Non so perché ma ritengo che il mio pensiero sulla decadenza -non devo aggiungere a cosa mi riferisco- sia già palese. Temo cambierà troppo poco, temo colpi di coda, temo che continueremo ancora a d occuparci di “lui” e non del Paese, quello sì in fase di decadenza.
È vero, in questo blog io non mi occupo di politica, bensì di libri. Ma siamo sicuri che le due cose non abbiamo tra loro alcune connessioni? Io penso di sì. Penso che chi legge sia in grado di guardare alla realtà con un diverso spirito critico, e credo pure che alcuni consigli di lettura possano essere molto più utili di qualunque mio pistolotto. Non libri che siano saggi, letture critiche o trattati di storia: semplici e deflagranti letture.
1) Come non iniziare con Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa? Il libro che consacrò uno scrittore in ritardo rispetto alla sua vita terrena, ma non rispetto alla storia. Resta di un’attualità sconcertante, tanto da chiedersi se vi fu più lungimiranza nella mano che lo vergò o più immobilismo da parte nostra.
2) Immancabile Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde, la ricerca della giovinezza e l’abbrutimento interiore corrono di pari passo, estetica ed etica si separano e si fanno alieni l’uno all’altro. Non vi è bellezza dove essa è solo apparenza.
3) 1984 di George Orwell vi potrà sembrare azzardato, e forse voi avreste scelto La fattoria degli animali dello stesso autore; tuttavia, questo testo, che io ho sempre trovato oltremodo angosciante, mi sembra più rispondente e utile all’occasione. Non aggiungerò altro, salvo il fatto che l’angoscia mi deriva dalla estrema plausibilità della storia narrata.
4) Giulio Cesare di William Shakespeare, questo più che altro per un mio vezzo d’immaginarlo mentre al delfino mai promosso dice “Quoque tu, Angelino”.
5) Resistere non serve a niente di Walter Siti, che racconta la bruttura e le collusioni di un certo ambiente e un certo modo della finanza e della politica di arraffare, prendere, distruggere e distruggersi.
6) I vestiti nuovi dell’imperatore, fiaba di Hans Christian Andersen. Basta a tal proposito solo aggiungere che quando la barca affonda i topi non restano a far compagnia al capitano.
7) Cose preziose di Stephen King. Qui tutto ha un prezzo, tutto si vende, onore, integrità innocenza. Insomma, cosa potrebbe indicare una decadenza maggiore di un intero paese (e non parlo solo di Castle Rock) disposto a vendere la propria anima?
8) Al Capone. La vita e il mondo del re dei gangster di John Kobler. Al, dopo anni di indagini, fu arrestato e condannato a undici anni di carcere per evasione fiscale. Eh…il collegamento è sin troppo facile.
9) I Buddenbrook di Thomas Mann. Decadenza di una famiglia, recita il sottotitolo, dove il declino è dapprima morale, psicologico, e infine mentale e fisico.
10) Il paese che amo di Simone Sarasso. Questo libro necessiterebbe d’una categoria a se stante, una crasi tra fiction e storia; Mauro Fedele non è altri che “lui”, e il Paese che Sarasso ama è il nostro. Entrambi in piena decadenza, appunto.