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Le notizie che giungono da Baga sono terribili, ma meno dei primi rapporti che parlavano di 2.000 morti, anche se il bilancio, ancora vago, conferma comunque centinaia di vittime e la distruzione quasi completa della cittadina.
La cittadina di Baga si trova dove un tempo c’era la riva nigeriana del lago Ciad
L’ATTACCO A BAGA - La cittadina di Baga, circa 10.000 abitanti, un tempo sorta sulle rive del lago Ciad, ora ritiratosi di qualche chilometro, è sede della Multi-National Joint Task Force (MNJTF), la forza composta fa nigeriani, nigerini e ciadiani, ma attualmente era presidiata solo dai soldati locali. Soldati che come spesso è accaduto si sono dati alla fuga disordinata sotto attacco dei Boko Haram, lasciando la città nelle mani degli islamisti e la popolazione nel panico.
LEGGI ANCHE: Nigeria, secondo la BBC Boko Haram ha sterminato duemila abitanti a Baqa
LA STRAGE DEI BOKO HARAM E LA FUGA - L’attacco è scattato lunedì scorso ed è abbastanza significativo che la notizia sia giunta solo ieri e da parte degli abitanti della città, con il governo e l’esercito zitti per giorni su quella che appare come l’ennesima e vergognosa debacle dell’esercito nigeriano, non nuovo a darsi alla fuga. La popolazione di Baga e dei villaggi limitrofi, pare siano 16 quelli attaccati, non ha potuto che seguire l’esempio dell’esercito, molti sono caduti vittima dei Boko Haram, che hanno incendiato quasi tutte le 2.000 abitazioni del piccolo centro, molti altri hanno trovato la morte cercando di attraversare il lago Ciad per trovare rifugio oltre confine e protezione da parte delle truppe di Ndjamena o verso il Camerun. Ciad e Camerun sono due paesi con forze armate decisamente più prestanti e più efficaci nel respingere gli attacchi dei Boko Haram.
UNA STRAGE CHE PASSA INOSSERVATA - I resoconti degli scampati parlano di corpi abbandonati nelle strade e di una fuga disordinata di civili e militari, mentre un senatore locale è l’unico che ha fatto sentire la voce esortando l’esercito a proteggere la popolazione. Silente invece il presidente Goodluck, in piena compagna elettorale e in cerca della riconferma, che ha trovato il tempo di solidarizzare con l’attacco a Charlie Hebdo, ma che non ha fiatato in relazione a questa strage, di dimensioni molto maggiori, consumata ai danni dei suoi amministrati.
Fonte: Giornalettismo
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