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Fonte http://erospoeta.blogspot.com/2012/01/alcune-decisioni-sono-piu-difficili-di.html
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“Alcune decisioni sono più difficili di altre perché ci mettono di fronte alla domanda: ma io che vita voglio vivere? E allora ci chiediamo: esiste una risorsa che può guidarmi in questa scelta? Come posso essere sicuro di andare nella direzione migliore per me, di non seguire false ambizioni o desideri indotti, e poi alla fine di non avere rimpianti? Come?
Secondo me, in effetti un modo c’è.
Pensaci, davanti a quale pensiero è proprio inevitabile essere sinceri con se stessi, smettere di raccontarsela e prendere in mano la propria vita? Ebbene, proprio così: l’idea che non vivremo per sempre.
Oggi voglio condividere con te uno degli articoli più toccanti e utili che ho letto negli ultimi tempi, anche se parla di un argomento che per molti è un tabù (di sicuro non per i lettori di questo blog). Lo ha scritto Bronnie Ware, una professionista delle cure palliative. Bronnie ha lavorato a contatto con innumerevoli malati terminali, assistendoli fino alla fine. Questi pazienti sono pienamente coscienti di vivere i loro ultimi giorni su questa terra. Bronnie parla con loro di tante cose, compresi eventuali rimpianti o scelte diverse che avrebbero voluto compiere nella vita. L’aspetto più sorprendente di queste conversazioni è che alcune risposte ricorrono con straordinaria regolarità. Tanto che Bronnie ci ha pensato e poi ha scritto un libro che si intitola: “The top five regrets of the dying” (i cinque rimpianti principali di chi muore). Credo che possano insegnarci molto. Eccoli qui di seguito:
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1. Vorrei avere avuto il coraggio di vivere la mia vita, non quella che gli altri si aspettavano da me.
Questo è il rimpianto più comune. Quando le persone realizzano che la loro vita sta finendo, allora vedono quanti desideri sono rimasti nel cassetto. Alcuni non ne hanno tirati fuori nemmeno la metà e devono andarsene sapendo che ciò è dovuto alle scelte che hanno fatto o non fatto. È molto importante cercare di onorare almeno alcuni dei tuoi sogni lungo la strada. Se perdi la salute, è troppo tardi! Essere in salute significa essere liberi di agire, di cambiare strada, di decidere. Finché abbiamo la salute, siamo liberi!
2. Vorrei non avere lavorato così tanto.
Questo è un rimpianto tipico soprattutto dei pazienti maschi. Hanno perso l’infanzia dei loro figli e la compagnia della loro amata. Semplificando il loro stile di vita e prendendo decisioni consapevoli lungo il percorso,avrebbero potuto guadagnare un po’ meno e creare più spazio nella vita per opportunità diverse.
Un sacco di gente sopprime i propri sentimenti per evitare conflitti, incomprensioni… per mantenere la pace con gli altri. Molti hanno sviluppato malattie legate all’amarezza e al risentimento che hanno macerato negli anni. Come risultato si sono adagiati in una vita mediocre, senza mai diventare chi avrebbero potuto essere.
Non possiamo controllare le reazioni degli altri. Comunque, anche se all’inizio gli altri reagiscono male quando cominciamo a esprimere apertamente i nostri sentimenti, dopo un po’ i risultati possono essere due: o il rapporto sale di qualità o finisce. In entrambi i casi, tu ci guadagni.
4. Vorrei avere ancora i miei amici.
Spesso le persone che assisto non comprendono che alla fine quanto contino i vecchi amici, ma non sempre è possibile rintracciarli. Tutti sentono la mancanza degli amici quando stanno morendo.
Di fronte alla morte le piccolezze della vita svaniscono. Le persone vogliono mettere ordine nelle loro questioni economiche, se possono, ma non per i soldi o lo status in sé. Vogliono che tutto sia a posto per coloro che amano. Di solito, però, sono troppo malati e stanchi per occuparsi di queste faccende. Alla fine, tutto si riduce all’amore e alle relazioni. È tutto ciò che resta nelle ultime settimane, amore e relazioni.
Questo è il rimpianto più comune. Quando le persone realizzano che la loro vita sta finendo, allora vedono quanti desideri sono rimasti nel cassetto. Alcuni non ne hanno tirati fuori nemmeno la metà e devono andarsene sapendo che ciò è dovuto alle scelte che hanno fatto o non fatto. È molto importante cercare di onorare almeno alcuni dei tuoi sogni lungo la strada. Se perdi la salute, è troppo tardi! Essere in salute significa essere liberi di agire, di cambiare strada, di decidere. Finché abbiamo la salute, siamo liberi!
2. Vorrei non avere lavorato così tanto.
Questo è un rimpianto tipico soprattutto dei pazienti maschi. Hanno perso l’infanzia dei loro figli e la compagnia della loro amata. Semplificando il loro stile di vita e prendendo decisioni consapevoli lungo il percorso,avrebbero potuto guadagnare un po’ meno e creare più spazio nella vita per opportunità diverse.
Un sacco di gente sopprime i propri sentimenti per evitare conflitti, incomprensioni… per mantenere la pace con gli altri. Molti hanno sviluppato malattie legate all’amarezza e al risentimento che hanno macerato negli anni. Come risultato si sono adagiati in una vita mediocre, senza mai diventare chi avrebbero potuto essere.
Non possiamo controllare le reazioni degli altri. Comunque, anche se all’inizio gli altri reagiscono male quando cominciamo a esprimere apertamente i nostri sentimenti, dopo un po’ i risultati possono essere due: o il rapporto sale di qualità o finisce. In entrambi i casi, tu ci guadagni.
4. Vorrei avere ancora i miei amici.
Spesso le persone che assisto non comprendono che alla fine quanto contino i vecchi amici, ma non sempre è possibile rintracciarli. Tutti sentono la mancanza degli amici quando stanno morendo.
Di fronte alla morte le piccolezze della vita svaniscono. Le persone vogliono mettere ordine nelle loro questioni economiche, se possono, ma non per i soldi o lo status in sé. Vogliono che tutto sia a posto per coloro che amano. Di solito, però, sono troppo malati e stanchi per occuparsi di queste faccende. Alla fine, tutto si riduce all’amore e alle relazioni. È tutto ciò che resta nelle ultime settimane, amore e relazioni.
5. Vorrei essermi concesso di essere più felice.
Questo è un rimpianto sorprendentemente comune.
Molti non capiscono che la felicità è una scelta finché è troppo tardi.
Sono rimasti bloccati in vecchi schemi e abitudini. Il cosiddetto “comfort” ha prevalso sulle loro emozioni e sulle loro vite. La paura di cambiare li ha portati a fingere con gli altri e se stessi di essere soddisfatti.
Ma poi, alla fine, vorrebbero di nuovo ridere di cuore e vivere altri momenti di leggerezza.
Quando sei su un letto di morte, ciò che gli altri pensano di te è lontanissimo dalla tua mente.Quanto è meraviglioso essere capaci di lasciare andare e tornare a sorridere, prima, molto prima di essere in procinto di morire.
Come vivi è una scelta. È la TUA vita. Scegli coscientemente, scegli saggiamente, scegli sinceramente. Scegli la felicità.”
F. Troisi
cita: Bronnie: “The top five regrets of the dying” (i cinque rimpianti principali di chi muore)