M. Arkoun, Humanisme & Islam. Combats et propositions, Barzakh, Alger 2007
Mohammed Arkoun è stato uno dei primi pensatori contemporanei a occuparsi di una rilettura del passato nel contesto del pensiero musulmano contemporaneo, sostenendo che esistono zone d’ombra, di rifiuto e di oblio volontario di diverse ‘zone’ del pensiero classico.
E, ancora, che a partire da un certo punto, che egli identifica con il XVI secolo circa, il rifiuto ha coinvolto le grandi scoperte scientifiche e le i risultati del ragionamento intellettuale. Egli definisce questo volume come un contributo a quella che definisce la “sociologia dell scacco e della riuscita nella storia del pensiero in contesti islamici”.
Scopo del libro, che si pone idealmente come prosecuzione di un altro testo dell’autore, L’umanesimo arabo dal IV al X secolo, nel quale egli sosteneva l’esistenza e l’espansione di un pensiero umanista di espressione araba, è quello di comprendere il processo che, gradualmente, ha portato alla scomparsa di questo umanesimo. Pur se nel periodo della nahda alcuni segni di ripresa di questo spirito sono individuabili, resta il fatto che il mondo intellettuale arabo non si è interrogato sulle condizioni di una liberazione intellettuale e culturale degli spiriti e ha scelto piuttosto di rinchiudere coloro che aspiravano a una cittadinanza democratica nel dogmatismo, mescolando religione e nazionalismo al punto da instaurare violenze strutturali nelle società.
I capitoli affrontano dunque tematiche differenti ma tutte legate alla pratica di un pensiero umanista nel quale teoria e pratica sono costantemente legate.
Questa caratteristica del pensiero di Arkoun è una scrittura che si basa sulle esigenze formulate nel titolo del terzo capitolo: Transgresser, déplacer, dépasser.
Un libro molto interessante di un intellettuale che, altro fatto come sempre per noi inspiegabile da anni si occupa di rileggere l’islam ma che fino a oggi non è stato ritenuto degno di esser pubblicato in lingua italiana da una casa editrice importante…
Il volume è uscito in Marocco e in Algeria in lingua francese e, come segnala Arkoun nella prefazione, è stato tradotto in lingua araba ma egli stesso ne ha fermato la pubblicazione dato il cattivo livello della traduzione. Egli considera tuttavia fondamentale che quest’opera venga letta anche in lingua araba.
(la copertina si riferisce all’edizione francese, Vrin, Paris 2005)
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