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Una mattina, mentre ce ne stiamo tranquillamente a lavorare, si sente prima un borbottio, poi un'alunna si alza di scatto dalla sedia, piomba su due compagni e per poco non s'ammazza nello stupore generale. Più spaventata che arrabbiata da quel gesto, per il quale chiesi inutilmente una spiegazione, presi il suo diario e scrissi due righe avvisando la famiglia del comportamento pericoloso tenuto dall'alunna verso se stessa e i compagni.
Passati alcuni giorni (perchè io gli avvisi di quel tipo mi dimentico di controllarli) chiesi all'alunna il diario firmato, mi rispose che la mamma l'aveva visto e che si era rifiutata di firmarlo. Le dissi di riprovarci.Tornai alla carica il giorno dopo e mi presentò l'avviso con sotto una firma cancellata e una platealmente contraffatta. Guardai in viso l'alunna, le dissi a voce bassissima per non essere sentita da nessuno, che era palese che l'aveva messa lei. Mi guardò e i suoi bellissimi occhi si riempiono di lacrime. A quel punto rimasi in bilico qualche secondo tra la voglia di prenderla a urla e la voglia di abbracciarla per la pena verso il dolore che traspariva dal suo viso.In pochi secondi decisi il da farsi, la portai in disparte e le dissi: "Facciamo un patto, io prendo la pagina la distruggo, qui davanti a te, tu però prometti che mai e mai più farai in gesto così grave. Non so perchè lo hai fatto e ora non lo voglio nemmeno sapere. Però vorrei che imparassi ad assumerti le tue responbilità: vorrei che imparassi non solo a non metterti in pericolo ma anche ad accettare le conseguenze dei tuoi gesti senza trovare scappatoie pericolose, come falsificare la firma della tua mamma".
Fu una scelta più dettata dall'impulso che dal ragionamento, da allora il nostro rapporto di fiducia si saldò ulteriormente. Lei è ora una studentessa delle medie e non si sognerebbe mai di rifare una cosa del genere. Io sono contenta di averle dato fiducia.
Certo di fronte al ripetersi di un tale fatto non avrei esitato a informare la famiglia, ma non lo avrei fatto per delegare la gestione del problema. Di fronte ad un comportamento reiterato avrei trovato soluzioni articolate e soprattutto severe: perchè certe cose non si fanno e basta. Non ce ne fu bisogno.
Allora come oggi in classe le regole sono chiarissime per tutti.
L'insegnante e l'alunno. L'alunno e l'insegnante. L'alunno e la classe. La classe è l'alunno. Questo è il quadrato della gestione dei problemi in aula. Come la forma dell'aula. Lì inizia il problema e li deve terminare.
© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.
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