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I campi profughi per italiani e il Welfare che costa

Creato il 14 giugno 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
I campi profughi per italiani e il Welfare che costaEmerge la tendenza che considera i profughi come dei privilegiati rispetto ai cittadini italiani, e si sentono persino degli italiani che vorrebbero poter disporre degli aiuti destinati ai profughi. Fanno sul serio quei concittadini? Allora la scelta coerente è che rompano il legame con l'Italia, non accettino più che lo Stato paghi al posto loro il servizio sanitario nazionale e la scuola pubblica, rinuncino agli assegni di accompagnamento per gli anziani totalmente non autosufficienti, e chi ha ottenuto l'assegnazione di una casa popolare la lasci pure: si trasferisca se vuole in un campo profughi, dove forse arriverà dopo aver attraversato il deserto. Respingano qualunque forma di politica sociale a loro sostegno. Bisogna notare che molti italiani ricevono dallo Stato più di quanto danno, conti alla mano. Ricevono più servizi di quante tasse pagano. Non va bene? Se ne possono andare. Qualunque forma di "contratto", anche se radicata nella storia di una vita come la cittadinanza, può essere semplicemente sciolta. Qualunque. Ma va anche considerato che ci sono economisti che considerato lo Stato sociale come un costo eccessivo, e che i tagli imposti dai governi italiani già da diversi anni non bastano per niente. Questi economisti non scherzano, come non scherzano i politici che li seguono. E questo è il rischio maggiore per i prossimi anni: chi chiederà aiuto, a torto o ragione, potrebbe essere considerato un inetto, un incapace e un parassita, che sia italiano o no, qualunque cosa pensi dei migranti che scappano dalle terre dominate dai dittatori con cui si accordano o accordavano i governi europei, terre dove le industrie europee hanno fatto ottimi affari, dove le banche europee lavorano. I legami economici sono molti, e chi ne ha guadagnato di più sono gli europei che gli africani. Purtroppo questi ex italiani però avranno un aiuto limitato nel tempo, poi dovranno cavarsela da soli, nel libero mercato del lavoro. Scelgano pure: alla cittadinanza si può rinunciare. Emigrino se vogliono. Nessuno però lo sta facendo. Forse perché usano qualunque mezzo retorico pur di fare politica. Ivan Loris Davò ha il coraggio di scrivere chiaramente la lettera che segue e di firmarsi.

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