I cancelli del Paradiso
di Iannozzi Giuseppe da Premio Strega
E Pietro: “Dio, per dio! D’accordo che vi amo, però quello mi serve.”
E allora Dio, un po’ collerico e un po’ imbarazzato ma divertito: “Pietro, intendevo le chiavi.”
E Pietro: “Ah, le chiavi. E io che mi immaginavo.”
E Dio, riprendendolo: “Guarda che con queste apri i cancelli del Paradiso.”
E Pietro – che al tempo era più lucido di adesso: “Dio mio! Vuoi forse dire che sino a oggi, cioè per secoli e secoli, sono stati chiusi? Mon Dieu! Saranno incazzati neri. D’accordo lo sciopero regionale e quello nazionale. Ma uno sciopero divino, non so mica come lo prenderanno i Sindacati.”
E Dio, oramai imbarazzatissimo: “Porca Madonna!”
E Pietro: “Io l’ho sempre saputo che era una porca, Dio. Ma non ti preoccupare: non lo dirò in giro.” (Pietro non ha mai mantenuto una promessa una: dopo un minuto, tutti sulla Terra lo sapevano… n.d.r.)
“Pietro, che il Diavolo ti porti con sé. Mi vuoi dar retta, sì o no?”
Pietro si fa piccolo piccolo. “D’accordo.”
Così Dio continua a spiegargli: “Adesso, come hai ben notato, saranno incazzati neri: allunga l’orecchio, e prova a sentire.”
Pietro obbedisce: e dopo un minuto, non può far a meno di bestemmiare. “Porco Dio: ma quelli urlano peggio dei dannati ai ferri… Non è un bel compito quello che mi riservate, Dio. Proprio no.”
Dio s’accarezza la lunga barba bianca: “E tu pensa quando gli diranno che Babbo Natale non è mai esistito.”
Pietro deglutisce a vuoto e senza più fiatare accetta l’ingrato compito di custodire le chiavi del Paradiso.
Gli anni passano e Pietro suda freddo: il coraggio proprio non lo trova di aprire a quelli lì che stanno fuori da secoli e secoli. Ne ha paura, e come fargliene una colpa: pare che l’Inferno si sia riversato tutto in Cielo. Ma finalmente, un giorno ch’era più ubriaco degli altri, trova il coraggio… be’, siamo onesti, diciamo che gli prende la curiosità e prova ad aprire le porte del Paradiso: niente. Le prova tutte, le chiavi. Niente. Dio gl’ha dato delle chiavi che non funzionano. Il povero Pietro guarda quei poveracci di fuori, poi tira lungo, si trova un angolo e lì si fa una pisciata ch’era praticamente una vita che lo tormentava. E quelli di fuori, oramai indiavolati più che mai, finalmente riescono a buttar giù il cancello; però una volta dentro, quale delusione, non c’è niente di niente, solo nuvole bianche e un vecchio ubriacone che s’è pure pisciato addosso. Allora uno l’avvicina e gli fa (a Pietro): “Sarebbe questo il Paradiso?”
Pietro conferma di sì con un cenno del capo.
“E basta?”
Pietro non capisce: “Che ti aspettavi? Sei stato battezzato cristiano: questo ti meriti.” S’alza in cielo un coro di dissenso: “La prossima volta che provano a vendermi una Bibbia, giuro che gliela spacco in testa.”
Dal gruppo, esce un piccoletto: “Ma il rappresentante di Bibbie, pure quello è in Paradiso?”
Pietro non lo sa. Ma s’informa. Alla fine segna in maniera inequivocabile il verdetto: “No. Quello è all’Inferno. Mai una volta che abbia apposto il bollino SIAE sulle copie delle Bibbie.”
E il piccoletto: “All’Inferno, com’è?”
“Brutto. Un brutto posto davvero. E’ pieno di dannati. Ci fa un caldo terribile. Insomma, avete presente Sodoma e Gomorra?”
In cielo si alza un coro di sì.
“Bene. Uguale uguale.”
E’ sempre il piccoletto a parlare: “E Dio qui, Dio dove starebbe?”
“Boh! Però m’ha detto di non dirlo a nessuno che Babbo Natale non è mai esistito.”
Oramai la frittata è fatta, Pietro lo sa: la folla è inferocita, una folla di anime… travolge il povero Pietro.
Dopo quell’esperienza, Pietro è diventato un ubriacone di prima categoria.
E’ l’ambiente che forma le anime: io l’ho sempre detto. Da un’eternità praticamente!
0.000000 0.000000