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I bambini sanno

Creato il 15 aprile 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2015
  • Durata: 113'
  • Distribuzione: Bim
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Walter Veltroni
  • Data di uscita: 23-April-2015

I bambini sanno, secondo lungometraggio documentario di Walter Veltroni, interroga un gruppo di piccoli protagonisti, dai nove ai tredici anni, sull’amore, la vita, la società, la religione, il presente e il futuro. Trentanove bambini sparsi da nord a sud Italia, diversi per cultura ed estrazione sociale, raccontano, con la semplicità che gli appartiene, le impressioni sul mondo che li circonda,  su ciò che vedono accadere nelle loro case, alla televisione, su internet. Parlano dei loro desideri, delle loro speranze, delle difficoltà che, proprio come gli adulti, si trovano ad affrontare ogni giorno.

Prodotto dalla Wildside per Sky, in collaborazione con Palomar,  I bambini sanno vuole dare piena voce al pensiero dei piccoli per aiutare i grandi a comprenderli meglio, questo l’intento principale che ha mosso il regista Walter Veltroni ad intraprendere il suo secondo lavoro cinematografico dopo Quando c’era Berlinguer.  E se comprendere meglio i bambini significa rendersi conto di quanto possano essere sensibili e capaci di sviluppare considerazioni proprie su ciò che vedono o che ascoltano, lo scopo è raggiunto. Il coinvolgimento poi è immediato: le espressioni dei loro volti mentre si raccontano inteneriscono, commuovono, sorprendono, suscitano allegria. Non lasciano mai indifferenti.

Ciò detto, quello che manca a I bambini sanno è un’idea di regia, un disegno generale capace di inserire queste interviste, con voce fuori campo dell’intervistatore (lo stesso Veltroni), in un contesto più ampio e più approfondito. Ci troviamo di fronte a un semplice montaggio alternato di domande e risposte intervallato da qualche godibile vignetta di Altan e da titoletti che introducono i vari temi trattati, o meglio, sfiorati. La colonna sonora che accompagna le immagini non basta, fatalmente, a rendere unitario il tutto. L’impressione, insomma, è che si tratti di un tipo di materiale destinato più a una trasmissione televisiva di costume e società che al grande schermo.

Ginevra Natale


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