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Terminiamo le recensioni dei film della così detta "Trilogia del Cornetto" con il secondo film uscito in ordine cronologico: Hot Fuzz. Film del 2007, scritto e diretto dal solito Edgar Wright con i soliti Simon Pegg e Nick Frost. Se il primo capitolo della trilogia (Shaun of the Dead) nasceva con l'intento di parodiare il l'horror dimostrando amore incondizionato per il regista nei confronti di questo genere, il secondo capitolo dimostra tutto l'amore di Wright per il cinema di genere in generale. Hot Fuzz è infatti non solo una parodia del genere action, ma anche del thriller e dello splatter, una commedia dall'humor inglese condita da tanto sangue e scene d'azione degne del miglior cinema hollywoodiano e hongkonghese.
Vittima dell'invidia dei colleghi e dei superiori, l'agente Nicholas Angel, pluridecorato, viene considerato un esaltato. Con la scusa di una promozione i suoi superiori cercano di allontanarlo il più possibile da Londra, spedendolo in un paesino a 250 km di distanza, dove non accade nulla di emozionante, almeno apparentemente... (da filmscoop.it)
Non è facile prendere (e prendersi) in giro rispettando le regole di un genere che, sulle regole, ci vive. La cosa diventa veramente difficile se poi i generi "messi in mezzo" sono più di uno. Ecco, Hot Fuzz è un frullato i cui gli ingredienti sono talmente ben dosati che il risultato ottenuto è non solo incredibilmente gustoso ma, soprattutto, equilibrato. E se guardiamo un film come Hot Fuzz la parola equilibrio non è di certo la prima che ci viene in mente. Le gag sono talmente ben congegniate da non appesantire mai la narrazione, le scene d'azione sono naturali e non stonano in un contesto da commedy, la storia è solida, con un finale interessante e alcune trovate che mantengono sempre la tensione sopra la media. In più ci sono una serie di citazioni (e autocitazioni) che rendono il film interessante anche da un punto di vista cinefilo.
Gli inglesi per me sono la razza superiore. Forse subito dopo i nord europei. Sottigliezze. ma quando si tratta di far ridere, gli inglesi non sono secondi a nessuno. Con Hot Fuzz si ride e si ride di gusto, ma la cosa fantastica è che tra una risata e l'altra ci si appassiona veramente. Il ritmo sostenuto e la caratterizzazione approfondita dei personaggi (che si evolvono durante il film, non rimanendo semplici macchiette prive di spessore) non lascia scampo: il risultato non è solo intrattenimento ma la possibilità di entrare nella storia data allo spettatore che, oltre a ridere, non può far altro che farsi delle domane e partecipare attivamente alla pellicola. Se ci aggiungiamo un mattatore come Simon Pegg e la spalla perfetta (tra l'altro un discreto trasformista) come Nick Frost, allora il dado è tratto.
Da molti Hott Fuzz è stato considerato un minore rispetto a L'Alba dei Morti Dementi. Per me non è così, anzi: i due film sono paralleli e possono essere apprezzati ognuno per motivi differenti. Quindi va a gusti. Il livello è comunque alto e Edgar Wright si può solo amare, lo ha confermato con il recentissimo The World's End. Tutto il resto ha un valore relativo.
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