È piuttosto difficile stabilire se Howard Philips Lovecraft, forse il più seminale scrittore del fantastico degli ultimi due secoli, immaginasse che avrebbe avuto un’influenza così vasta nella letteratura a venire.
In base alla sua biografia, verrebbe da dire che il solitario di Providence scrivesse più per se stesso che per gli altri e che, se avesse saputo che una delle sue creature sarebbe finita su tazze, felpe, magliette e gadget vari, avrebbe gettato nel fuoco tutti i suoi scritti.
Quest’ultima ipotesi è in effetti confermata da quanto scrive nel saggio In difesa di Dagon:
“The opinions of the masses are of no interest to me, for praise can truly gratify only when it comes from a mind sharing the author’s perspective. There are probably seven persons, in all, who really like my work; and they are enough. I should write even if I were the only patient reader, for my aim is merely self-expression. I could not write about ‘ordinary people’ because I am not in the least interested in them. Without interest there can be no art” (“In Defence of Dagon” as found in Collected Essays, Volume 5: Philosophy, Hippocampus Press).1
Forse, al contrario, lo schivo scrittore del New England nel profondo della sua psiche desiderava segretamente essere osannato, tanto da stringere patti indicibili con le stesse creature da lui raccontate. Quale che sia la verità, è indubbio che la sua importanza e influenza siano enormi ancora ai nostri giorni. Le sue opere sono state più volte trasposte in altri media e il fumetto non fa eccezione. L’ultima versione, almeno in Italia, dei suoi racconti è quella di Erik Kriek, edito in Italia dalla Eris, intitolata H.P. Lovecraft – Da Altrove e altri racconti.
In quest’opera, il fumettista olandese illustra e riscrive alcuni dei racconti più famosi dello scrittore americano; per essere esatti: L’estraneo (The Outsider 1921), Il colore venuto dallo spazio (The Colour out of Space, 1927), Dagon (Dagon 1917), Da altrove (From Beyond 1920) e La maschera di Innsmouth (The shadow over Innsmouth, 1931).
Le sue versioni sono lievemente diverse rispetto all’originale, ma mantengono quel fascino oscuro e raccapricciante dei racconti. Le modifiche sono giustificabili per ragioni di struttura e impianto narrativo e poco sottraggono agli originali. Sarà anche per questa loro capacità di adattarsi e mantenere la peculiare natura raccapricciante, che i racconti di Lovecraft hanno avuto e continuano ad avere una grande influenza sulla produzione fantastica.
La copertina dell’albo è una vera chicca che, oltre a citare lo stile fumettistico americano degli anni ’50, ricorda le copertine dei migliori album psichedelici. Anche il lettering d’ispirazione ittica usato per il titolo di Dagon è un piccolo tocco d’artista.
Diamo ora un rapido sguardo ai singoli racconti per evidenziarne in grandi linee le differenze rispetto agli originali. Per quanto riguarda L’estraneo, la storia è quasi identica all’originale, solo alcune didascalie sono diverse, variazione che potrebbe dipendere da questioni di traduzione. Per ovvie ragioni legate al mezzo fumetto, si perde un po’ dell’effetto sorpresa determinato dalla rivelazione finale. Anche l’interpretazione “psicanalitica” data dalla scena dello specchio è un po’ “sacrificata” in una, seppur notevole, ma singola splash page priva di testo.
Ne Il colore venuto dallo spazio, la limitazione maggiore è data dal bianco e nero dell’albo, nel racconto il colore spesso ha una sua componente. Le descrizioni lovecraftiane dell’entità stellare protagonista del racconto risultano infatti molto complesse da rendere visivamente. La trama è cambiata nel susseguirsi delle scene e i personaggi hanno più preponderanza rispetto alla versione letteraria. Per alcuni ciò potrebbe far perdere un po’ dell’atmosfera e dell’orrore originali, in compenso nel racconto ci sono due vignette degne di nota, ai lettori la sfida di trovarle.
Dagon è il primo e uno dei più importanti racconti di Lovecraft e dei Miti di Cthulhu, ciclo del quale fanno parte anche La maschera di Innsmouth e Il colore venuto dallo spazio. La storia è praticamente identica, la scena dell’ “approdo” è più corta, probabilmente per motivi di narrazione e ritmo narrativo legati al fumetto, ma soprattutto è stato eliminato completamente qualsiasi accenno alla droga. Risulta purtroppo il racconto più debole del volume.
Da Altrove è fondamentalmente uguale all’originale, manca solo un pizzico di sensazione allucinatoria in più, ma anche qui ci sono un paio di notevoli vignette psichedeliche.
È indubbio che l’impresa in cui si è imbarcato Kriek è di quelle ardue, spesso gli autori si sono arresi o hanno fallito davanti al duro compito di trasporre il tocco del “sognatore di Providence”. L’autore invece è riuscito nell’intento con un’opera che rende fede, per quanto possibile, all’originale.
Kriek è considerato uno dei maestri del fumetto olandese, famoso per la sua creatura Gutsman (un anti-supereroe parodia degli eroi della Golden Age) e per aver collaborato con numerose riviste tra le quali Zone 5300, dove compare regolarmente un adattamento delle storie di Lovecraft. I suoi disegni, marcatamente ispirati agli illustratori degli anni ’50 americani, a quello degli albi della EC Comics per capirsi, sono anche simili a quelli dei fumettisti underground della controcultura statunitense: nella sua opera si possono ritrovare influenze di Crumb, Corben (che nel 1987 ha realizzato una versione a fumetti del racconto I ratti nei muri) e Pekar, solo per citarne alcuni. Da quegli autori Kriek prende il tratto dettagliato e grottesco, ma rende i suoi personaggi ancor più caratterizzati, quasi a voler imprimere nella loro fisicità, nel loro aspetto visivo e quindi grafico, gli orrori di cui sono protagonisti, quasi a voler ritentare sul piano illustrativo l’operazione che Lovecraft compiva su quello narrativo, ovvero il far penetrare l’orrore proprio nella fisicità dei suoi personaggi.
A nostro parere un’ottima edizione. Fhtang!
Abbiamo parlato di:
H.P. Lovecraft – Da altrove e altri racconti
Erik Kriek
Traaduzione dall’olandese a cura di Alexander Tegelaars
Eris edizioni
112 pagine, bianco e nero, brossurato – 16,00 €
ISBN: 9788890693960