A. Christofis, Bambino in lettura (prima metà XX sec.)
Se in occasione del precedente articolo avevo progettato un percorso cronologico ricostruendo la storia delle donne e del loro accesso alla letteratura, nel caso di una variante al maschile ho pensato ad un percorso per età, perché gli uomini sono stati da sempre i destinatari dei libri, mentre le donne hanno dovuto conquistare, insieme a molti altri diritti, quello di diventare lettrici. Sono partita con la rappresentazione del pittore greco Alexandros Christofis di un bambino investito dalla luce mentre, a schiena dritta, è immerso nella lettura di un testo che, forse è un manuale scolastico (come suggerito dalla presenza di altri volumi alle spalle); il fanciullo ha un'espressione indecifrabile, che può indicare sia una profonda attenzione al testo, sia un moto di sonno indotto dalla pesantezza di una lettura coatta: inutile dire come questa seconda ipotesi, considerando l'abbandono del fianco contro la parete e la diffusa anti-librite dei bambini di oggi, sembri quello più convincente.
Più assorta e sentita è la lettura del giovane anonimo ritratto fra i due secoli da Albert Ranney Chewett: ci appare come un giovane benestante e molto ligio all'etichetta borghese con il cravattino allacciato e le labbra composte, quasi certamente seduto su una panchina all'ombra di un albero di un giardino di una casa elegante, che, forse, appartiene ai signori Paciock (questo ragazzo mi ricorda troppo il Neville dell'Harry Potter cinematografico!).
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A.R. Chewett, Giovane uomo che legge (inizio XX sec.)
Due esempi di lettori maturi ci vengono, invece, da Pierre-Auguste Renoir e da John Singer Sargent, il primo dei quali scomoda addirittura il collega Monet per un ritratto. I due soggetti dei loro quadri si presentano in atteggiamenti diversi, uno diligentemente seduto ad un tavolo con un libro composto fermato dal dorso della mano con cui impugna la pipa, l'altro comodamente abbandonato su un letto con il capo supportato dalla mano e il libro piegato su se stesso per stare nell'altra; Monet sembra leggere nell'attesa di qualche altra attività, magari nella pausa fra un dipinto e l'altro, mentre il soggetto di Sargent, con la cravatta allentata e le maniche della camicia arrotolate, appare decisamente più rilassato.
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P.A. Renoir, Claude Monet in lettura (1872)
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J.S. Sargent, Uomo che legge (fine XIX- inizio XX sec.)
La lettura è fidata compagna degli esseri umani fino alla fine della loro esistenza, ecco perché l'arte non manca di testimoniarci uomini anziani curvi sui libri non solo per il carico degli anni, ma anche per continuare a tessere quel rapporto fondamentale che tiene lucida la mente e continua ad arricchire l'animo. In particolare, ci sono due bei bozzetti di Vincent Van Gogh dedicati al tema intorno al 1882, in cui l'autore sembra rappresentare due anziani provenienti da classi sociali diverse (l'abbigliamento del primo denota un'estrazione operaia, il secondo sembra più piccolo-borghese), accomunati tuttavia, oltre che dall'avanzare del tempo, dall'intimo e mistico rapporto che fra loro si stabilisce grazie a all'atto del leggere.
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V. Van Gogh, Vecchio in lettura (1882 ca.)
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V. Van Gogh, Vecchio in lettura (1882 ca.)
C.M.
NOTE:
Il titolo è un gioco di parole basato sull'omografia del sostantivo latino 'liber' (libro) e l'aggettivo 'liber' (libero); i due termini, tuttavia, non hanno radice comune.