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Horror Street: Intervista con Jonathan Maberry

Creato il 04 luglio 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti

Intervista con Jonathan Maberry:
[Alessandro Manzetti] Nel tuo romanzo d’esordio Ghost Road Blues, vincitore nel 2006 del Bram Stoker Award, scrivi che il Male non muore, cambia forma e poi ritorna. Lo scenario della storia è Pine Deep, un luogo infestato dal Male soprannaturale, ma anche da tutte le sue espressioni umane. Cos’è il Male nel tuo romanzo, e in cosa si trasforma?
[Jonathan Maberry] Il Male di Pine Deep  è rappresentato dallo spirito di un vampiro che sorge dalla tomba di un lupo mannaro. Questa idea si trova nel folklore e nelle leggende di Vukodlak in Serbia o Mjertovjec in Bielorussia. La natura di questi vampiri è legata ai lupi mannari, infatti sia Vukodlak che Mjertovjec quando muoiono  tornano alla vita come vampiri. Sono storie terrificanti, che ho usato come nucleo della trilogia di Pine Deep, che comprende  Ghost Road Blues, Dead Man's Song e Bad Moon Rising. Tuttavia i romanzi si ispirano anche ad altre storie di vampiri e licantropi, tra cui il Craqueuhhe, un vampiro carnivoro dalla Francia, o a leggende come quella dei Benendanti, originarie della Livonia, dell’Italia e parte della Germania. Esploro anche il mito zingaro del Dhampyr, figlio di un vampiro per metà umano. Tutti questi mostri entrano in collisione nella piccola e sfortunata cittadina di Pine Deep.
[Alessandro Manzetti] Quanto hanno influito sulle  storie della trilogia di Pine Deep e sulle loro ambientazioni i tuoi studi sul folclore, l’occulto e il paranormale?
[Jonathan Maberry] Ho sempre nutrito grande interesse per l'occulto e il paranormale, e un profondo fascino per il mito e il folklore. Non esisterebbe il genere horror senza le storie e le leggende di mostri originate dalle generazioni precedenti. Dopo aver scritto molto su questi argomenti, ero frustrato dalla difficoltà di trovare romanzi con vere influenze folcloristiche. La maggior parte dei vampiri e dei licantropi raccontati nei libri e nei film più popolari erano moderne interpretazioni hollywoodiane, poco somiglianti ai mostri delle nostre leggende. Così, invece di continuare a lamentarmi, ho deciso di provare a scrivere un romanzo con le mie mani. Ghost Road Blues era quel romanzo,  il primo che abbia mai scritto. La storia che ho evocato è una grande epopea vampirica che si sviluppa su tre lunghi libri, completandosi con i romanzi Dead Man’s Song e Bad Moon Rising.

[Alessandro Manzetti] In Patient Zero (finalista al Bram Stoker Award del 2009), introduci il personaggio di Joe Ledger, un eroe d’azione, il tipico protagonista di un thriller o di un classico noir, e tratti di un argomento molto attuale come il bioterrorismo. Ma anche in questo romanzo troviamo creature soprannaturali, come gli zombie. Il romanzo sembra percorrere generi diversi, come sei riuscito a far convivere queste diverse anime di Patient Zero?
[Jonathan Maberry] Nella mia visione gli zombie sono dei mostri creati dalla scienza piuttosto che dalla magia. Anche secondo le credenze voodoo haitiane lo zombie è riportato in vita usando prodotti chimici, una scoperta fatta dal noto etnobotanico Dr. Wade Davis nel suo libro più famoso, The Serpent and the Rainbow. In Patient Zero, gli zombie sono creati da una combinazione di una malattia di prioni del mondo reale con vari parassiti. Ho affrontato zombie creati scientificamente anche nel mio prossimo romanzo, Dead of Night, che debutterà in ottobre. In questo romanzo, la piaga degli zombie è iniziata dall' uso improprio di un arma biologica sviluppata durante la Guerra Fredda. Un’ arma biologica che utilizza versioni diverse di parassiti modificati geneticamente che sono presenti in natura, tra cui la vespa gioiello. Tuttavia, la serie di Joe Ledger si scontra con il soprannaturale in un paio di posti diversi. Nel racconto Material Witness, Joe Ledgerl’Echo Team si recano a Pine Deep per seguire un caso e si imbattono in alcuni eventi inspiegabili.  Nel terzo romanzo di Joe Ledger, The King of Plagues, presento un personaggio chiamato Nicodemo, che non è del tutto "normale". Nicodemo è un imbroglione, si mostrerà di nuovo nel mio quarto romanzo, Assassin’s Code, che ho appena finito di scrivere. Amo le storie in cui la scienza e il soprannaturale entrano in contatto. Questo offre a uno scrittore così tanti giocattoli con cui giocare!

[Alessandro Manzetti] Dal 2009 scrivi sceneggiature per la Marvel, hai iniziato da Black Panther, poi ti sei occupato di Wolverine e delle mini-serie di DoomWar e Marvel Universe vs. Punisher, ambientata in una versione post-apocalittica dell’universo Marvel. Cosa ha ispirato questa impronta apocalittica della serie? E’ facile pensare subito a Io sono leggenda di R. Matheson.
[Jonathan Maberry] Marvel Universe vs the Punisher ha le sue radici nella mia infanzia. Quando avevo quattordici anni ho incontrato e parlato con Richard Matheson, l’ autore di Io sono leggenda. Matheson ha avuto una grande influenza su di me, sul mio pensiero e sulla  mia scrittura. Il suo romanzo è stato il primo tradizionale incrocio tra fantascienza e soprannaturale, Joe Ledger e il mio lavoro in Marvel hanno un grande debito con quel libro. L'altro "nonno" di Marvel Universe vs the Punisher è George Romero. Il suo film, The Crazies (la versione originale del 1971) è sempre stato uno dei miei preferiti. Ha cambiato la prospettiva dell'epidemia spostandola nel punto di vista di qualcuno intrappolato all'interno di essa, proprio come ha fatto con La Notte di Morti Viventi. Tuttavia, anzichè  rappresentare l'eroe come una vittima intrappolata dall’epidemia, il protagonista in The Crazies contrattacca attivamente. Arriviamo ai nostri giorni. Marvel sta vivendo ormai da anni l’enorme successo della serie Marvel Zombies e io ho avuto il piacere di contribuirvi come parte del team di scrittura per Marvel Zombies Return. Tuttavia, ho lanciato una serie per Marvel che non era una storia zombie , costruita più sul modello di I Am Legend, ma con alcune variazioni. Al posto di uno scienziato in lotta per trovare una cura, l'abbiamo raccontato come un super-predatore (the Punisher) che lavora per distruggere una nuova razza di predatori cannibali. La serie ha avuto un grande successo, pubblicata in una serie limitata di quattro numeri con copertina rigida. Durante la scrittura della serie, ho lanciato una serie di storie collegate,  alcune ambientate prima degli eventi della serie di The Punisher, altre dopo. Ho avuto l’ok per scrivere un prequel di quattro numeri, e il primo numero di Marvel Universe vs Wolverine è stato pubblicato a fine giugno. Lettori, critici e proprietari di librerie di fumetti sono entusiasti di questo lavoro, la cosa mi rende molto felice. Ci sono davvero molte storie da raccontare in questo mondo.

[Alessandro Manzetti] Dal fumetto al cinema. Hai scritto il romanzo del remake del film WolfMan del 2010, con protagonisti Benicio del Toro e Anthony Hopkins. La figura di WolfMan si dimostra molto attuale ancora oggi, riuscendo a mantenere un forte impatto sull’immaginario collettivo sia nel cinema che nella letteratura. Quale è il segreto della sua longevità?
[Jonathan Maberry] Il lupo mannaro è un tropo narrativo standard: una persona la cui primordiale bestia interiore si libera del controllo civile ed emerge in modo sconsiderato e violento. E  essenzialmente lo stesso modello di Jekyll e Hyde, ed è possibile rintracciarvi elementi tematici nella furia omicida che costretto Caino ad uccidere Abele. Anche se la bestia che emerge è distruttiva, c'è anche qualcosa di bello in essa, in termini di purezza. Si tratta di un animale puro, un predatore perfetto,  e noi siamo le sue naturali prede. Sto sviluppando un nuovo romanzo che racconta di un lupo mannaro disegnato sul modello Benendanti, che mi permetterà di esplorare il tema di una persona che  impara a stabilire il controllo su una natura profondamente violenta e distruttiva. Il protagonista del romanzo sarà un ex poliziotto che ora lavora come investigatore privato. La scrittura The Wolfman è stata molto divertente. Universal Pictures mi ha concesso molta libertà creativa, così ci ho messo il cuore e ho scritto il miglior libro possibile. Mi ha fatto molto piacere quando il libro è stato inserito nella lista dei bestseller sul New York Times, e poi quando è stato nominato allo Scribe Award per il miglior adattamento cinematografico


[Alessandro Manzetti] I ricordi rappresentano una parte importante del tuo lavoro e della tua vita? Come vedi il tuo futuro, sia in termini professionali che di vita personale? Il futuro ti fa paura?
[Jonathan Maberry] Tutta la mia scrittura è fondata su un certo grado di esperienza personale. Sono cresciuto in una situazione familiare violenta,  in un quartiere pieno di razzismo, di intolleranza e  criminalità. C'erano un sacco di opportunità per prendere decisioni sbagliate e forse anche di diventare una persona cattiva, ma grazie ai libri e allo studio delle arti marziali ho acquisito molti valori utili. Ho letto libri su gente eroica che ha combattuto contro mostri, reali o fittizi. Da Atticus Finch nel Buio oltre la siepe, a Peter Parker in Spider-Man e Capitan Horatio Hornblower nei romanzi di CS Lewis, sono riuscito a costruire una serie genuina di etica e di valori. Quando ho iniziato a scrivere romanzi, ho disegnato le sfide che ho affrontato nella realtà. Nella Trilogia di Pine Deep c'è una sottotrama che parla di un ragazzo abusato, Mike Sweeney, che sovrasta il suo passato per diventare la persona che vuole essere. Anche Joe Ledger è vittima di traumi infantili, che lui utilizza come fucina per la costruzione di una volontà di ferro. Entrambi questi personaggi sono simili perché hanno sperimentato gli abusi e sono fortemente determinati a prevenire eventuali danni causati ad altri.
Per quanto riguarda il futuro ... Io sono un realista politico. Ho una solida laurea in ottimismo, ma riesco a vedere i pericoli reali che ci circondano, dai danni forse irreparabili per l'ecologia del pianeta a una nuova corsa agli armamenti nucleari e alla intolleranza razziale e religiosa. Questi pericoli rappresentano nuovi capitoli in libri molto vecchi, mentre altri sono rischi del tutto nuovi. Non posso accettare l’idea che il futuro non possa essere preservato o che stiamo correndo verso un apocalisse senza speranza. Bisogna fare qualcosa, anche se non riesco a immaginare come. La scrittura di Rot & Ruin è un riflesso delle mie opinioni. Se la mia generazione non può risolvere i problemi che ha creato, allora toccherà alla prossima generazione farlo (comunque è un peso ingiusto). Credo che sarà così, perché tutti vogliono un futuro. Si tratta di ereditare un mondo lacerato e una società danneggiata, ma bisogna ancora vivere a lungo sul pianeta Terra. La  speranza, l’ottimismo, l’ ingenuità e l’istinto di sopravvivenza naturale delle nuove generazioni creerà una soluzione. Spero solo di essere ancora qui per assistervi.

[Alessandro Manzetti] Torniamo ai tuoi romanzi, è recentemente uscito in Italia Rot & Ruin per la Delos Books. Anche in questo caso ci troviamo in mondo post-apocalittico, tra scenari di desolazione che saranno il teatro del confronto tra la componente umana e il non-morto, gli zombie. Un genere che sta vivendo un momento di grande interesse e richiesta, sia negli Usa che in Europa. Cosa troveremo in questo romanzo?
[Jonathan Maberry] Rot & Ruin è il primo di una serie di quattro romanzi con protagonista Benny Imura, un adolescente che non aveva ancora due anni quando l'apocalisse zombie ha distrutto il mondo. Lui ei suoi amici sono cresciuti in un città recintata in California. Il resto del mondo è il grande deserto zombie conosciuto come Rot & Ruin. Il fratello di Benny, Tom, è un noto cacciatore di zombie che cerca persone che sono state trasformate in mostri e le sopprime in nome delle loro famiglie. Quando incontriamo per la prima Benny, lui disprezza Tom e crede di essere un codardo che ha abbandonato i suoi genitori durante la 'Prima Notte', alla vigilia della apocalisse zombie. Poi la storia si sviluppa e Benny apprende la verità su suo fratello, quello che è successo ai loro genitori, e sul mondo in cui vivono. Benny passa attraverso un risveglio radicale e doloroso. La storia è scritta per il divertimento di tutti, adolescenti e adulti. Si tratta di un racconto che parla della crescita e esplora il valore della vita umana.


[Alessandro Manzetti] Ora devo farti le due domande classiche di Horror Street:In questa rubrica cerchiamo di comprendere i nuovi scenari della letteratura horror, attraverso l’esperienza diretta degli autori. Quali sono le nuove tendenze dell’horror? Puoi segnalarci nuovi autori che stanno portando avanti progetti originali?
[Jonathan Maberry] Siamo molto fortunati ad essere testimoni di una rinascita della narrativa horror. Ci sono molti nuovi generi e sottogeneri horror, che vanno dai racconti urban fantasy di Laurell K. Hamilton e Jim Butcher, ai romanzi paranormali di L. A. Banks and Sherrilyn Kenyon, l’orrore mainstream di autori come Justin Cronin and Scott Smith. Le storie di zombies sono diventate un vero e proprio genere, che sta crescendo grazie a libri come Dead City di Joe McKinney, Breathers: Lament A Zombie di SG Browne, Dying 2 Live di Kim Paffenroth, Feed di Mira Grant. Assistiamo anche a una rinascita delle classiche storia di fantasmi, grazie a Sarah Langan, e audaci e nuove interpretazioni di lupi mannari immaginate da WD Gagliani e David Wellington. Ci sono anche forti movimenti all'interno narrativa horror per i giovani. Neil Gaiman, Carrie Ryan, Cherie Priest, Heather Brewer, e Dan Wells sono in testa al gruppo con storie agghiaccianti scritte per spaventare una nuova generazione di ragazzi. E questi ragazzi sono ormai molto stanchi e annoiati, così per farli sobbalzare è richiesto un grande sforzo, ma questi nuovi scrittori stanno facendo proprio questo!
[Alessandro Manzetti] Lasciamo immaginare al lettore di percorrere una strada oscura e solitaria per tornare a casa, e di dover girare l’angolo. Chi (o cosa) incontrerà?
[Jonathan Maberry] Dietro l'angolo ci sono ombre dalle quali provengono strani sospiri, suoni che sussurrano come le voci dei tuoi amici, ma più ti avvicini alle ombre più ti accorgi di qualcosa…di sbagliato. Ma nel momento che ti rendi conto che c'è qualcosa di molto, molto sbagliato, è troppo tardi per correre. Le ombre affamate hanno bisogno di essere nutrite.
Grazie Jonathan per essere stato ospite del Posto Nero
Intervista di Alessandro ManzettiHWA Associate Member
leggi l'intervista in inglese

Profilo:Jonathan Maberry è un autore di romanzi bestsellers, più volte vincitore del Bram Stoker Award, e autore per la Marvel Comics.  Tra i suoi romanzi:  la Trilogia di Pine Deep –Ghost Road Blues, Dead Man’s Song, Bad Moon Rising; la serie thriller con Joe Ledger --Patient Zero, The Dragon Factory, The King of Plagues, Assassin’s Code; la serie young adult con Benny Imura -Rot & Ruin, Dust & Decay, e Flesh & Bone; l'adattamento cimematografico di The Wolfman e il thriller horror –Dead of Night.  I suoi lavori di saggistica e nonfiction includono il bestseller Zombie CSU, The Cryptopedia, They Bite, Vampire Universe e Wanted Undead of Alive. In Italia è stato recentemente pubblicato da Delos Books il suo romanzo Hot & Ruin. Maberry ha scritto inoltre più di 1200 articoli, manuali e diversi racconti. I suoi lavori per  la Marvel includono Marvel Universe vs the Wolverine, Marvel Universe vs the Punisher, DoomWar, Black Panther e Captain America: Hail Hydra. E' fondatore del Writers Coffeehouse e cofondatore del Liars Club, ha partecipato come oratore e membro d'onore a varie conferenze tra cui BackSpace, Dragon*Con, ZombCon, PennWriters, The Write Stuff, Central Coast Writers, Necon, Killer Con, Liberty States.  Nel 2004 Jonathan Maberry è stato inserito nella International Martial Arts Hall of Fame, per il suo contributo letterario sulle arti marziali e la difesa personale. Contatti: Web Site 


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