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Hysterical Literature: l’orgasmo divertente che di letterario non ha un bel niente

Creato il 14 marzo 2014 da Temperamente

hysterical literature

Okay, «ogni mezzo è lecito per incentivare la lettura»; è vero, «è necessario sfruttare qualsiasi idea perché si parli di libri»; certo, «dobbiamo fare di tutto per rendere la letteratura divertente». Ma oggi vogliamo parlare di una trovata molto bizzarra – che sta avendo enorme successo –, il cui scopo è quello di esaltare la lettura attraverso lo strumento più “attrattivo” che ci sia: il corpo femminile. Qualche giorno fa abbiamo accennato all’iniziativa delle Naked Girls, ragazze che, armate solo di un libro e della potenza visiva del loro corpo completamente nudo, si esibiscono in quelli che definiremmo “nude readings” davanti a un pubblico promiscuo e assorto.

Ma se quello delle Naked girls è certamente uno spettacolo teatrale in piena regola – che, purtuttavia, ha indotto qualche bigotto fermo a fine ‘800 a gridare allo scandalo –, di ben altra natura è il fenomeno letteral-paradossale dell’Hysterical Literature, del quale probabilmente avrete sentito parlare sulle vostre bacheche di Facebook o di qualsivoglia rete social. Perché hysterical (termine che, tradotto letteralmente, assume il significato di “buffo”, “spassoso”)? Semplice, è una “letteratura divertente”, il cui scopo è testare la resistenza all’orgasmo femminile. Funziona così: in un elegante video in bianco e nero, compare il mezzobusto di una ragazza d’aspetto gradevole, che siede appoggiata a un tavolo. Dinanzi a sé ha un libro, che si accinge a leggere. Tagliato dall’inquadratura è ciò che sta sotto il tavolo: la graziosa fanciulla ha un vibratore posizionato proprio lì, e deve sforzarsi di proseguire la lettura come se nulla fosse, salvo più tardi arrendersi al piacere e lasciarsi andare a qualche gridolino liberatorio.

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Si può ipotizzare che l’iniziativa abbia un duplice obiettivo: da un lato si propone di puntare l’accento sulla cultura; dall’altro intende rompere il tabù sull’orgasmo femminile. Sul sito ufficiale, difatti, si legge: Hysterical Literature is a video-art series [...] it explores feminism, mind/body dualism, distraction portraiture, and the contrast between culture and sexuality. Okay. Noi, però, siamo convinte non persegua neanche uno degli scopi proposti.
Difficile concentrarsi sul testo, quando si sa perfettamente cosa sta distraendo la lettrice: il libro passa totalmente in secondo piano, diventando semplicemente il “resistenzometro” della ragazza, l’oggetto il cui scopo è quello di distrarla il più a lungo possibile da ciò che avviene più in basso. Stop.
Ma ci pare che anche quel nobile tentativo di “esplorare il mondo femminile” non sia del tutto riuscito. Ha davvero senso avere un orgasmo mentre si legge un libro, stimolata da un oggetto meccanico, dinanzi a migliaia di ignoti spettatori? Va bene “il piacere della lettura”, ma qui siamo un po’ oltre. Può questa pratica servire a far riflettere una fascia degli spettatori (uomini e soprattutto donne) sul piacere femminile? Se sì, che ben venga. Probabilmente, però, una tale spettacolarizzazione – spacciata per arte – di un fatto così intimo suscita solo l’interesse morboso di qualcuno. Strano, poi, che questo stravagante interesse artistico per il piacere della donna sia frutto della mente di un uomo (il fotografo e regista Clayton Cubbitt)!

It’s also really fun to watch!, si legge ancora sul sito. Ecco, allora, il vero scopo: divertire. LOL, forte guardare una donna che tenta di resistere al piacere leggendo un libro, risata garantita. Cosa c’è, difatti, di artistico, culturale, femminile in questo? Proprio nulla. Anzi, sorge addirittura il sospetto che dietro quel mordersi le lebbra, quel sorridere fintamente imbarazzata, quello stringere i pugni sul tavolo, quel contorcersi con un libro in mano ci possa essere l’esercizio dell’arte recitativa.
Una cosa è certa: l’Hysterical Literature ridicolizza a un tempo la letteratura e la donna.

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Lungi da noi ergerci a moralizzatrici: l’idea delle Naked Girls, per esempio, ci è piaciuta molto. Ma per cortesia tenete alla larga i nostri libri da un progetto che di letterario non ha un bel niente.

Angela Liuzzi


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