Per chi avesse avuto ancora qualche dubbio, dopo Cortina d’Ampezzo, Portofino, Chiavari e Genova i dubbi non dovrebbe averli più: l’Italia ha il triste primato dell’evasione fiscale perché chi l’ha governata la tollera, la avalla, la giustifica. Brevemente i fatti. Il ministero dell’Economia decide di porre al centro della sua attività la lotta agli evasori. Considera gli spot televisivi inutili se non a incrementare le casse di Mediaset. Affida il preciso mandato al direttore dell’Agenzia delle Entrate, il semisconosciuto Attilio Befera, di darsi una mossa e lui, disciplinatamente, lo fa. Una telefonatina alla Guardia di Finanza e partono i blitz. Ovviamente sotto le feste di Natale e Capodanno perché in questo periodo locali e negozi sono pieni. Sarà anche per colpa del parroco di Cortina che dice in tivvù che anche dalle sue parti “un paio di poveri, forse tre ci sono”, la località montana dei vip nostrani, la città protagonista di cine-panettoni inguardabili come il loro produttore, diventa la prima tappa della guerra che lo Stato (forse) ha deciso di muovere agli evasori fiscali. In grande stile, per dare la dimostrazione che stavolta (forse) lo Stato fa sul serio, la GdF (senza la “d” la sigla avrebbe un significato nefasto), organizza un blitz spettacolare. Le Fiamme Gialle controllano tutto e tutti, bar, ristoranti, alberghi, piste da sci, pensioni, locande, trattorie, dormitori, mense per i finti poveri, centri benessere per pensionati e beauty farm, boutique, negozi di abbigliamento, di giocattoli, di articoli per la casa e perfino le farmacie, le erboristerie, i centri bricolage e di modellismo. Ma la Guardia di Finanza fa di più. Controlla anche le dichiarazioni dei redditi di 133 proprietari di auto di grossa cilindrata e scopre che 42 di esse appartengono a cittadini che non arrivano alla fine del mese avendo dichiarato meno di 30mila euro lordi l’anno. L’”effetto Cortina” ha avuto una ricaduta dappertutto, a iniziare dalla Liguria dove, nelle zone turistiche del Tigullio e della Riviera, è improvvisamente aumentato del 300 per cento (400 per i beni di lusso), il rilascio degli scontrini fiscali. Insomma, un solo esercizio commerciale su 10 non ha rilasciato lo scontrino mentre nello stesso periodo dello scorso anno, quelli beccati con le mani nella marmellata erano stati 4 su dieci. È scoppiato il finimondo e abbiamo assistito a scene come quelle che di solito si vedono a Napoli quando arrestano un camorrista: il quartiere insorge e tenta di liberarlo. Sindaci, esponenti politici, vacanzieri illustri, dirigenti del Pdl e della Lega hanno insultato pesantemente non gli evasori ma il generale della Guardia di Finanza che ha diretto il blitz, mentre da Roma ha alzato la voce 2232 (Fabrizio Cicchitto) che ha accusato il direttore dell’Agenzia delle Entrate di comportarsi da politico e non da funzionario della Repubblica, quando c’erano loro la musica era diversa. Ovviamente anche la Lega, quella che ha fatto pagare allo stato le multe della UE ai produttori di latte fuori quota, ha detto la sua cercando di farsi un po’ di propaganda in un momento di declino irreversibile. “Questo è un accanimento contro le regioni ricche del Nord”, ha tuonato la Padania, a conferma che finora la lotta all’evasione fiscale è stata solo una barzelletta e manco una dichiarazione d’intenti. Se Roma è ladrona, Cortina, Genova e Portofino non sono da meno. Calderoli fattene una ragione.
I blitz della Guardia di Finanza a Cortina e sulla Riviera Ligure. La Lega: “È un accanimento verso le regioni ricche del Nord”. Ovvero: chi paga le tasse è un fesso.
Creato il 07 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsortiPer chi avesse avuto ancora qualche dubbio, dopo Cortina d’Ampezzo, Portofino, Chiavari e Genova i dubbi non dovrebbe averli più: l’Italia ha il triste primato dell’evasione fiscale perché chi l’ha governata la tollera, la avalla, la giustifica. Brevemente i fatti. Il ministero dell’Economia decide di porre al centro della sua attività la lotta agli evasori. Considera gli spot televisivi inutili se non a incrementare le casse di Mediaset. Affida il preciso mandato al direttore dell’Agenzia delle Entrate, il semisconosciuto Attilio Befera, di darsi una mossa e lui, disciplinatamente, lo fa. Una telefonatina alla Guardia di Finanza e partono i blitz. Ovviamente sotto le feste di Natale e Capodanno perché in questo periodo locali e negozi sono pieni. Sarà anche per colpa del parroco di Cortina che dice in tivvù che anche dalle sue parti “un paio di poveri, forse tre ci sono”, la località montana dei vip nostrani, la città protagonista di cine-panettoni inguardabili come il loro produttore, diventa la prima tappa della guerra che lo Stato (forse) ha deciso di muovere agli evasori fiscali. In grande stile, per dare la dimostrazione che stavolta (forse) lo Stato fa sul serio, la GdF (senza la “d” la sigla avrebbe un significato nefasto), organizza un blitz spettacolare. Le Fiamme Gialle controllano tutto e tutti, bar, ristoranti, alberghi, piste da sci, pensioni, locande, trattorie, dormitori, mense per i finti poveri, centri benessere per pensionati e beauty farm, boutique, negozi di abbigliamento, di giocattoli, di articoli per la casa e perfino le farmacie, le erboristerie, i centri bricolage e di modellismo. Ma la Guardia di Finanza fa di più. Controlla anche le dichiarazioni dei redditi di 133 proprietari di auto di grossa cilindrata e scopre che 42 di esse appartengono a cittadini che non arrivano alla fine del mese avendo dichiarato meno di 30mila euro lordi l’anno. L’”effetto Cortina” ha avuto una ricaduta dappertutto, a iniziare dalla Liguria dove, nelle zone turistiche del Tigullio e della Riviera, è improvvisamente aumentato del 300 per cento (400 per i beni di lusso), il rilascio degli scontrini fiscali. Insomma, un solo esercizio commerciale su 10 non ha rilasciato lo scontrino mentre nello stesso periodo dello scorso anno, quelli beccati con le mani nella marmellata erano stati 4 su dieci. È scoppiato il finimondo e abbiamo assistito a scene come quelle che di solito si vedono a Napoli quando arrestano un camorrista: il quartiere insorge e tenta di liberarlo. Sindaci, esponenti politici, vacanzieri illustri, dirigenti del Pdl e della Lega hanno insultato pesantemente non gli evasori ma il generale della Guardia di Finanza che ha diretto il blitz, mentre da Roma ha alzato la voce 2232 (Fabrizio Cicchitto) che ha accusato il direttore dell’Agenzia delle Entrate di comportarsi da politico e non da funzionario della Repubblica, quando c’erano loro la musica era diversa. Ovviamente anche la Lega, quella che ha fatto pagare allo stato le multe della UE ai produttori di latte fuori quota, ha detto la sua cercando di farsi un po’ di propaganda in un momento di declino irreversibile. “Questo è un accanimento contro le regioni ricche del Nord”, ha tuonato la Padania, a conferma che finora la lotta all’evasione fiscale è stata solo una barzelletta e manco una dichiarazione d’intenti. Se Roma è ladrona, Cortina, Genova e Portofino non sono da meno. Calderoli fattene una ragione.
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