Da brava esperta di marketing quale non sono prima di aprire questo locale ho guardato bene cosa c’era in giro. Gordon Ramsey insegna che per sopravvivere in mezzo a questo marasma di ristoranti, pizzerie, enoteche, bisogna offrire qualcosa di diverso. E visto che tutti i blog letterari fanno recensioni di libri noi abbiamo deciso di parlare d’altro (con qualche eccezione, ve lo concedo ma non sempre hanno funzionato).
Ultimamente però mi sono fatta idea che il problema non sia tanto il fatto che tutti fanno recensioni, ma che le fanno sempre sugli stessi autori, sulle stesse case editrici e nello stesso modo. In questo modo anche i blog si somigliano tutti.
Ora so per certo che ci sono case editrici, anche grosse, che spediscono aggratis i libri ai blog. Immagino che chi deve leggerli si senta obbligato A) a recensirli B) a recensirli positivamente. La conseguenza è l’appiattimento totale del panorama dei lit-blog. Oh, specifichiamo, non sto dicendo che un blogger non è libero di recensire Paolo Giordano, ma forse sarebbe il caso di andare a scovare anche libri a cui non è stata fatta per niente pubblicità. Cosa me ne frega della recensione di un libro che hanno già recensito cani e sorci? Nel 2010, secondo i dati istat, sono stati pubblicati qualcosa come 60000 titoli, di cui 20% sono narrativa. Capisco che 15000 titoli possano far girare la testa, ma significa anche che ogni blog potrebbe avere il proprio DNA e la propria personalità.
Certo adagiarsi costa meno.
Uno spritz a tutti quelli che mi segnalano un blog di recensioni con una propria forte, fortissima personalità.