L’argomento in questione suscita molto interesse, anche perché nessun genitore vorrebbe avere un bambino aggressivo e tutti i genitori si sentono in colpa quando il proprio figlio spinge, morde, sputa, tira i capelli, tira pugni o schiaffi, pizzicotti…
Vediamo di parlare ancora un po’ di questo tema, importante e difficile e che manda mamma e papà in ansia.
Io partirei dal presupposto che i bambini NON sono aggressivi. I bambini, manifestano atteggiamenti aggressivi perché non sanno comunicare i loro stati d’animo e non sono in grado di comunicare con gli altri come vorrebbero e da qui spinte morsi e sberle (anche se per il morso andrebbe fatto un discorso a parte, me lo segno e ne scriverò più avanti).
Ma come al solito faccio un esempio, perché mi sembra di essere più chiara.
Mi è capitato (qualche mese fa) di essere al parco con un’amica e la sua bambina di quasi due anni. La piccola giocava tranquilla, quando ecco arrivare un’altra bimba che con una spinta fa finire per terra la piccola della mia amica.
Ok, ho pensato ora scatta la rissa tra le mamme!
La mamma della vittima (la mia amica) è subito corsa dalla bimba e la stava consolando quando ecco arrivare la mamma dell’aggressore, prenderla per mano e facendola girare le ha detto “Non si fa, monella, non devi spingere te l’ho già deto tante volte!”. La piccola che al momento, secondo me, non stava capendo cosa fosse successo si è messa a piangere.
Io che ho assistito a tutta la scena mi sono immaginata la piccola “peste” arrivare al parco vedere un’altra bambina e non sapendo ancora parlare, avvicinarsi e creare un contatto. Il fatto che la bambina sia caduta ha prodotto una serie di eventi che la piccola “peste” non si aspettava e per ultimo l’arrivo della mamma che l’ha sgridata.
Credo che si sia messa a piangere perché non si aspettava di venire sgridata e soprattutto perché si è sentita umiliata ad essere sgridata in pubblico.
Mi ha sorpreso vedere la mia amica, mentre consolava la sua bimba aveva uno sguardo assassino negli occhi, capire lo stato d’animo della piccola e dire “Non è successo niente, sono bambini”.
Cerco di riflettere su quello che ho visto.
La bambina che ha spinto non è una bambina aggressiva, i bambini sono fisici, a volte bruschi, ma non per fare male, non sanno ancora comunicare verbalmente e allora comunicano con il corpo.
I bambini, lo sappiamo tutti, imitano i comportamenti degli adulti.
Con questo non voglio dire che i genitori sono aggressivi.
Ma ci siamo mai domandati cosa provano i bambini quando vengono cambiati, quando vengono presi per mano e “strattonati” o presi in braccio e messi nel passeggino, o quando devono smettere di giocare perché è ora di cena e tanto altro.
Il comportamento dei genitori non può essere paragonato ad un’aggressione?
Ci siamo chiesti perché i bambini a volte piangono e urlano o tirano calci mentre vengono messi nel seggiolone? Tanti genitori pensano che sia perché non vogliono mangiare, ma potrebbe essere solo perché stavano giocando e non volevano smettere.
L’aggressività è una delle possibili reazioni alla rabbia. E’ un istinto per “attaccare” o per “difendersi” per proteggere i propri bisogni e le proprie cose.
La rabbia dei bambini spesso sfocia in aggressione verso le cose, verso gli altri o verso se stessi.
Quando no riescono a fare qualcosa lanciano via tutto (aggressione verso le cose), quando vogliono qualcosa e non sanno come dirlo (aggressione verso gli altri) e quando si buttano per terra o picchiano la testa contro il muro (aggressione verso se stessi).
Così tornando all’aggressione subita dalla bimba della mia amica, registrando l’accaduto mi sono dimenticata di dire che la piccola stava giocando con i pentolini appoggiata ad un tavolino nel castello. Quello che ha spinto la piccola ad aggredire è stato voler giocare con i suddetti pentolini e non sapendo come chiedere ha spinto l’ostacolo per impadronirsi dell’oggetto (aggressione verso gli altri).
Allora per finire come bisogna comportarsi in caso di aggressività?
(la domanda cruciale o quella da un milione di dollari)
E’ ovvio che non esiste una sola risposta che vada bene per tutti i bambini. Ogni comportamento è soggettivo e ogni bambino è unico. Ma possiamo seguire delle linee base che possono essere adattate ai singoli casi.
Il primo suggerimento può essere quello di Aiutare a comprendere.
Aiutare i bambini verbalizzando le emozioni, anche le proprie, allora mamme se siete arrabbiate, tristi, amareggiate o altro cercate di spiegarlo ai vostri bambini, loro potrebbero non capire subito cosa vuol dire essere arrabbiati o tristi, ma con il tempo assoceranno lo stato d’animo alla parola.
Si può anche aiutarli a rappresentare le loro emozioni con dei disegni o delle bambole.
Davanti a crisi di rabbia, non bisogna arrabbiarsi o urlare più di loro. Urlare non porta a niente di buono, anzi fa crescere l’ansia nel bambino. Durante la crisi il comportamento dell’adulto deve essere quello di osservare, ascoltare, intervenire se esagerano con un “NO!” deciso sia nella voce che nell’espressione facciale, e contenere con un abbraccio (anche energico se serve) nel caso perdano il controllo e rischino di farsi male. Inoltre bisogna cercare di spiegare, con parole chiare e senza essere troppo discorsivi, perché alcuni comportamenti sono sbagliati.
Le frasi che colpevolizzano non vanno mai usate!! Ad esempio “se fai così non ti voglio bene”. La crisi di rabbia va affrontata, anzi va accolta e va fatto capire al bambino che l’atteggiamento aggressivo va modificato e non oppresso.
L’adulto deve aiutare a canalizzare e gestire la rabbia, è un sentimento forte che non deve essere represso ma va espressa nel modo giusto.
L’ultimo suggerimento è di dare il buon esempio. Impariamo per primi a gestire la rabbia e facciamo in modo che i bambini osservando i nostri comportamenti imparino a gestire la rabbia.
I bambini crescendo cambieranno il modo di porsi ed imporsi (non dimentichiamo la parte comportamentale), alcuni bambini con un carattere più “marcato” o più forte se volgiamo potrebbero comunque volersi imporre e per farlo a volte possono ricorrere all’aggressività, ma non per questo bisogna etichettarli come aggressivi o violenti.
Allora mamme e papà, cercate di ascoltare di più i vostri bambini, anche quando LORO sono arrabbiati, perché sapendo si essere ascoltati e capiti impareranno prima a comunicare e a calmarsi e ad essere belli, solari e amorevoli come voi li avete sempre visti e come in realtà sono.