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Horror Street: Intervista a Joe R. Lansdale

Creato il 09 aprile 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Horror Street: Intervista a Joe R. Lansdale
Intervista con Joe R. Lansdale
[Alessandro Manzetti] Hai definito la tua terra, il Texas, come uno stato mentale. Puoi descriverci questa emozione? Possiamo immaginare la tua narrativa come una porta magica per entrare in questa speciale realtà, fatta di grandi spazi e piccole realtà sperdute nel nulla?
[Joe Lansdale] Semplicemente scrivo le storie che mi piace raccontare, non penso molto ad altro quando lo faccio. Cerco sempre di divertirmi con quello che sto scrivendo.
[AM] Come sono nati i personaggi di Hap e Leonard, protagonisti di diversi tuoi romanzi? Rappresentano molte bene il tuo paese, e simboleggiano due diversi e distanti punti di vista sulla realtà. Sembrano aver preso vita fin dall’inizio da un complesso progetto narrativo, e non da una intuizione, mi sbaglio? Quanto spazio ha l’intuizione nel tuo lavoro?
[JL] In realtà sono nati dall'intuizione, ma questo non significa che è stato facile presentarli in modo convincente. Sono escrescenze naturali delle mie esperienze personali e della mia narrativa. L'idea è quella di rendere le cose facili, di semplice lettura, anche se è stato necessario parecchio lavoro per riuscirci. Hap e Leonard riflettono le idee e i pensieri che ho sul mio paese. Adoro questo posto, il Texas in modo particolare. Mi piace pensare di vedere sia il bene che il male.
[AM] L’ironia che traspare nelle tue opere, che riesci a manovrare all’interno dei vari generi con cui ti sei misurato, affrontando anche delicati temi sociali, fa parte solo del tuo mondo narrativo o anche della tua vita, della tua personale interpretazione della realtà?
[JL] Penso faccia abbastanza parte della mia personale interpretazione
Horror Street: Intervista a Joe R. Lansdale
[AM] Nel tuo romanzo L’anno dell’uragano (The Big Blow) racconti una storia collegata al l’arrivo di uno più terribili uragani della storia, che nel 1900 distrusse la città di Galveston, nel tuo Texas. Questa volta il tuo libro non è solo fiction, racconta un evento storico. Il tuo uragano sembra avere una missione, spazzare via il classismo e il razzismo dilagante e sanguinario, rappresentato da due campioni di boxe che si scontrano insieme alle loro idee, la loro pelle. Perché hai voluto raccontare la storia di Galveston? Come racconteresti la storia dell’uragano Katrina e la distruzione e il saccheggio di New Orleans?
[JL] Penso che la storia di Katrina sia stata molto simile, i disastri naturali fanno emergere le persone migliori e peggiori
[AM] Mucho Mojo, il secondo romanzo della serie di Hap e Leonard, romanzo un noir che contiene molte elementi dell’horror, della crime story, ma anche del western, è caratterizzato da dialoghi e continui colpi di scena, tessuti sapientemente dall’ironia, e animato da personaggi in carne e ossa. La struttura narrativa ci fa pensare a una sceneggiatura, al cinema. Leggiamo e vediamo. Quale è il confine tra romanzo e sceneggiatura?
[JL] Quando scrivo un romanzo non penso di fare un film. Si tratta di un romanzo e basta. Ma sono influenzato non solo dai libri, anche dai film e dai fumetti. Penso che un romanzo è una cosa, un film un'altra,  ma questo modo di pensare può essere frainteso dai produttori di film, che buttano via tutto per produrre qualcosa di proprio. Odio quando sento qualcuno che dice che sta realizzando un film su qualcosa di mio, mantenendo lo spirito del romanzo. Questo di solito significa che sei fregato.
Horror Street: Intervista a Joe R. Lansdale
[AM] Il Lato oscuro dell’anima (The Nightrunners) è un racconto nero che vi fa viaggiare nel degrado, negli abissi della mente umana, nella follia. In questo lavoro l’ironia lascia il posto alla crudele e fredda interpretazione della malvagità umana. Ci mostri un Inferno dietro la porta di casa. Il romanzo condensa sesso, violenza, degrado; quanto c’è di Arancia Meccanica in questa storia? Come è nata l’intuizione della immagine della chevrolet nera che sembra emergere dalle tenebre con i suoi assassini?
[JL]  L'auto che salta fuori mi era sembrata una idea giusta per il romanzo, ma ora non sono sicuro di sapere da dove è venuta quella intuizione. L'idea di mobilità e repentinità sembrava adattarsi all'idea di tutto ciò che ci ha portato l'automobile. Non conoscevo Arancia Meccanica, ma ho sicuramente letto il libro molti anni fa, per cui alcuni elementi possono essere presenti. Credo che il film Straw Dogs e il romanzo The Seige of Trencher's Farm (Gordon Williams), su cui è basato il film, sono le opere che mi hanno consapevolmente influenzato.
[AM] Nel tuo romanzo In fondo alla palude troviamo altri temi caratteristici della tua narrativa, l’affresco della società americana e texana degli anni 30, il razzismo, la rivisitazione epica dell’infanzia, la lotta tra il bene e il male, quel lato oscuro ben caratterizzato dalla figura del mostro, l’uomo capra. E’ un thriller sociale dotato di grande equilibrio in tutti i suoi elementi che offre uno spaccato davvero originale  e realistico della società americana. Quale è la vera America? quella della grande depressione o del sogno americano, quella del Ku Klux Klan o di Luther King, quella della pena di morte o delle libertà e dei diritti civili?
[JL] L'America è tutte queste cose, e altre ancora. Come romanziere che scrive crime stories, ci sono cose e fatti su cui concentro la mia attenzione, ma ci sono anche molte altre realtà. La maggior parte delle persone è brava gente che cerca solo di tirare avanti nella vita, io racconto principalmente le cose più negative, ma non vogliono certo rappresentare tutto e tutti, sia nel Texas che negli Stati Uniti.
Horror Street: Intervista a Joe R. Lansdale
[AM] Nella Sottile Linea Scura (A fine dark line) , il protagonista della storia, Stanley, deve attraversare il confine, la linea di separazione tra il mondo della spensierata giovinezza e la consapevolezza di un mondo adulto e violento. Sono evidenti nel romanzo la malinconia del passato che non può tornare, e l’uso delle memorie della tua infanzia. Quale è il segreto per raccontare una storia attraverso gli occhi di un bambino? Puoi raccontarci il momento nel quale hai dovuto attraversare anche tu il confine dell’infanzia, per poi superarlo definitivamente?
[JL] Per me esistono molti momenti del genere, e nel tempo tutti quei momenti ci portano oltre. Nella finzione di solito si punta su un momento in particolare, ma questo è solo simbolico. Quel momento speciale in realtà arriva attraverso tanti altri sottili momenti che nell'immediato non sembrano così importanti
e ora, le due domande classiche di Horror Street:
[AM] In questa rubrica cerchiamo di comprendere i nuovi scenari della letteratura horror, attraverso l’esperienza diretta degli autori. Quali sono le nuove tendenze dell’horror? Puoi segnalarci nuovi autori che stanno portando avanti progetti originali?
[JL] Di nuovi autori interessanti e originali ce ne sono molti, mi viene subito in mente Tim Lebbon, poi c'è una raccolta di racconti davvero molto bella di Trent Zelazany che ho letto di recente.
[AM] Lasciamo immaginare al lettore di percorrere una strada oscura e solitaria per tornare a casa, e di dover girare l’angolo. Cosa (o chi) incontrerà?
[JL] Questo dipende dal singolo individuo
Horror Street: Intervista a Joe R. Lansdale
Profilo dell'ospite
Joe R. Lansdale (Gladewater 1951) ha scritto più di venti romanzi e oltre duecento racconti. Ha scritto anche sceneggiature per films e graphic novels. Ha ricevuto molti premi e importanti riconoscimenti, tra i quali l' Edgar Award e il Bram Stoker Award (sei volte). Tra i suoi romanzi: La notte del drive-in (Einaudi 1998), Freddo a luglio (Fanucci 2002), Bad Chili (Einaudi 2003), In fondo alla palude (Fanucci 2004), L'anno dell'uragano (Fanucci 2004),  La sottile linea scura (Einaudi 2004), Il Lato oscuro dell'amina (Fanucci 2005), Una stagione selvaggia (Einaudi 2006), Mucho Mojo (Einaudi 2006), Echi perduti (Fanucci 2006), Fuoco nella polvere (Fanucci 2008), Sotto un cielo cremisi (Fanucci 2009), Devil Red (Fanucci 2010), Londra tra le fiamme (Fanucci 2011).Lansdale vive a Nacogdoches con sua moglie Karen, scrittrice e editor, e i figli Keith and Kasey.Web Site
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(Intervista di Alessandro Manzetti)
leggi l'intervista in lingua originale

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