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Horror Underground (N°7): recensione "The Human Centipede"

Creato il 06 gennaio 2014 da Giuseppe Armellini
Dopo 20 giorni intensissimi spesi tra classifiche, filmoni, auguri (troppi) e complimenti (troppi) torno un pò
più in basso per disintossicarmi dalle belle atmosfere e dalla presunta bella scrittura e rituffarmi nel mio amato torbido.
Si riprende questa rubrica che alla fine una vera e propria connotazione non ce l'ha visto che non riesco mai a decidere quali, tra i film horror che vedo, abbiano le caratteristiche per entrarvi. Senz'altro sono però 3 le componenti principali:
1 film non distribuiti da noi
2 film in qualche modo sporchi e disturbanti
3 film di "qualità", nel senso buoni per gli appassionati
non ci misi ad esempio i due V/H/S perchè le ho considerate delle produzioni comunque ambiziose, che mettevano insieme registi anche di una certa fama tra gli appassionati. E poi questa rubrica al 90% ha presentato, presenta e presenterà roba non americana.
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presenti spoiler
Ho finalmente visto questo cult assoluto del sottobosco orrorifico e che dire, merita tutte le lodi ricevute (in mezzo alle tante, ma quelle ci sono sempre, stroncature e critiche).
Più che altro quello che fa la differenza in The Human Centipede è l'idea di partenza, tanto semplice quanto a modo suo innovativa, ossia il tentativo da parte di un pazzo chirurgo di creare una specie di mostro umano, una creatura abominevole ottenuta con la "fusione" di tre diversi esseri umani.
Siamo dalle parti del cinema del disgusto, del cinema umanamente repellente e ai confini con l'etica. Ma, come invece accadde in A Serbian Film, qui non c'è nessun moralismo o disgustoso superamento della suddetta etica, solo un film horror weird, molto weird, che parte da un presupposto molto estremo ma rimane prettamente film di genere.
Nei film horror contemporanei se funzionano anche solo due aspetti la pagnotta si porta a casa tranquillamente.
Se il primo era l'idea il secondo è la straordinaria caratterizzazione (e interpretazione insieme) del cattivo di turno, un chirurgo in pensione di una misantropia, una cattiveria e un senso di onnipotenza unici. L'attore, con quella bocca larga almeno 10 cm, è na cosa pazzesca, mi chiedo come quelle ragazze non siano fuggite appena l'hanno visto la prima volta.
Se devo dir la verità funziona quasi tutto, l'atmosfera malata, la strepitosa location della villa con clinica privata in cantina, il villain, quel poco di trama che c'è, il finale. Molte le scene riuscite come la spiegazione accademica dell'intervento, l'incredibile sfuriata coi poliziotti, la "creatura" che sale le scale tra dolori atroci. Ho cercato di pensare il meno possibile alla scena della (obbligata) coprofagia, solo l'idea è davvero troppo disgustosa.
Niente di eccezionale, più di un errore in fase di sceneggiatura come quando lei può scappare ma torna in cantina dall'amica, il primo poliziotto morto, impossibile, e soprattutto l'insensato harakiri del giapponese, quello sì vero e proprio disastro di scrittura. Fino a lì era stato il più combattivo, finalmente poteva farcela e che fa? pensa che ha trattato male i genitori e la moglie e s'ammazza, no no, assurdo (tra l'altro, non so se l'avete notato, c'è anche un errore proprio da bloopers quando il pazzo chiude la creatura al secondo arrivo dei poliziotti ma la porta rimane aperta. Poi il poliziotto invece dovrà sfondarla).
Questi sono i cult che servono all'horror e non è un caso che, ancora una volta, il film sia europeo.
Pronto per il seguito, promette bene.
( voto 7 )

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