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Leggere questo brano del saggio indiano Ramana Maharshi tratto da un suo libro “L’insegnamento di Sri Ramana Maharshi” che Battiato ha riportato su “il fatto quotidiano” , oltre all’avermi dato il La per questo post, è riuscito a strapparmi un sorriso nostalgico, appena accennato. Questo, accade oggi. Ma vi assicuro che se ai tempi delle superiori Battiato avesse tirato su una setta, avrebbe trovato 2 seguaci sicuri tra gli alunni della sezione B dell’ITC “Giuliani”: io e il mio amico Max. Scoperto con “La Voce del Padrone” , (insieme ad un altro milione di italiani che ne acquistò il disco; se non erro è stato il primo e forse unico vinile che in Italia ha superato quella soglia di vendite) andammo, però, subito oltre la semplicità della musica e facendoci catturare, oltremodo, dai testi delle sue canzoni. La lettura di tutte quelle frasi, così belle, profonde, a volte misteriose e piene di riferimenti di personaggi mai sentiti prima furono per noi una rivelazione e un punto fermo, nonché una fonte di curiosità e di continua ricerca di conoscenza, che ci hanno accompagnato fino alla maturità. Nacque così, in maniera del tutto immediata e spontanea la voglia di andare a ripescare e apprezzare gli album precedenti, due su tutti Patriots e L’era del Cinghiale Bianco. Riflettendo a posteriori mi sono fatto persuaso (mi piace Montalbano, lo ammetto) che in quegli anni, i testi e la musica di Bennato (altro Monumento dedicato) hanno rappresentato la parte più sognatrice e rock della nostra adolescenza studentesca, mentre Battiato fu il nostro lato musicalmente più pop e religiosamente più trascendentale, che sembrava potesse darci in qualche modo, delle Risposte a Quelle Domande più alte che ci ponevamo e che la tiritera seduti-inpiedi-inginocchio, sentita per anni tra i banchi della chiesa, non aveva saputo fare: solo una sensazione, probabilmente, ma era una meravigliosa sensazione. L’Arca di Noè, Orizzonti Perduti, Mondi Lontanissimi e infine Fisiognomica del 1988, anno in cui venimmo licenziati dalle scuole superiori, chiusero il cerchio e spensero, inaspettatamente, come d’incanto, la magia creata in quegli anni; non ci fu più posto per gli altri suoi 300 dischi usciti dopo, niente da fare. Nemmeno “la cura” mi guarì. E, sebbene ascolti ancora con piacere la vecchia produzione di Battiato, la scrittura di questo post non è riuscita a suggerirmi una canzone adatta al personaggio e, magari, riferita all’Io in questione. E così, per suo tramite, e con qualche attinenza all'argomento, ho scelto di postare I Am Mine dei Pearl Jam, bellissima, e con uno dei testi migliori di Vedder.
IO SONO MIO (I Am Mine) Gli egoisti stanno tutti in fila fiduciosi e speranzosi di potersi comprare altro tempo io cerco solo di immaginarmi il mio prossimo respiro posseggo soltanto la mia mente il nord è per il sud ciò che l'orologio è per il tempo ci sono l'est e l'ovest e ovunque c'è vita so che sono nato e so che morirò ciò che sta in mezzo è mio io, sono mio. e il sentimento viene lasciato indietro tutta l'innocenza persa in un istante significativo, dietro gli occhi non c'è bisogno di nascondersi.... siamo al sicuro stanotte l'oceano è pieno perché tutti piangono la luna è in cerca d'amici ad alba innoltrata il dolore cresce quando il dolore è negato conosco solo la mia mente sono mio e il significato, viene lasciato indietro tutti gli innocenti persi in un istante significativo, dietro gli occhi non c'è bisogno di nascondersi siamo al sicuro stanotte... e i sentimenti che vengono lasciati indietro tutta l'innocenza in pezzi con le bugie il significato, tra le righe (forse sarebbe meglio se ci nascondessimo) e i significati che vengono lasciati indietro tutti gli innocenti persi in un momento siamo tutti diversi dietro gli occhi non c'è nessun bisogno di nascondersi
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