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I Bambini di Cold Rock, un dramma travestito da horror

Creato il 21 settembre 2014 da Nicola933
di Luigi Criscuolo I Bambini di Cold Rock, un dramma travestito da horror - 21 settembre 2014

I Bambini di Cold Rock (The Tall Man)
Genere: Horror, Drammatico
Regia: Pascal Laugier
Cast: Jessica Biel, Jodelle Ferland, Stephen McHattie, William B. Davis, Samantha Ferris
2012
106 min

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Di Luigi Criscuolo. Pascal Laugier è stato uno dei protagonisti della scena del nouveau cinéma d’horreur francese, breve fiammata del cinema di genere degli anni zero, in cui sembrava che tutti gli orrori di inizio secolo si fossero catalizzati nelle opere di alcuni giovani registi francesi. Intrisi di sangue, violenza e disperazione, alcuni di questi film, come Alta Tensione di Alexandre Aja, A l’Interieur di Julien Maury e Alexandre Bustillo e Martyrsdello stesso Laugier, sono assurti a icone del genere horror, più volte dato per finito e invece ancora capace di provocare incubi e malessere negli spettatori. Purtroppo il filone è morto in fretta insieme ai suoi ispiratori, chi uscito di scena, chi a corto di ispirazione e chi miseramente infranto contro la scritta di Hollywood e la sua illusione di gloria. Soltanto Laugier sembra essere riuscito ad approdare al cinema americano senza perdere il suo stile e la sua identità autoriale. Il suo debutto in lingua inglese, I Bambini di Cold Rock, scardina nuovamente i meccanismi del genere horror dall’interno e ci presenta un’opera coraggiosa e sincera, che non ha paura di interrogare lo spettatore sulla sua moralità.

Il film è ambientato a Cold Rock, una cittadina americana in lento disfacimento a causa della chiusura della miniera locale, fonte di sostentamento per buona parte della sua popolazione. Come se questo non bastasse a Cold Rock molti bambini spariscono senza lasciar traccia, preda, secondo la superstizione locale, di un misterioso Uomo Alto che di notte li porta via dalle loro case e li trascina nel bosco. Julia Denning (Jessica Biel), infermiera locale e vedova con un figlio, non crede a queste storie, così come non ci credono la polizia e l’FBI, ma dovrà presto ricredersi. Una notte, svegliandosi da un sonno tormentato, scopre la sua tata legata a terra in cucina e davanti alla sua casa vede una figura alta e scura con in braccio suo figlio.

I Bambini di Cold Rock inizia in maniera molto classica: un mistero, un’ambientazione avvolta dalla nebbia e una figura misteriosa. L’atmosfera della cittadina è palpabile, si respira fin dall’inizio la paura per il sovrannaturale rapitore di bambini unita alla desolazione causata dal collasso economico. E’ una provincia americana (anche se il film è stato girato in Canada) prostrata da una crisi senza soluzione, dove i bambini che nascono vengono portati dai genitori in altre città per sottrarli alla miseria più che all’Uomo Alto. Dopo le torture fisiche ed estreme di Martyrs, qui Laugier rinuncia ai bagni di sangue per mostrare mutilazioni interiori e dilemmi morali ben più dolorosi. Infatti, come Martyrs, a circa metà pellicola The Tall Man cambia faccia e smette i panni horror con un paio di colpi di scena che, sebbene con qualche difetto, riesce a sconvolgere lo spettatore e a mantenerne viva l’attenzione sino al finale, forse un po’ affrettato, in cui allo spettatore viene chiesto un giudizio morale sulla vicenda. Non si può dire di più senza rovinare l’impianto su cui si basa tutto il film, che pur nelle sue imperfezioni rappresenta un’iniezione vitale non da poco nel panorama dell’horror moderno.

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Ciò che stupisce di più è la performance della Biel (qui anche in veste di produttrice), di certo non un’attrice di primo livello, ma che in questo film riesce a entrare perfettamente nel personaggio e a restituirne la sofferenza e il dubbio all’interno della sua odissea morale. La regia di Laugier è lucida e curata, pronta a seguire la trasformazione della sceneggiatura (di cui è anche autore) nei suoi due momenti catartici e a trasformarsi anch’essa, ora più sfuggente e misteriosa, ora più stringente e drammatica.

Lo scarso successo commerciale del film è probabilmente attribuibile all’eccessiva pubblicità data all’elemento horror del film (tuttavia perfettamente comprensibile alla luce dei denouement della trama) e alla conseguente delusione degli spettatori nel trovarsi di fronte a una pellicola molto più profonda e complessa dell’horror medio contemporaneo. I Bambini di Cold Rock è dunque una pellicola non perfetta, ma intelligente e capace di far riflettere lo spettatore, di scavare il tessuto socio-economico di un mondo disperato e di tirare fuori i mostri nascosti al suo interno. Ma se i mostri non fossero tali? E se i mostri fossero gli altri? E se i mostri fossimo noi?

★★★1/2

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