23 Ottobre 2012
“DIVERSAMENTE ABILE. CHE COSA NASCONDE UNA PAROLA COSI’ LUNGA”
Mi chiamo Luca Lapi.
Ho 49 anni.
Sono diversabile (diversamente abile con Spina Bifida e Idrocefalo) dalla nascita.
Mi sono già presentato, qui, IN BIBLIOTECA.
Non penso che una parola così lunga nasconda qualcosa, ma, al contrario, mostri qualcosa, mostri, addirittura, tutta la realtà (negativa, ma anche positiva) della diversa abilità, mostri qualcuno, tutte le realtà (negative, ma anche positive) dei diversamente abili.
Il diversabile può nascondersi per vergogna (negativa), ma anche per umiltà (positiva).
Può nascondersi, fisicamente, ma, contemporaneamente, mostrarsi (non per un ipotetico Concorso di Mr. o Miss o Mrs. Diversabile) attraverso lettere, e-mail, posts, discussioni che non richiedono risposte immediate, incontri immediati “face to face”, ma che attendono, con umiltà e nel silenzio, una risposta, in qualunque modo essa possa arrivare.
Una risposta può arrivare nero su bianco e si è contenti, io sono contento perché la parola vola e lo scritto rimane, perché si può scrivere e leggere anche in tarda serata, mentre per incontrarsi “face to face” occorrerebbe fissare orari più appropriati.
Si è meno contenti, io sono meno contento quando, conoscendo chi mi scrive, chi mi ha scritto, intuisco che l’ha fatto per mantenere le distanze dal sottoscritto, per togliersi un dente o pagare una tassa (anche, comunque, incontrandomi, ma, solo, per codesta volta e, poi, mai più).
Accade che i diversabili si nascondano per evitare brutte sorprese dai contatti, dagli incontri con gli altri.
Accade, però, anche che i diversabili si nascondano non per isolarsi, ma per imparare a convivere con la solitudine, per imparare a non attaccarsi troppo agli altri, a non dipendere troppo dagli altri, per non trovarsi a non riuscire più a vivere esperienze di vita autonoma, ma anche per non opprimere gli altri con la loro presenza.
Luca Lapi