Taste of Milano.
Taste Me.
Assaggiami.
Che se provi, c'è dipendenza.
Potrei essere come uno di quei frullati avocado e lampone: accostamento inusitato, nemmeno te lo aspetti che ti possa piacere così tanto.
Ed invece è perfetto, semplicemente perfetto.
Nella consistenza, alla vista e nel sapore.
ça va sans dire, si soddisfa ogni senso e l'esperienza che ne ricavi è unica.
Ecco; Taste è un po' così.
Giornate immersi in profumi, sapori, accostamenti nuovi e piatti particolari.
Di cosa stiamo parlando?
Parliamo di delizie come il kebab all'italiana (Luigi Taglienti) . O cannoncini croccanti con insalata russa al lime (Francesco Germani). Uova, guanciale e carbonara liquida al lemon grass ( Matteo Torretta).
Mister Knam e Gipsy
Milly Callegari, il suo blind taste e Gispy
Luca Maruffa , fondatore di Honestcooking.it e Gipsy
Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei.
Un po' Marzulliana ante litteram questa citazione di Savarin che mai come ora definisce tutti noi, giovani gourmandise dal sapore retrò e anche un po' rock. Che adoriamo l'hamburger tanto da trasformarlo in piatto cool del momento, ma ci rifugiamo in pane e crescenza per avere un po' di conforto.Che mischiamo fiori e borchie e cuciniamo vellutate di verdura con curry e gamberi e siamo a nostro agio a spadellare carpacci di capesante e crostini di alici al burro d'arancia.
Quindi, di cosa parliamo?
Parliamo di una location a prova di pioggia e freddo, il SuperStudioPiù, sempre vivace e accogliente, in zona Tortona, la zona più accogliente di Milano.
Parliamo di tre giorni dedicati solo ed esclusivamente a noi foodie, a noi che rendiamo una spuma di mozzarella qualcosa di adorabile e che crediamo nella filosofia #infoodwetrust.
Parliamo dei più promettenti chef del panorama italiano raccolti e radunati sotto lo stesso tetto.
Parliamo di allegria e serenità servita con vino e pane, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Parliamo di un'esperienza unica, che ormai è un appuntamento fisso e che bisserà a Roma a settembre.
Parliamo di tre giorni di scoperte dove ci si trasforma in prodi Indiana Jones del gusto e si va alla ricerca dell'abbinamento perfetto.
Gipsy ha incontrato uno chef gentiluomo: Luigi Taglienti.
Non solo bravo, anzi, bravissimo - il kebab all'italiana, che sogno, pura vida, posso abbonarmi? - ma disponibile e simpatico, piedi bien piantati a terra e ancorato alle tradizioni, semplice, dove il semplice è l'added value, ciò che lo rende speciale in questo panorama di personaggi pretenziosi.
Un Adrien Brody dei fornelli.
Voilà, eccolo qui.
Come il territorio influenza le tue ricette e la tua cucina?
Il territorio entra in maniera decisiva nelle mie ricette in quanto cerchiamo quei piccoli prodotti che hanno fatto grande la cultura e la gastronomia italiana: italianità a 365°, non solo kilometro zero.Si ricercano le eccellenze del made in Italy che vengono riproposte e riattualizzate con delle tecniche che permettono di mantenere uno standard qualitativo molto alto anche a livello di percezione.
La valorizzazione del territorio intesa come gestualità di chi crede ancora nei piccoli prodotti e ne fa una ragione.
Seguo la stagionalità degli ingredienti e lavoro quotidianamente con la pura stagionalità: tutti i piatti e i menù cambiano con il cambiare delle stagioni.
I piatti che ci riconoscono di più sono quelli atemporali, tuttavia, che seguono un discorso di tradizione più che di stagionalità.
I piatti nascono dalla percezione del prodotto, da un pensiero che arriva internamente e che si sviluppa poi nella creazione.
Il tuo ingrediente preferito, quello senza il quale non riusciresti a stare?
Il limone, e in senso lato la percezione che tutto fili lisci: il buonumore e la trasparenza di chi lavora con me.
Il limone perché penso che l'acidità in cucina sia fondamentale. E' molto difficile da saper usare, dosare, ma quando si impara ad apprezzarla, è un elemento che ti invoglia sempre alla forchettata successiva.
Il tuo guilty food pleasure?Il tuo vizio?
La crema che faceva mia nonna: è una crema di latte al limone con i savoiardi inzuppati all'interno. per me è come tornare bambini, riaccende la mia memoria. la tradizione passa di mano in mano.Oltre alla semplicità del piatto, c'è un concetto profondo dietro.
Tu hai sempre voluto cucinare?
Devo dire di si...da quando ho iniziato non mi è mai passata la voglia di farlo, anzi. Sono molto esigente e rigoroso con me stesso, solo così si può dare il buon esempio.
Chi ti ha ispirato?
Ad oggi, è la mia testa, ma grazie a questo mio percorso tra i più grandi maestri francesi e italiani. Da Santin a Cracco, sono state le persone che mi hanno forgiato di più
Ripeto comunque che la mia cucina è una cucina che nasce in cucina.
Se dovesse venire a cena Obama, cosa gli prepareresti?
Mozzarella e foie gras.
Se dovesse venire a cena Franco Battiato?
Una zucchina ligure cotta in crosta di sale, insaporita con una crema di limone, pasta di acciughe e scaglie di sgombro essiccato da noi, ricordando i treni per Tosè,
Che cosa vorresti far sapere di te che non si sa ancora?
Tendenzialmente tendo a far sapere poco di me. Voglio che mi si conosca solo attraverso la mia cucina.
Non sono su facebook nè twitter voglio che la mia persona esca in funzione della mia cucina.
Una canzone per cucinare.
Quelli che ben pensano, di Frankie Hi Energy.
oggi mi trovate quihttp://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli
e poi anche qui:, un'intervista alla vostra Gipsy!
http://www.marieclaire.it/Bellezza/L-Erbolario-LAV-MercolediVeg-cucina-vegana-ricette