Scritto da: Nina Catalano 8 aprile 2014 in Salute e benessere Inserisci un commento 61 visite
Siamo sicuri che le malattie esistono davvero?
La domanda è davvero strana, ma sorge spontanea quando si legge di un popolo, che non conosce il significato delle malattie, non hanno casi simili di malattie quali cancro o altro, e sono il popolo più longevo del mondo. Gli Hunza, sono una popolazione, che vive a ridosso del fiume Gilgit nei pressi di una valle Himalayana e detta così sembra davvero una storia inventata, ma buon per loro, non lo è.
Gli Hunza, non conoscono il significato della parola malattia, non sanno cosa sia il cancro, o le malattie degenerative del sistema nervoso, ancora più strano risulta essere il dato che, nel loro mondo e nella loro cultura, non hanno una corrispondenza con le nostre “orribili” malattie, neanche un caso simile che sia possibile equiparare. Gli Hunza, non conoscono le malattie.
Ed è strano se pensiamo che la sanità europea, o ancora quella italiana, vanta casi in cui medici, riescono a tenere in vita, i nostri cari moribondi alla “tenera” o “veneranda” (non si capisce più) età di 80 anni.
Gli Hunza, sono ad oggi il popolo più longevo della terra, con una età media, che raggiunge i 130 / 140 anni. Le donne Hunza, sono ancora fertili all’età di 90 anni e tutto questo grazie al dato emerso e racchiuso nel libro “Gli Hunza” di Ralph Bircher, pubblicato da Libreria Editrice Fiorentina.
Vedere uomini di 100 anni che lavorano i campi senza alcuno sforzo fisico e con il sorriso, vederli prendersi cura delle loro famiglie, con forza e grinta da vendere, o ancora vedere le donne Hunza partorienti all’età di 90 anni, potrebbe sconvolgere il nostro quieto vivere ma è ciò che accade, grazie a tre stili di vita:
- Il digiuno: gli Hunza si nutrono in prevalenza dei prodotti della terra e in inverno, sono costretti ad un digiuno forzato, perché il Pakistan e la valle dove sono situati circa 10.000 Hunza, non produce viveri in abbondanza per tutta la popolazione, così in attesa del primo raccolto, si suddividono le razioni di cibo presente in natura, quando c’è.
- Una dieta vegetariana: gli Hunza, sono soliti cibarsi di pomodoro, spinaci, piselli, cavoli, pesche, pere e melograni. Noci, more e albicocche, traducendo la loro resistenza corporea, in qualcosa di sovrannaturale. Coltivano ancora orzo, frumento, miglio e grano saraceno.
- L’acqua alcalina: alla base della longevità del popolo Hunza, c’è sicuramente la fortuna di poter attingere da fonti d’acqua, che contengono un elevato PH che si traduce in un notevole potere antiossidante, e una elevata quantità di minerali assimilabili. E’ così che il digiuno, può risultare meno pesante, rispetto ad esempio al digiuno fatto da me, con la bottiglia d’acqua Vera, comprata al supermercato!
Non è forse arrivato il momento di capire davvero cosa cambiare della nostra vita, fatta solo ed esclusivamente di grandi contraddizioni?
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