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Dopo aver rifiutato vari progetti ( tra cui il nuovo Hellraiser, rifiutato anche dai conterranei Maury e Bustillo) Laugier ha scritto e diretto questo suo primo lavoro realizzandolo oltre Oceano con soldi americani ( anche se tecnicamente è una coproduzione tra Canada e Francia).
Il timore era quello dell'appiattimento di uno dei talenti più luminosi dell'horror europeo come è successo a tanti registi emigrati negli USA a suon di dollaroni.
Laugier ha però scelto una strada diversa: si è ritagliato uno spazietto in un angolino sperduto tra le Montagne Rocciose lontano dalle sirene hollywoodiane e ha diretto questo film dal budget piuttosto contenuto per gli standard americani ( 18 milioni di dollari) spiazzando totalmente chi lo attendeva al varco.
I bambini di Cold Rock ( ma è molto meglio il titolo originale The Tall Man ) NON è un horror.
E' una creatura che muta continuamente col passare dei minuti: thriller, mystery, dramma familiare, horror in un mix assai stimolante e suggestivo.
Racconta la storia di un infermiera ( Jessica Biel) , vedova di un medico molto più anziano di lei in quel di Cold Rock, paesino destinato a morte certa dopo la chiusura della miniera. Il classico posto dove si conoscono tutti, in cui dietro la facciata perbenista e timorata di Dio ci sono nascoste storiacce legate al degrado, all'ignoranza e alla povertà.
La sua vita cambia quando suo figlio viene rapito.
A Cold Rock spariscono bambini e tutti o quasi danno al colpa un fantomatico Tall man , riedizione del nostrano Uomo Nero o del boogeyman di tanti altri titoli. Un misto di credulità popolare e impotenza percorre questo paesino in cui nulla è come sembra.
Impossibile raccontare di più senza spoilerare intaccando così il piacere della visione.
Dal punto di vista della confezione siamo a livelli altissimi: molto curata la fotografia che cambia più volte tonalità conferendo al film un aspetto livido e minaccioso, ottime le scenografie figlie dello stesso scenografo di Martyrs, il francese Jean Carriere, che hanno quell'aspetto trasandato e vissuto che rende tutto molto più realistico.
Per quanto riguarda l'aspetto sostanziale del film possiamo dire che l'impianto è decisamente originale: è un film che racchiude in sè tante anime girato da un regista horror che usa benissimo gli ambienti per incutere paura e si risparmia i soliti trucchetti da quattro soldi per far saltare sulla sedia. Ci sono continui ribaltamenti di prospettiva, personaggi che diventano mostri in una sola sequenza e martiri in quella dopo, il racconto di una vicenda di bambini scomparsi diventa un discorso ad ampio respiro sul degrado dell'istituzione familiare e sull'incapacità di essere genitori se le condizioni ambientali non lo consentono.
Forse un discorso troppo ampio per un solo film.
Laugier è bravo a tenere il proprio gioco nascosto per tutta la durata , svelando poco alla volta tutto l'intrigo ( ma lasciando comunque diversi punti interrogativi) e riuscendo a tenere incollati gli spettatori alla poltrona dal primo all'ultimo minuto.
Il problema è che la chiusura, pur con tutti i punti di domanda che lascia in sospeso, appare debole e velleitaria, non in linea col vigore espressivo di tutto quello che abbiamo visto nei 100 minuti precedenti.
Se il realismo ha imperato per tutto il film, il finale lascia parecchio spazio a stridenti incongruenze.
I bambini di Cold Rock si avvale di una prova ottima di Jessica Biel che rinuncia del tutto al suo sex appeal presentadosi sempre in abiti dimessi e conferma il talento cristallino di Laugier che ormai ha travalicato l'horror.
Perchè questo film è una storia di mistero, superstizione popolare e molto altro ma NON è ( solo ) un horror.
( VOTO : 7 / 10 )
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