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I 10 consigli da seguire alla lettera per sopravvivere ai concorsi di Scrittevolmente

Da Queenseptienna @queenseptienna

I 10 consigli da seguire alla lettera per sopravvivere ai concorsi di ScrittevolmenteE così vuoi partecipare a Sole a Mezzanotte, il nuovo concorso indetto da Scrittevolmente, eh? Ma lo sai in cosa ti stai andando a ficcare? Lo sai che il tuo racconto sarà letto, smontato pezzo per pezzo e analizzato e valutato da cinque delle persone più orribili sulla faccia della terra? Livin Derevel, la Sterminatrice di Mary Sue. Queenseptienna, incubo e terrore di tutti i siti di fan fiction, nonché nemica giurata dei romanzi steampunk di Francesco Dimitri. KillerQueen, la loro degna discepola. Aeon… beh, no, Aeon in confronto è un pezzo di pane.

E poi ci sono io, l’incubo peggiore del vostro racconto.

Ma oggi è una di quelle rare giornate in cui mi sento buono. Oggi voglio darvi alcuni suggerimenti che aiuteranno il prodotto della vostra immaginazione a uscire indenne dalla fase della selezione e, perché no, addirittura a piazzarsi tra i finalisti.

Quelli che trovate dopo il salto, scrittevoli lettori, i 10 consigli da seguire alla lettera se volete sopravvivere ai concorsi letterari di Scrittevolmente.

10. Leggi il bando

Prima di prendere in mano carta e penna (o mouse e tastiera) leggi per bene il bando del concorso e assicurati che la grande idea che hai in mente vi rientri. Non tentare di spedire il tuo racconto rosa ambientato nel Galles del 1500 sperando che nessuno si renda conto che non ci azzecca nulla col tema del concorso. Non siamo stupidi (non dopo il caffè, in ogni caso).

L’aderenza al tema del concorso è importantissima, perché la maggior parte dei racconti che abbiamo scartato per Stimmy e Tessy non erano abbastanza pertinenti alla traccia.

9. L’onestà prima di tutto

Mezzy è aperto a racconti che possono spaziare per tutti i millemila sottogeneri del fantasy: high fantasy, low fantasy, eroic fantasy, epic fantasy, urban fantasy, mitopoiesi, sword and sorcery, realismo magico, paranormal romance, comic fantasy, perfino al science fantasy; avete quindi grande possibilità di scelta. Se non sei ferrato con un sottogenere in particolare non scrivere di quel sottogenere.

Vale la prima regola della scrittura: sii onesto, scrivi quello che sai e quello che vorresti leggere, non scrivere per impressionare o per rientrare a tutti i costi nella traccia

8. Evita i cliché

A nessuno piacciono i cliché. A me in primis. Se proprio devi usare un cliché, gioca a reinventarlo, non esserne succube.

7. Non creare Arte, crea una buona storia

I concorsi letterari non sono il luogo adatto per la sperimentazione stilistica. Hai deciso di scrivere un fantasy con uno stile ibrido tra Bukowsky, Saramago, McCarthy, Palahniuk e il New Italian Epic? Probabilmente non mi piacerà. Scegliere lo stile sopra la sostanza è il primo errore da evitare se si vuole fare narrativa.

6. Sii parco con l’infodump

Hai creato un mondo partendo da zero: è magnifico, ma non mi interessa leggere una pagina di Wikipedia che ne parli.

L’infodump, ovvero il vizio degli scrittori di scaricare sui lettori tonnellate di informazioni sul world building, non è il male assoluto. Ma è come una sega a motore: nelle mani di uno che non sa maneggiarla può fare molto ma molto male. Non sto suggerendo di evitare l’infodump in tutto e per tutto. Sto suggerendo di dosarlo con intelligenza all’interno del racconto. E ricordati: show, don’t tell.

Per chiarificare, un esempio di infodump fatto male.

Il forte di Adro si ergeva sulla sommità del Monte della Luna. Sembrava una mano protesa ad afferrare il cielo, con le guglie aguzze delle sue torri che si stagliavano oltre il manto stellato. L’ultima roccaforte dell’Impero nella Terra delle Ombre era stata eretta ottocento anni prima, durante il regno di re Aylarin, un antenato di re Kaden, l’attuale sovrano dell’Impero della Primavera. Alla costruzione, tramandano i testi storiografici, avevano preso parte decine di potenti arcimaghi, che avevano usato il potere dei loro Yèl, la fonte costruttiva della loro magia, un potere derivante direttamente dagli Dei dei Cieli, per fortificare le pietre che componevano le mura e le torri fortificate. Era una costruzione solidissima, che aveva resistito a due tentativi di invasione dei Barbari dell’Ombra e perfino a un assedio da parte di Ioren Testa di Lupo, il signore delle tribù della Notte.
Era pensando a tutta la storia che si celava dietro i torrioni del forte di Adro, che Marteen varcò l’imponente portale.

Questo è pesante da leggere, e fa piangere i coniglietti (e non solo perché l’ho scritto in 0,2 secondi usando il fantasy setting generator).

Un esempio di infodump mascherato, ma comunque fatto male.

Marteen varcò l’imponente portale del forte di Adro e condusse il cavallo attraverso il cortile. Raggiunse le stalle, smontò, e affidò il destriero a un giovane scudiero.
«Una bella notte, eh?» disse.
Il ragazzo annuì. «Una bella notte, sì.»
«Tranquilla,» continuò Marteen. «Così tranquilla che non si direbbe mai che ci troviamo nell’ultima roccaforte dell’Impero prima della Terra delle Ombre.»
«No, mio signore», convenne il ragazzo.
«Il forte di Adro è stato eretto ottocento anni prima, durante il regno di re Aylarin, un antenato di re Kaden, il nostro attuale sovrano, lo sapevi questo?» Non lasciò all’altro il tempo di rispondere. «Lo sai che secondo gli storiografi alla costruzione di questo posto hanno preso parte decine di potenti arcimaghi, che avevano usato il potere dei loro Yèl, la fonte costruttiva della loro magia, un potere derivante direttamente dagli Dei dei Cieli, per fortificare le pietre che componevano le mura e le torri fortificate?»
«So che questa è una costruzione solidissima, mio signore», rispose lo stalliere. «Ha resistito a due tentativi di invasione dei Barbari dell’Ombra e perfino a un assedio da parte di Ioren Testa di Lupo, il signore delle tribù della Notte.»
«Davvero impressionante.»
Il ragazzo concordò con un cenno del capo mentre afferrava le redini del cavallo di Marteen e lo conduceva all’interno delle stalle.

Se possibile, questo è perfino peggio, in realtà (sempre tralasciando la parte in cui è scritto malissimo). L’infodump è mascherato all’interno di una conversazione, ma è come nascondere un elefante dietro un pacchetto di fiammiferi, non funziona. Per il semplice motivo che, nella vita vera, nessuno-parla-così. è anche questa una questione di onestà di cui parlavo al punto 9.

5. Dammi una buona storia

E tieni bene a mente che una buona storia non esiste solo grazie a una buona trama. Ad esempio, non sottovalutare i personaggi. Dammi dei buoni personaggi, lavora sui di essi, fai in modo che non mi scordi i loro nomi chiuso il file del tuo racconto, rendili memorabili.

Come fare? Caratterizzazione fisica e psicologica. Il segreto sta tutto là. Il che non significa che mi vada di leggere pagine e pagine di pipponi mentali. Anche lì, sta alla bravura di chi scrive. Penso che una cacciatrice di vampiri scurrile e senza un braccio abbia più possibilità di restarmi impressa di un ragazzo acqua e sapone che combatte il male perché è la cosa più nobile da fare. Ok, è soggettivo, ma dare un’anima ai tuoi personaggi non lo è, è un sacrosanto dovere.

4. Non sbrodolare

Cosa significa? Semplice: ho notato che molti scrittori hanno una tendenza all’iperaggettivazione. Mi ci metto anch’io, se volete. Il mio consiglio è quello di essere parchi con gli aggettivi: abbondare non fa di voi un narratore più raffinato, fa del vostro brano uno sbrodolamento evitabile.

Per entrare nel mood giusto, provate a leggere la prosa asciutta di Cormac McCarthy. Ora, non sto dicendo che sia vostro imperativo morale categorico assoluto eliminare qualsivoglia forma di aggettivazione dal racconto, come tende a fare McC, ma siate per lo meno umani.

Frasi come «Il rosso intenso dei suoi bellissimi occhi faceva da netto contrasto con l’impalpabile leggerezza delle sue rubiconde gote vellutate, appena rigate da una delicata ombra» me le evito più che volentieri.

3. Documentati, anche per le minime cose

L’approssimazione in un racconto è una cosa che trovo estremamente fastidiosa. Vuoi scrivere un fantasy medievale ma non hai idea di come funzionasse la società medievale? Non ti inventi le cose sperando in bene, semplicemente, non scrivi un fantasy medievale.

Se una regola della scrittura è «scrivi ciò che sai», un suo corollario è «se non sai, documentati».

2. Abbi pazienza. E rileggi

Prima di inviare un racconto rileggilo. Ancora meglio, prima di rileggerlo, tienilo a riposo per almeno una settimana. È uno stratagemma che spesso aiuta a guardare a ciò che si è scritto con più distacco.

1. E per finire… il consiglio più importante di tutti

Tanto è fantasy non è una scusa, è il lasciapassare per l’inferno. Sul serio. Non c’è niente che mi mandi più in bestia, e sono più che certo di non essere il solo.

Per cui, se questo post non vi ha terrorizzato, rinnovo il mio invito a partecipare a Mezzy, perché, nonostante tutto, sono davvero curioso di leggere le storie che sarete in grado di inventarvi.

Solo, occhio, perché scrittore avvisato…


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