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Horror Underground (N°8): recensione The Human Centipede 2 (ma anche molto altro, purtroppo per voi)
Creato il 08 gennaio 2014 da Giuseppe Armelliniattenzione, spoiler devastanti, veri e propri ammazzafilm
Credo, credo, che questo sia l'horror estremo definitivo, difficile far meglio senza superare certi limiti.
Mannaggia, ho paura che mi troverò a fare un a rece lunghissima per un film di genere che al 90% delle persone sembrerà una pellicola per gente malata. Ho troppe cose da dire, uffa.
Voglio partire con una citazione: "per un film di genere che al 90% delle persone sembrerà una pellicola per gente malata." Ah, già, l'ho scritto io appena adesso.
Allora.
Per prima cosa ognuno di noi ha il suo guilty pleasure, in questo caso meglio ancora dirty pleasure, cioè quel piacere morboso a veder cose che non solo all'opinione comune sembrano brutte, sbagliate e "sporche", ma anche a te stesso.
Io lo so benissimo che farsi piacere così tanto sto film un pò inquieta sia voi che me, ma non si può commettere errore più grande dal giudicare le persone da quello che gli piace. Il mio dirty pleasure è l'horror cattivo, estremo, ma sempre dentro certi limiti. Vi ricordate la stroncatura ad A Serbian Film no? Ecco, in quei casi divento una bestia.
The Human Centipede 2 è molto diverso, molto, anche se a prima vista e ad un'analisi superficiale potrebbe apparire assolutamente parente stretto del film serbo.
Sì, perchè questo è un film terribile, cattivo, spietato, fastidioso, sporco e inumano.
Ma sono le piccole cose che fanno la differenza, sono i piccoli accorgimenti che fanno sì che un film rimanga comunque un film e niente di più e non travalichi completamente la sua essenza distruggendo qualsiasi legge morale ed etica come fece A Serbian Film.
Ne parleremo.
L'aggancio con il primo capitolo è al tempo stesso banale e geniale, mi sembra di aver visto fare una cosa simile da Fulci. Ma più si va avanti più la scelta pare importante perchè passa da semplice escamotage di raccordo a vero e proprio motore narrativo.
Il film diventa uno strano esercizio metacinematografico davvero sorprendente.
Martin ama quel film, lo ama alla follia, ne fa una ragione perversa di vita. E vuole realizzare quello che per ora è soltanto pellicola. Non solo vuole realizzarlo ma addirittura migliorarlo...
Martin è una delle figure di villain più riuscite della storia recente del cinema horror.
Una cosa disgustosa.
Piccolo, grasso, sudato, orrendo, pazzo, quasi deforme, mentecatto, una specie di bambino in un orrendo corpo di adulto. Fa paura, letteralmente, un freak moderno davvero aberrante, e il fastidio è così forte che si estende allo stesso attore che lo interpreta. Ovviamente abusato da bambino, succube della madre, ha solo in testa una cosa, costruire il suo mostro, il suo centopiedi umano.
Uccide senza pietà, la sua non è nemmeno cattiveria, è pazzia allo stato brado, la cosa peggiore che esista.
Le scene al limite sono moltissime, il massacro della madre, quello dello psicologo, l'estenuante e insopportabile lunga sequenza della coprofagia, il taglio dei tendini rotulei, la lingua, l'uomo dissanguato, le stesse scene del vero centipede, le esecuzioni. Basta, viene da gridare, basta.
Ma, per un film che molti etichetteranno come semplice monnezza, come opera disgustosa e malata, i miei riferimenti sembreranno pura blasfemia.
Ma quel bianco e nero, quei corpi nudi, sporchi, a terra umiliati, la mente non può che andare al Salò di Pasolini.
Quella immagine dall'alto di quei 12 corpi, 11 proni e 1 supino (anche per forza, la donna incinta) è di allarmante e terribile bellezza.
E c'ho visto dentro anche il Lynch di Eraserhead, specie in quel pranzo dall'atmosfera rarefatta con la madre.
E il Noè di Seul contre tous, nel protagonista (anche fisicamente) e nel suo odio verso gli uomini.
Ma attenzione, sono solo suggestioni, The Human Centipede non ha la minima pretesa autoriale ed è qui la sua grandezza, il suo discostarsi da aberrazioni serbe varie. E c'è. c'è, un senso etico ultimo, non solo nel risparmiare quel bambino nero, non solo nel far salvare soltanto la donna incinta (anche se poi per un tragico destino va a finir male) ma soprattutto per quello che accade nel finale.
Eppure c'erano i richiami onirici...
Quel parcheggio teatro di mattanze sempre indisturbate.
Quella figura dello psicologo così lynchiana.
Quei colpi in testa per cui nessuno moriva ma tutti svenivano.
Quell'attrice che crede al film di Tarantino ed entra in quel porcile.
Quell'atmosfera a casa così assurda...
Il finale arriva quasi come unica soluzione possibile, anche se non ci avevamo pensato fino ad allora.
Ed è qui che The Human Centipede 2 si discosta finalmente, con uno strattone, da opere abiette come A Serbian Film.
Perchè usa il metodo opposto.
Uno voleva farci credere che tutte le aberrazioni mostrate non solo erano verità filmica ma erano metafora o forse addirittura rappresentazione di verità reali, fuori dal film.
L'altro, questo, non solo non vuol farci nessuna lezioncina ma la sua verità, quella filmica delle cose che accadono, non solo non è trasposizione di quella reale, ma non è vera neppure lei.
Tom Six ha fatto due film e ha chiuso un cerchio in una maniera incredibile.
E sono disgustosi sì, ma uno era un semplice film, uno il parto della mente di un uomo.
Vallo a dire a Spasoljevic, o come cavolo se chiamava.
( voto 8 )
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