I 3 dell’Ave Maria, i Quattro dell’Apocalisse, i Magnifici 7, i 7 Samurai, i 44 Gatti dello Zecchino d’Oro and now... i Fantastici 5 del Pd. Chi sia il genio di cotanta scempiaggine grafica non ci è dato di conoscerlo né avvertiamo l’esigenza di farlo. Non vorremmo che subliminalmente il creativo si fosse rifatto ai Mercenari 1 e 2 del cinematografo, perché ci sarebbe da ridere. Vediamo, assegniamo i ruoli. Piergigi Bersani è Silvester (Stallone): il ghigno è alla Crozza ma ormai non si sa più chi imiti chi. Tabacci, è Arnold (Schwarzenegger), talmente democristiano che da repubblicano governa alla grande in California. Matteo, è Jet (Li), non solo gli somiglia fisicamente, ma ci sembra l’unico in grado di spiccare un salto, almeno dalla sedia. Nichi Vendola è Jean-Claude (Van Damme), il più romantico e poetico di questa compagnia di giro. Laura (Puppato) è Dolph (Lundgren), sta li ma non si sa bene perché, quota rosa?. Chi ieri sera voleva le scintille ha dovuto accontentarsi di qualche fiammella di un Bic da un euro. Chi si aspettava sangue a fiumi e morti sulla strada (compresa la zelante e rigidamente inutile redazione di Sky), ha preso atto che con gente abituata a trattare con i democristiani (o che democristiana lo è stata davvero), tante precauzioni non servono, perché “loro” sanno benissimo fino a dove possono spingersi. Sono stati d’accordo (o quasi, ma sottili, impercettibili differenze), praticamente su tutto. Si sono alzate le sopracciglia solo quando si è parlato di alleanze, con Casini che aleggiava come un avvoltoio felice sull’agonia di quella che dovrebbe essere la sinistra italiana, prima ancora del centrosinistra. Bersani è decisamente a favore, lui a Casini vuole un bene della madonna e poi è sponsorizzato da Massimo D’Alema, che ancora non ci ha fatto sapere cosa farà da grande. Con Bersani, Bruno Tabacci, ma era una cosa ovvia. Contrari Vendola (ovvio) e Renzi, il quale vede in Casini l’unico rivale nella sua corsa a destra. Abbiamo notato, con piacere, la sottile presa per i fondelli della capogruppo del Pd in Veneto, Laura Puppato, al Cocorito: “Se Casini avesse una opinione un po’ più chiara, avremmo qualche carta in più da giocare”. Che vi dobbiamo tradurre noi quello che l’unica donna del Pd alle primarie ha detto? Il resto sono state le solite frasi fatte con due bersagli da colpire: la Sora Elsa (Fornero) e Sergio (Marchionne), al quale Renzi non ha risparmiato nulla, neppure velati insulti, mentre la ministra del Welfare sta cordialmente sulle palle a tutti. Per chi voteremmo se volessimo farci schedare ma non ne abbiamo nessuna intenzione? Probabilmente per Laura Puppato. Alla fine, dall’alto di una dolcezza mai sottomessa, è l’unica che ha qualche freccia al suo arco, comprese le palle. Scendere in un’arena di soli uomini non è facile, ma poi, la signora Puppato, si è ricordata chi erano gli uomini che avrebbero interagito con lei e non ha avuto più alcun timore.
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I 3 dell’Ave Maria, i 4 dell’Apocalisse, i 5 del Pd...
Creato il 13 novembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
I 3 dell’Ave Maria, i Quattro dell’Apocalisse, i Magnifici 7, i 7 Samurai, i 44 Gatti dello Zecchino d’Oro and now... i Fantastici 5 del Pd. Chi sia il genio di cotanta scempiaggine grafica non ci è dato di conoscerlo né avvertiamo l’esigenza di farlo. Non vorremmo che subliminalmente il creativo si fosse rifatto ai Mercenari 1 e 2 del cinematografo, perché ci sarebbe da ridere. Vediamo, assegniamo i ruoli. Piergigi Bersani è Silvester (Stallone): il ghigno è alla Crozza ma ormai non si sa più chi imiti chi. Tabacci, è Arnold (Schwarzenegger), talmente democristiano che da repubblicano governa alla grande in California. Matteo, è Jet (Li), non solo gli somiglia fisicamente, ma ci sembra l’unico in grado di spiccare un salto, almeno dalla sedia. Nichi Vendola è Jean-Claude (Van Damme), il più romantico e poetico di questa compagnia di giro. Laura (Puppato) è Dolph (Lundgren), sta li ma non si sa bene perché, quota rosa?. Chi ieri sera voleva le scintille ha dovuto accontentarsi di qualche fiammella di un Bic da un euro. Chi si aspettava sangue a fiumi e morti sulla strada (compresa la zelante e rigidamente inutile redazione di Sky), ha preso atto che con gente abituata a trattare con i democristiani (o che democristiana lo è stata davvero), tante precauzioni non servono, perché “loro” sanno benissimo fino a dove possono spingersi. Sono stati d’accordo (o quasi, ma sottili, impercettibili differenze), praticamente su tutto. Si sono alzate le sopracciglia solo quando si è parlato di alleanze, con Casini che aleggiava come un avvoltoio felice sull’agonia di quella che dovrebbe essere la sinistra italiana, prima ancora del centrosinistra. Bersani è decisamente a favore, lui a Casini vuole un bene della madonna e poi è sponsorizzato da Massimo D’Alema, che ancora non ci ha fatto sapere cosa farà da grande. Con Bersani, Bruno Tabacci, ma era una cosa ovvia. Contrari Vendola (ovvio) e Renzi, il quale vede in Casini l’unico rivale nella sua corsa a destra. Abbiamo notato, con piacere, la sottile presa per i fondelli della capogruppo del Pd in Veneto, Laura Puppato, al Cocorito: “Se Casini avesse una opinione un po’ più chiara, avremmo qualche carta in più da giocare”. Che vi dobbiamo tradurre noi quello che l’unica donna del Pd alle primarie ha detto? Il resto sono state le solite frasi fatte con due bersagli da colpire: la Sora Elsa (Fornero) e Sergio (Marchionne), al quale Renzi non ha risparmiato nulla, neppure velati insulti, mentre la ministra del Welfare sta cordialmente sulle palle a tutti. Per chi voteremmo se volessimo farci schedare ma non ne abbiamo nessuna intenzione? Probabilmente per Laura Puppato. Alla fine, dall’alto di una dolcezza mai sottomessa, è l’unica che ha qualche freccia al suo arco, comprese le palle. Scendere in un’arena di soli uomini non è facile, ma poi, la signora Puppato, si è ricordata chi erano gli uomini che avrebbero interagito con lei e non ha avuto più alcun timore.
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