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Hockey Ghiaccio: in Cina con le ragazze della Nazionale

Creato il 21 aprile 2015 da Sportduepuntozero

hockey ghiaccio - nazionaleLe migliaia di gradini della Grande Muraglia, la solennità della Città Proibita, l’immensità di piazza Tien’anmen. Ma anche la partita d’esordio contro la Slovacchia o quella contro le padrone di casa della Cina, di fronte a 8000 persone. E poi il lunghissimo viaggio in aereo, con atterraggio abbastanza brusco, gli aneddoti dello spogliatoio, ovviamente segretissimi, il riso, le patate, il pollo fritto e l’“odore di Cina”, attaccato agli indumenti e riscoperto una volta tornate a casa. Elena Ballardini, Silvia Carignano, Anna De La Forest e Michelle Masperi ricorderanno il loro Mondiale per queste e per molte altre cose. Quella a Pechino è stata una settimana unica per tutte, già abituate all’atmosfera iridata viste le precedenti convocazioni in nazionale, ma forse mai proiettate in un mondo così diverso e particolare, così pieno di storia, cultura, avventura e mistero.

Sono passati già un po’ di giorni dal loro rientro in Italia, ma a queste quattro ragazze non basteranno molti anni per dimenticare ciò che hanno vissuto con le loro compagne. “Come in ogni Mondiale le sensazioni più forti le ho provate il primo giorno” racconta Anna De La Forest, capitano del Real Torino, “prima di partire ci si chiede sempre: “chissà come saranno lo spogliatoio, lo stadio, l’albergo?” e all’arrivo si scopre ogni cosa”. Inutile nascondere le emozioni della prima partita, del primo ingresso sulla pista, e della sfida contro la formazione di casa, naturalmente “aiutata” dagli arbitri. “Contro la Cina è stato un gran match” commenta Sissi Carignano, capitano dei Torino Bulls, “giocare in un palazzetto pieno di gente che grida dà tantissima adrenalina, anche se naturalmente tifavano tutti per le nostre avversarie”.

hockey ghiaccio - nazionale

Per la cronaca, la Nazionale italiana ha affrontato le squadre del gruppo B della divisione 1: Slovacchia, Ungheria, Olanda, Cina e Corea del Nord; e la vittoria contro quest’ultima ha permesso all’Italia di evitare la retrocessione. Ma l’importanza sportiva dell’evento non ha impedito alle azzurre di vivere la “trasferta”, per definizione un concentrato di storie e divertimento. “Avevamo una guida davvero in gamba che ci ha spiegato un sacco di cose, per esempio come contare fino a dieci con una sola mano” spiega Anna, “e adesso siamo addirittura in grado di sostenere una conversazione in cinese!”.

“Mi ha colpito parecchio il fatto che le persone del posto ci fotografassero mentre correvamo o quando ci mettevamo in posa per uno scatto di gruppo, forse perché eravamo vestite tutte allo stesso modo” ricorda Elena Ballardini, “molti ci hanno anche chiesto di fare una foto con loro”. E parlando di Cina non si può non parlare di cibo, uno degli ostacoli più difficili da superare per un occidentale che va in estremo oriente. “Pensavamo peggio” affermano, “Anna, poi, ha sempre appetito e ha mangiato di tutto. Si era portata un sacco di scorte in valigia per non morire di fame e le ha riportate indietro praticamente tutte”.

La settimana scorsa Elena, Silvia, Anna e Michelle sono tornate in Italia e una volta chiusa la porta di casa hanno aperto il cassetto dei ricordi. “È stato un Mondiale unico perché per me significava il ritorno in maglia azzurra dopo quasi dieci anni” è il pensiero di Silvia, che non vestiva la maglia azzurra dalle Olimpiadi di Torino, “e anche perché per me è stato il primo al di fuori dall’Italia”. “Ricorderò questo mondiale soprattutto per aver visitato un paese così lontano dalla realtà in cui siamo abituati a vivere” conclude Elena, “e anche perché al supermercato mi hanno rubato il telefono!”.


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