Oh amore... amore...
...E i baci,
che cambiano saporedi capitale in capitale.Giorgio Caproni, (1984), Il conte di Kevenhüller, Garzanti, Milano 1986
In attesa della edizione italiana, sfruttando la bontà della recensione di Barbara Carnevali, colgo un coriandolo programmatico dal saggio di Eva Illouz, Warum liebe weeh tut, 2011
«Il mio scopo è trattare l’amore come Marx trattò le merci: si tratterà di mostrare che l’amore è il prodotto di rapporti sociali concreti, e che l’amore circola su un mercato fatto da attori in situazioni di concorrenza, e ineguali; e di sostenere che certe persone dispongono, rispetto ad altre, di una più grande capacità di definire le condizioni in cui sono amate.»Bene, son tutto un fremito. Oggi, per san Trombino, come diceva un mio caro amico, si consuma tanta retorica amorosa. Più o meno tutti ne siamo stati coinvolti e quindi ne sappiamo definire i contorni. Come si sta da innamorati - non me lo ricordo, non è il caso nemmeno di ricordarselo ora, non ho tempo, voglia, preferisco fare merenda.Perché ci si innamora, quali sono le condizioni dell'innamoramento, quanto ancora l'innamorarsi è determinato da circostanze evolutive: boh. Certo è che l'innamoramento è una condizione pressoché patologica: che fatica, infatti, sarebbe stare tutta la vita innamorati senza godere un attimo la tregua di non esserlo.Quante volte sono stato innamorato? Alcune, né troppe né poche, sufficienti per capire, appunto, che l'innamoramento è il contrario del disincanto. Il disincanto è una condizione precipua dell'individualismo borghese avanzato: non tutti se lo possono permettere, ci vuole un certo grado di tranquilla soddisfazione dei bisogni primari, al netto delle tasse sui rifiuti, il bollo auto, bollette e rate varie. Nel caso di solvenza noncurante, si affaccia Urlich e non restano che poche soluzioni: o si diventa dei cinici menefreghisti, o dei reazionari pezzi di merda con il culto del superuomo, o degli eroi politicamente corretti che s'impegnano con la beneficenza e l'umanitarismo nel terzo mondo, o dei rintronati alla Briatore.
Ritorniamo all'amore, che non è amore, ma innamoramento, vale a dire: in groppa all'amore (quanto sei bella, in groppa... appunto). Non ho titoli (zeru tituli) per dire esattamente cosa sia: solo che è una cosa che è simpatico vivere in due, così il rincoglionimento viene depotenziato da due menti, da due spiriti. Se invece, come sovente càpita, s'innamora solo uno e l'altro no (scegliete voi i sessi), beh, che due palle. Infatti, per chi è innamorato è una tortura, giacché non trova la corrispondenza amorosa che vorrebbe; inoltre, per colui/colei che è soggetto e oggetto dell'amore altrui, può verificarsi uno stato d'animo di: disagio, indifferenza, rottura di palle.
Mi ricordo una volta un conoscente, un tipo molto simpatico e sfavato, dall'aria caparezziana ma senza barba né baffi, alto, dinoccolato, eravamo al bar, e un amico comune gli disse: «Ehi, Berga... lo sai che la Gianna è innamorata di te?»«Se è innamorata le passerà, eh!».È impossibile, tramite scrittura, restituire il tono della voce, un misto tra Neri Marcorè che fa Gasparri e Tom Waits.
- Insomma, volevi dire?- Che i baci, scrive il poeta, cambiano comunque sapore. - E l'innamoramento?- Lasciamolo ai capitalisti, l'unica classe sociale che può permettersi di essere sempre in calore.