Duo con base a Philadelphia, Pennsylvania, questo degli Hot Guts. Wes Russell suona la chitarra e canta, mentre Shari Wallin si cimenta con drum machines e synths (oltre a dare una mano alle vocals). L’apertura di questo loro secondo album (l’esordio, “Edges”, risale al 2012) è per la serafica e mortuaria “All Suns”, recitato (più che cantato) di Russell e base elettronica scabra e tribaloide al punto giusto. A conti fatti il brano migliore di un disco che, anche in questo caso è – come molte uscite della Avant! Records – testimonianza della storicamente mai sopita voglia di suonare dark-rock semplice e senza tanti fronzoli. Semplicità fa anche rima con ossessione, nel senso che un giro armonico basico come quello che caratterizza “Will Curry” è tanto efficace quanto chiaramente ispirato ai Depeche Mode “maledetti” di “Violator” e “Songs Of Faith And Devotion”, sempre da un’ottica fieramente molto più “malata”, sia chiaro. Nel secondo lato di questo vinile spiccano la melodia disturbata da pulsioni sci-fi e industrial della ballata “The Name Of The World” e la nenia in salsa Nine Inch Nails dell’ammaliante “Drift”. Chissà cosa ci riserveranno ancora in futuro, visto che le basi sono già buone.
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