È uscito in questi giorni Hunger, il film di Steve McQueen interpretato da Michael Fassbender che racconta con una durezza terribile ciò che avvenne nel carcere di Long Kash, a Belfast, nei drammatici mesi del 1980 e del 1981 quando i detenuti dell’Ira misero in atto prima lo sciopero dello sporco e poi lo sciopero della fame. Fu una scelta portata fino all’estremo, morirono in dieci. Ecco la loro storia.
Martin Hurson fu il sesto. Morì il 13 luglio 1981. Aveva 25 anni, era detenuto nel carcere di Long Kesh, Irlanda del Nord. Quel carcere divenne famoso con un altro nome: Maze. I detenuti politici irlandesi erano detenuti nel blocco H. Martin aveva iniziato lo sciopero della fame il 29 maggio, dopo 44 giorni sopravvennero le complicazioni: fu quello che resistette di meno, ora è sepolto nel cimitero di Galbally, contea di Tyrone. Prima di lui c’erano stati Joe McDonnell, Patsy O’Hara, Raymond McCreesh, Francis Hughes. E Bobby Sands. Fu il primo fare lo sciopero della fame, il primo a morire. Chiedeva, insieme agli altri detenuti dell’Ira, che gli venisse riconosciuto lo status di prigioniero politico. Smise di nutrirsi il 1° marzo 1981, cessò di respirare dopo 66 giorni. Il 9 aprile era stato eletto al parlamento britannico in un’elezione supplettiva: non prese mai possesso del suo seggio, restò in carica solo 25 giorni mentre tutto il mondo premeva su Margareth Thatcher perché concedesse qualcosa ai detenuti irlandesi.
La Thatcher non mollò, ma non mollarono nemmeno Bobby Sands e gli altri. Il 7 maggio del 1981 c’erano 100 mila persone ad accompagnare la bara di Sands dalla sua casa, a West Belfast, fino al cimitero di Milltown. I volontari dell’Ira in divisa e con il volto coperto dal passamontagna spararono in aria tre colpi. Nelle immagini del funerale, dietro la bara si distingue Gerry Adams, oggi è il presidente del Sinn Fein, il partito che un tempo era il braccio politico dell’Ira. Hanno fatto decine di canzoni su Bobby Sands, scritto decine di libri: il comandante Sands è il martire simbolo dei repubblicani irlandesi. Disse: «La nostra vendetta sarà il sorriso dei nostri bambini». È anche il simbolo più odiato dai militanti protestanti britannici. C’è una canzone che intonano i tifosi dei Rangers, la squadra protestante di Glasgow (da non confondere mai con il Celtic, squadra cattolica). La canzone dice «Would you like to try a cheeseburger Bobby Sands?» E poi «Well I’m going for my dinner now Bobby Sands, would you like me to bring you back a doggy bag?».
Morirono anche Kevin Linch, Kieran Doherty, Thomas McElwee. L’ultimo fu Mickey Devine, morì il 20 agosto alle 7,30 del mattino. Lo sciopero della fame dei militanti irlandesi si concluse il 3 ottobre 1981, pochi mesi dopo il governo britannico avviò un lentissimo processo di revisione del sistema carcerario: alcune delle richieste dei detenuti vennero accettate.
Il 10 aprile 1988 a Belfast è stato firmato l’accordo di pace del venerdì santo, l’Ira ha deposto le armi. Ogni tanto i fuochi si riaccendono. Succede quando, e avviene in estate, i protestanti iniziano le loro celebrazioni per ricordare la vittoria del 1690 di Guglielmo III d’Orange contro l’ultimo re cattolico, Giacomo II . A parte scontri sporadici, la pace però regge.
Ma non c’è un solo cattolico irlandese che abbia dimenticato Bobby Sands e quei giorni del 1981. Ho conosciuto un militante del Sinn Fein. Aveva una maglietta che diceva “I still hate Thatcher”.
Noi siamo mille miglia lontano da quella storia e sarò anche un po’ romantico e naive, però quando ripenso alla storia di Bobby Sands, Martin Hurson e gli altri un po’ mi commuovo.