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Hot cakes – The darkness

Da Sweetamber

Ebbene si. Ci hanno messo “solo” 7 anni, ma alla fine sono tornati. Sto parlando dei The Darkness, la più assurda band glam-rock della storia musicale recente.
Era da un pezzo che il leader, Justin Hawkins (probabilmente uno dei rockers meno belli del pianeta), aveva annunciato l’arrivo del nuovo album, e il primo singolo Nothing gonna stop us assieme al secondo estratto Everybody have a good time circolavano da un po’ in radio.
Hot cakes – The darkness
Ho ascoltato l’intero album, la cui copertina richiama lo stile caratteristico del gruppo: belle signorine cosparse di sciroppo d’acero sopra tre enormi pancakes. Non è certo necessario possedere una laurea in lingue per intuire il malizioso doppiosenso richiamato dal titolo dell’album. In totale 15 pezzi, di cui quattro demo o remix; fra i brani anche una cover di Street spirit (fade out) dei Radiohead.
Spesso i ritorni delle band sono deludenti, i brani poco incisivi e lo spirito fiacco. Non è il caso dei The darkness, che tornano più splendenti che mai con una serie di brani su cui spicca la caratteristica voce in falsetto di Hawkins.
Non hanno tradito gli album precedenti né il loro stile (come certi artisti che, al momento, si stanno amabilmente sputtanando con album di pessima fattura) e se si dovranno aspettare altri sette anni per un album buono come questo, ben venga.

La copertina dell’album a mio avviso è geniale. Sembra una foto, no? Invece si tratta di una riproduzione dipinta realizzata su un modello reale di tre fanciulle cosparse di qualcosa di indefinibile stese e ammicanti su tre pancakes enormi (veri?).
Vedere le foto per credere.

Hot cakes – The darkness

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Hot cakes – The darkness

Hot cakes – The darkness

Hot cakes – The darkness

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Hot cakes – The darkness

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