Sin da quando il cantante si è rimesso in moto col progetto Space Mirrors e i suoi due album solisti (vi consigliamo il bellissimo Farewell To Graveland), il ritorno degli Hortus Animae è diventato qualcosa di più di un auspicio, anche perché quelle nuove avventure discografiche coinvolgevano già i vecchi compagni di strada. Ci piace pensare che tutto questo, assieme anche ad altro, abbia contribuito non poco a plasmare Secular Music, un disco dedito in buona parte alla violenza, fattore determinante e soprattutto inaspettato. L’approccio alla forma-canzone è diventato più diretto, nonostante lo scheletro delle composizioni del gruppo sia sempre complesso così come in passato. A nove anni da The Blow Of Furious Winds, nonostante il netto cambiamento, il legame col vecchio materiale è ancora forte, grazie ai continui richiami che ogni brano contiene. Il binomio tastiera/chitarra è un marchio inconfondibile, così come i repentini cambi, l’immancabile suite e la cover posta sul finale. Ad ascolto finito, insomma, tiriamo un sospiro di sollievo per il sound che fortunatamente non è stato intaccato: nonostante ciò l’eterogeneità fa da punto cardine, aprendo un ventaglio musicale godibile e ispirato.
Tracklist
01. God And His Disgusting Children
02. Blood Of The Earth – The Truth Against The World
03. Dystopian Apocalypse
04. At The End Of Doomsday (Pt. 1, 2, 3)
05. The Poison Of The Naga
06. Impromptu Op. II – Pain Relieved
07. Chamber Of Endless Nightmares
08. Aqualung (Jethro Tull cover)