Da piccola ho sempre fatto lunghi viaggi in auto con la mia famiglia. Erano anni diversi, le auto erano meno comode e non esistevano le cinture di sicurezza. Noi bambini in auto facevamo di tutto, giocavamo, dormivamo sdraiati urtandoci, litigavamo a suon di spintoni, qualche volta ci mettevamo in piedi tra i sedili anteriori per guardare meglio la strada, nonostante i rimproveri dei genitori. E chi non si è sporto dal finestrino almeno una volta, in un attimo di distrazione dei “grandi”? Ma i bambini sono curiosi, si annoiano facilmente, e anche se conoscono il pericolo lo sfidano continuamente.
Buckle up, foto di Ben Spark
Ogni tanto anche gli adulti sono così: sfidano il pericolo, convinti che “a me” non succede, “per 5 minuti” che sarà mai, “tanto vado piano”, ecc… Purtroppo la realtà non ci racconta questo.
Ecco perché trovo di fondamentale importanza la campagna lanciata da GenitoriCrescono, in collaborazione con VereMamme e Farmacia Serra Genova proprio in vista delle vacanze estive. “Se lo ami legalo” è una campagna indirizzata ai genitori perché ricordino che evitare la cintura di sicurezza, trascurarla, è una imprudenza gravissima nei confronti dei figli. E’ una campagna che ci fa riflettere, da genitori, sulla responsabilità grande che abbiamo, anche nei viaggi.
Per me mettere la cintura di sicurezza è un gesto automatico, tanto che non ci faccio più caso ed è così per tutta la famiglia. Anche per i bambini lo diventa, quando i genitori usano sempre le cinture. Anzi, sono loro a notare se qualcuno non la usa, a fermare il guidatore se non l’hanno allacciata ancora tutti, a puntare con il dito tutte le altre macchine in cui non è usata.
Le buone abitudini si apprendono da piccoli. Leghiamoli, leghiamoci.