CON I MIGLIORI AUGURI PER UN SERENO 2016
In vista del nuovo anno – il web ridondante di buoni propositi – io, allergica a tali onerosi impegni, da buona scaricabarili ho pensato al vostro bene, figliuoli, e così vi dono con amore i 10 comandamenti, riadattati ai vostri giovani animi promettenti.
1. Non avrai altra madre all’infuori di me
Questa vi è toccata, figli miei. Desolata, ma dovete tenervela. Unica, insostituibile, ora vi appare una dea, ma già s’intuiscono brevi crepe nella vostra ingenuità cristallina, da cui filtrano le prime ombre. Verrà un giorno in cui implorerete di averne un’altra: nel frattempo mi adopero – prometto – per essere il meglio che posso e accettare che, in ogni caso, probabilmente, non basterà mai, essendo il mio concetto di “meglio” inevitabilmente diverso dal vostro. Voi, dal canto vostro, sappiate apprezzare che di mamma ce n’è una sola: vi risparmiate i rimproveri e le punizioni delle altre.
2. Non nominare il nome di mamma invano
Capisco l’entusiasmo per aver sovrapposto quattro cubi di lego. Capisco la novità di una principessa disegnata di fucsia anziché di viola. Capisco l’eccitazione per quella filastrocca che hai scritto e, credimi, non fingo a sorridere inorgoglita. Ma se al terzo richiamo non rispondo potrei essere in bagno. Se mi vedi già impegnata a ripulire la bocca di tua sorella e ravanare a terra a raccogliere croste di pasta. Oppure intenta a vestire due figli su tre, o pulire un deretano, o rispondere ad un altro dei tuoi fratelli secondo la priorità di chiamata, parlare a tuo padre, parlare da sola, non parlare affatto. Insomma occupata in una qualche maniera: verifica, prima di chiamarmi per la dodicesima volta.
3. Ricordati di santificare le feste
Weekend? Natale? Pasqua? Morti, Santi, quelli che volete: che ci crediate o meno, è vacanza anche per noi. Ha dell’incredibile: di fatto, magicamente, la casa va avanti comunque, i pasti si preparano (da soli?), i letti sono rifatti, vostra madre risponde alle vostre chiamate, il papà è perfino a casa e giochiamo pure con voi. Pazzesco. Eppure sarebbe festa anche per noi: non alzatevi prima delle 8, non sostituite il nostro lavoro ordinario col baby-sitting, e, soprattutto, non fraintendete il comandamento: sono le feste, che vanno santificate, non i genitori.
4. Onora il Padre e la Madre
Se non lo fai per il tuo bene, fallo per il nostro: obbedisci. Vedere che (almeno ogni tanto) ci assecondi e ci ascolti con cotanto ardore, ammiri le nostre opere, consideri il nostro parere, contribuisce al nostro senso di genitorialità e tiene viva, finché può, l’illusione di essere ancora un po’ eroi. O almeno non del tutto cretini.
5. Non uccidere
… tua sorella quando giocate ai lanci: se la becchi col cuscino dalla parte della zip le causi un apparente trauma cranico. I dieci minuti di tregua che mi avete accordato dovrò scontarli con quindici di urla strazianti. Se proprio dovete ammazzarvi, fatelo in silenzio.
6. Non commettere atti impuri
La nutella si può spalmare anche sul pane, non solo sul tavolo. I pennarelli disegnano anche sui fogli, non solo sui muri. Si può sapere e ricordare di avere un pisello anche senza giocare al lazo ogni due minuti. Si può ridere, parlare e inventare canzoni o fare battute anche senza usare cacca-pipì-water ogni due parole.
7. Non rubare
… se non sei esperto. Prima di tutto studia la collocazione. Poi assicurati di non essere visto. Quindi afferra ciò che brami. Infine riponilo esattamente dove l’hai trovato. (Questo vale per le cose che vi sottraete tra voi o, al limite, quelle di papà. I personal belongings materni non sono disponibili e nemmeno interessanti, fidatevi.)
8. Non dire falsa testimonianza
O anche sì. Dicono che quando un figlio inizia a dire bugie sia una tappa fondamentale della sua evoluzione: l’affermazione di sé e della propria indipendenza. Benissimo, fallo pure. E poi continua a essere indipendente allacciandoti le scarpe coi lacci, apparecchiando la tavola e riordinando le tue cose da te.
9. Non desiderare la mamma d’altri
È ancora presto, ma non appena quella crepa di cui al punto 1 inizierà ad assumere le mostruose sembianze di una voragine, io, madre enormemente sopravvalutata per anni, mi ridurrò a un piccolo maggiolino che si arrampica a stento: allora fioriranno i “ma la mamma di Tizio fa così”, “ma a Caio la sua mamma gli lascia fare questo”, e così via. È una fase: anch’io, in certi attimi, ho desiderato che foste figli degli altri.
10. Non desiderare la roba d’altri
Piuttosto chiedi a tua madre di comprartela. Scherzo. Nel momento esatto in cui esaudissi il tuo desiderio, quell’oggetto diventerebbe tuo e perderebbe istantaneamente il fascino di non esserlo. Sai che c’è? Questo comandamento in verità non lo capisco: desidera, invece, desidera eccome. Non tanto da prosciugare il piacere per ciò che già hai, ma abbastanza da tenerti sempre un centimetro più su, nelle aspirazioni, rispetto a dove sei. Meglio ancora se si tratta di traguardi, e non di oggetti.