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Con le commedie ho uno strano rapporto. Tutti quelli che mi conoscono possono confermare che il mio è uno dei peggiori sense of humour esistenti sul pianeta, che non è secondo manco al peggior comico irlandese di quarta categoria. Un esempio? "Sapete qual'è la stagione preferita di Lestat? L'estate..." Ecco, dopo una cosa simile dovrete credermi in parole. Io credo che sia perché, anziché guardare cose che mi facciano ridere, ho sempre preferito i film che inducono alla depressione, forse è per questo che amo opere come Old boy o Evangelion. Ciò non significa che le cose che fanno ridere non mi piacciano. Adoro Scrubs (o almeno, le prime serie, quando era ancora guardabile), mi pace Camera Café e soprattutto adoro la Trilogia del Cornetto, iniziata con Shawn of the dead e della quale questo film è il secondo tassello. E se precedentemente si era presa alla berlina il genere horror con tutti gli stereotipi e le citazioni del caso, adesso tocca al genere action.
Nicholas Angel è il poliziotto più efficiente di Londra. Forse troppo, tantoché le sue azioni rischiano di oscurare tutto il suo reparto. I piani alti quindi decidono di trasferirlo in un paesino della campagna inglese dove non succede nulla. Ma le cose, soprattutto se c'è Angel in giro, non sono destinate ad andare tranquillamente...Ci vogliono degli inglesi per fare delle belle commedie, o almeno, per fare delle storie e delle scritture all'altezza. Da questo punto di vista mi dimostra un po' razzista, e do ai nostri cugini britannici più del merito che effettivamente spetterebbe loro. Ma non ci posso fare nulla, come a voler ribadire il mio pessimo senso dell'umorismo, io la commedia inglese la adoro. Siano esse quelle di Oscar Wilde oppure quelle dei comici ebrei che si trasferirono sotto l'ala della Regina per cercare fortuna. Qui non ci sono eccezioni. Si riconferma il cast artistico della precedente pellicola, e in fatti abbiamo di nuovo il regista Edgar Wright che scrive la bellissima e brillante sceneggiatura insieme all'attore Simon Pegg quest'ultimo affiancato dall'immancabile Nick Frost. Stavolta si decide di mettere alla berlina il genere poliziesco, da quello degli anni Ottanta fino a quello moderno d'azione di Michael Bay (l'aereo che compare alla fine non è un caso, è una firma del 'regista' americano, che qui viene citata), facendo denotare una perfetta conoscenza del mezzo d'espressione. Ed è questo che rende questa trilogia così preziosa anche a livello metacinematografico, perché Edgar Wright pur essendo un regista legato alla commedia come fa denotare con le tempistiche delle sue pellicola, è un cinefilo di tutto rispetto, e lo fa scoprire grazie alle commistioni col genere di partenza e facendo diventare importanti non solo le scene più ridanciane ma anche quelle legate all'azione o alla tensione. Perché la cosa che mi ha fatto capire che coloro che hanno realizzato questa Trilogia sono delle menti malate e la perfetta funzionalità ambivalente di tutti i film. Se il primo funzionava sia come commedia che come horror, questo offre anche una storia di mistero e intrighi che, con le dovute esagerazioni richieste dal genere primario che viene trattato, sa trattenere ed appassionare. Vi giuro, io sono arrivato a dimenticarmi che fosse una commedia ed a domandarmi chi cazzo fosse il colpevole. Quegli uomini incappucciati sono di grande effetto, e tutte le atmosfere che predominano la seconda parte mi hanno davvero colpito. Facessero film 'seri' così, la situazione cinematografica mondiale sarebbe messa decisamente molto meglio. Gran parte del merito quindi va alla sceneggiatura, che oltre a una storia ben fatta ed articolata sa offrire una moltitudine di battute che mi hanno fatto venire i crampi allo stomaco dal ridere. Ma il fiore all'occhiello è dato da una regia divina e fantastica, che non offre un minuto di tregua e non fa mai calare il ritmo. E' impossibile interrompere la visione perché tutto è narrato così divinamente (già a partire dal prologo), con così tanto entusiasmo e voglia di fare, che non c'è mai un momento morto, anche nelle situazioni più calme e 'di passaggio'. A questo poi uniamo una squadra di attori e comprimari davvero ben affiatata, e il gioco è fatto. Ma questo non rimane solo un film citazionista o cazzaro, qui si hanno pure degli approfondimenti psicologici dei personaggi. Ovvio, tutto un po' all'acqua di rose e senza mai cadere nell'inflessione freudiana, ma comunque smepre in maniera dignitosa e coerente con sé stessa.Io lo consiglio. Un capolavoro moderno, senza se e senza ma. Vi rotolerete dalle risate e troverete un nuovo regista di riferimento che è Edgar Wright.Voto: ★★★★★
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