicole cinematografiche pronte a colpire proprio te, quando meno te l’aspetti. Uno cresce, scopre il cinema, è felice, ma mai immagina che un giorno potrà inciampare in un film sentimentale ambientato nell’800. Una mamma non vorrebbe mai una cosa del genere per il proprio figlio. La fidanzata sì (motivo numero tre della lista ‘Meglio single che… no‘). Ma non voglio parlarvi del film, questo era solo un intro.
No, aspettate, vi dico solo la trama. Ma stando molto attento, perché non voglio anticiparvi nulla sugli sviluppi. In pratica il film parla delle lezione di pene, scusate, di piano, che una muta (la) da a un tizio che non ho capito bene cosa fa, chi è, che cazzo ci fa lì. Il problema è che la sgualdrina è maritata con un altro uomo – l’attore è il tizio protagonista in Jurassic Park, ma non il dinosauro, l’altro (e interpreta anche il protagonista nel bellissimo Il seme della follia – che non è porno). Insomma il dinosauro è la pianista si sposano, ma sapete, fine ’8oo, le donne si tenevano strette la loro carciofa, e infatti lei è frigida, indifferente, quasi antipatica, verso il proprio marito. Ma non vi preoccupate, perché poi arriva Harvey Keitel e risolve il problema.
Diciamolo, lo dico, il film non mi è piaciuto per niente. Mi hanno fatto detestare persino la meravigliosa colonna sonora del bravissimo Micheal Nyman. Infatti, esluse le scene in cui Ada suonava, la colonna sonora dei momenti importanti era solo una, cioè la canzone più famosa dell’intera soundtrack, The heart asks pleasure first, che come canzone è stupenda, ma a un certo punto ripetuta all’infinito rompe anche le palle. A rovinare il film, sono comunque una regia e una sceneggiatura per niente solide; a esempio, quando, in una delle prime scene mostrano su che terreno i personaggi affondano i loro piedi, un terreno fangoso e profondo, io mi sono chiesto perché l’inquadratura durasse così tanto. Possibile che la regia ritenesse la cosa tanto importante? Più avanti nel film, ho capito che la regista è semi-incapace, nella regia, come nella sceneggiatura, sempre opera sua, in cui racconta una storia discontinua, sviluppata male e velocemente, per poi rallentare e accelerare di continuo prima dell’orribile finale. Uno dei difetti maggiori, è comunque l’auto celebrità della pellicola. E ho controllato, alla regia non c’è Quentin Tarantino.
Un ruolo fondamentale nella bocciatura ce l’hanno anche le due interpreti femminili, Holly Hunter, che leggo che ha una filmografia di tutto rispetto, con addirittura tre film diretti dai Coen, poi Pollack, Boyle, eccetera, che in questo Lezioni di piano non mi convince molto. O meglio, è brava a interpretare il personaggio, è il personaggio che ha diverse pecche (incoerenza, antipatia, immaturità). Ma attenzione, perché Lezioni di piano è il primo film per Anna Paquin, qui piccola bambina chiacchierona e parecchio stronza. Almeno non aveva quella fossetta tra i denti che mi fa venire voglia di prenderla a cazzotti quando la vedo in True Blood – lì i cazzotti sono rivolti soprattutto al personaggio, una Sookie che è tanto buona quanto irritante.
Insomma, Lezioni di piano è un film passionale che consiglio a tutte le donne. Chi lo sa se nascosta in quella assurda noia e quelle situazioni discontinue non riusciate a trovare qualcosa di godibile e interessante. Inoltre, godrete della vista del culo e del pene di Harvey Keitel ai tempi belli, cosa che credo possa interessare – almeno a quelle più assatanate tra voi. Se invece c’è un uomo a cui è piaciuta questa pellicola-cosa, mi farebbe molto piacere sentire il suo punto di vista personale, e magari giocarci la vittoria della discussione in una gara di rutti.
(p.s. gira voce di un remake italiano, Lezioni di diamonica, e diverse famosissime attrici italiane si stanno contendendo la parte principale: Laura Chiatti, Monica Bellucci (che non ha espresso entusiasmo al provino, è la favorita) e Giovanna Mezzogiorno (che a dispetto del nome, mostra le sue nudità a tutte le ore e in tutte le zone d’Italia).)
(p.s. io per davvero non volevo parlare del film. Volevo chiedermi cosa avessero in comune l’imposizione di osservare il pene di Harvey Keitel nelle serate cinematografiche tra amici organizzate dalle ragazze con all’obbligo di bere Coca-Cola nei pranzi familiari)