Ho letto una teoria che mi ha molto incuriosito. Alcuni studiosi hanno scoperto che i bambini di meno di 4 anni non imitano lo sbadiglio. Potrebbe sembrare una banalità, ma questo dato ne indica un altro ben più importante: i bambini non provano empatia prima dei quattro anni.
Gli scienziati sono certi che lo sbadiglio contagioso (che interessa a un individuo su due) sia la dimostrazione di una innata capacità di “immedesimarci” nell’altro, di sentire ciò che prova e di metterci nei panni del prossimo. Un’abilità straordinaria che ci permette di essere solidali, di non causare intenzionalmente dolore o sofferenza e di comprendere il dolore altrui.
I ricercatori dell'Università del Connecticut hanno osservato un gruppo di 120 bambini da uno a sei anni di vita e hanno paragonato le loro risposte alla vista dello sbadiglio con quelle date da un gruppo di bambini autistici dai 6 ai 15 anni. I risultati hanno evidenziato da un lato che i bambini autistici difficilmente sbadigliano in risposta allo sbadiglio e che prima dei quattro anni è molto raro che un bambino sbadigli per imitazione.
Imitare il prossimo, hanno spiegato gli studiosi su Child Development, è sintomo di empatia e i risultati di questo studio lasciano supporre che prima dei 4 anni i bambini non abbiano sviluppato alcuna empatia verso l’altro.
La teoria mi ha colpito prima di tutto perchè il mio nano duenne non ha lo sbadiglio contagioso e poi perchè in effetti ho la netta sensazione che i bambini piccoli come lui non provino empatia verso il prossimo.
Gli altri - bambini, adulti, animali - non sono che giocattoli per loro e i sentimenti che provano arrivano ai piccoli in maniera talmente confusa e forse ingigantita al punto che, non sapendola filtrare con l’esperienza e la sensibilità che si affina anche con il tempo, non abbiano per loro alcun valore.
Sentiamo spesso ripetere “E’ piccolo, non capisce che fa la bua”.
Lo dico io stessa di mio figlio. Lo dico perchè effettivamente lui non ha la capacità di comprendere che fa del male, ma anche perchè forse non ha alcuna capacità di “sentire” il dolore dell’altro.