L. Chehere, “La linge qui séche/The linen which dries”
Quest’estate sarò a Parigi per circa un mese, un po’ per vacanza, un po per lavoro. Così ho deciso di proporre dei fotografi francesi, durante questo periodo.
Inizio proprio con un fotografo parigino: Laurent Chehere e le sue famose case volanti.
This summer I will be in Paris for about a month, a little bit of vacation, a little bit of work. So I decided to propose some French photographers, during this time.
I start with just a Parisian photographer: Laurent Chehere and its famous flying houses.
L. Chehere, “Caravane/Caravan”
Seguo da parecchio questo autore e non posso fare a meno, ogni tanto, di andare a vedere se la collezione di case senza fondamenta è aumentata.
Oltre ad essere piacevoli, queste immagini sembrano suggerire quanto possa essere bella e libera l’instabilità: il fatto di avere una casa leggera come un palloncino invita chi la abita a spostarsi di posto in post senza preoccupazioni e senza legami, a parte quello di chi tiene il sottilissimo filo dall’altro capo.
Continuo a immaginare le storie buffe e affascinanti di chi vive lì dentro e vi sfido a dirmi che non è venuta in mente anche a voi la scena di questo film.
I follow this author from a lot of time and once in a while I can not help but to see if the collection of houses without foundations has increased.
In addition to being enjoyable, these images seem to suggest how instability might be beautiful and free: the fact of having a home as light as a balloon invites its inhabitants to travel from a place to another one without worries and ties, apart from those who holds the wafer-thin thread from the other ending.
I keep imagining the funny and fascinating stories of people who live there and I challenge you to tell me that you’re not thinking to the scene of this movie.
L. Chehere, “Gainsbourg”
L. Chehere, “Le Ballon Rouge/The Red balloon”
L. Chehere, “Cirque/Circus”