Magazine Cinema

Hotel

Creato il 27 dicembre 2012 da Giuseppe Armellini
HotelMi sono approcciato a questo piccolo film austriaco pieno di pregiudizi.
Pregiudizi, in questo caso, positivi visto che alla regia c'è quella piccola hanekina di Jessica Hausner, autrice di quella meraviglia di Lourdes, uno dei film più belli passati per questo blog nella scorsa, e in quel caso pure ricca, stagione.
Beh, Hotel è di 5 anni precedente (anche se tra i due non ci sono altri lavori) e senz'altro di gran lunga inferiore.
Ci troviamo davanti al classico film indecifrabile, piccolo gioiello per chi riesce a viverlo e capirlo fino in fondo oppure tremendo e pesantissimo pippone psicologico per chi non ce la fa o magari non vuole sforzarsi un pochino.
Io mi trovo nel mezzo, riconosco al film notevoli qualità ma una gestione del ritmo (lo ripeto sempre, il ritmo per me non è dato da cosa succede nel plot ma dalla capacità di tenermi vivo nell'attenzione o no) e un'eccessiva difficoltà nella sua comprensione.
Irene è una ragazza che trova un impiego in un Hotel sulle Alpi. Sostituisce una ragazza scomparsa misteriosamente. Tutti gli altri componenti della crew dell'albergo eludono l'argomento. Perchè?
Guardando il film mi sono venute in mente tre pellicole grandiose. Nominarle sembrerà una bestemmia ma vi assicuro che a tratti l'altmosfera che si respira li richiama.
Mi riferisco a Shining per l'ambientazione, l'albergo, che sembra quasi un personaggio a sè e per la sensazione che quelle mura nascondano un passato di sangue e misterioso; a The Kingdom di Lars Von Trier all'incirca per gli stessi motivi ma in maniera ancor più pertinente, e al maledetto Antichrist sempre di Trier per quella foresta, per la sua carica metaforica incredibile, per quella punta mai esplicitata poi del tutto di paranormale che aleggia nell'aria.
Irene è attratta da quei corridoi oscuri, è attratta da quel bosco che circonda l'albergo, è attratta da qualcosa di oscuro. E' sì impaurita ma al contempo non riesce a non camminare verso quell'oscurità. Credo che sia questa la tematica principale, l'uomo che piano piano vuole conoscere la parte più nera di sè stesso, che invece che fuggire sotto la luce del sole viene calamitato nel misterioso mondo delle ombre. La locandina sembra suggerire che sì, è questo che la Hausner voleva esplorare.
Gli altri personaggi così strani, sfuggenti, misteriosi, antipatici sembrano quasi appartenere a una specie di setta che vuol portare Irene in una precisa direzione (anche questo aspetto, dei personaggi e del loro ruolo, il film ricorda tanto The Kinkdom).
Però c'è qualcosa che non convince, il plot sembra star troppo tempo fermo, la decisione finale di Irene di incamminarsi là pare troppo esagerata, improvvisa, rispetto alle sequenze che la precedono. Girare un film così a 32 anni non è facile, le sfumature da dare ai personaggi e agli snodi narrativi troppo difficili per una pellicola che basa quasi tutto sull'aspetto psicologico diegetico e di chi guarda.
Curiosa la similarità con alcune scene di Lourdes come ad esempio le cene comuni o quel ballo da balera che se qui è semplice intermezzo nel film seguente sarà colonna visiva e sonora di un finale di una bellezza unica. E anche qua la protagonista se ne sta ferma sul muro a guardare.
Per gli amanti dei super film d'autore visione consigliata.
Magari anche solo per stroncarlo poi.
( voto 6,5 )

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines