La studiosa Claudia Cinquemani scopre importanti indizi della presenza dei Cavalieri Templari sull’Amiata
In Pieve ad Lamula, già il titolo originario “Cella di Santa Maria” e la dipendenza dall’ Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata retta in origine dai benedettini neri e in seguito passata ai cistercensi di Bernardo di Chiaravalle, unitamente alla presenza di un importante mercato sabatino e la vicinanza alle principali vie di pellegrinaggio che sappiamo essere state la Francigena, la Clodia e la via Sacra Michelita, possono essere indizi a favore dell’ipotesi di appartenenza templare. Vi sono poi altri strumenti considerati ancora poco ortodossi che stanno però fruttando scoperte veramente entusiasmanti. Si tratta di analizzare il territorio sotto un’ ottica “iniziatica” valutando la posizione dei luoghi di culto, i loro titoli, le date di fondazione, i giochi di luce, l’orientamento, i simboli, e non ultima la corrispondenza astronomica.
I Templari a Lamula
Ho riscontrato interessanti corrispondenze tra Lamula e altri luoghi di culto lungo le antiche vie di pellegrinaggio, come il Duomo di Sovana e le Pievi di Santo Stefano a Cennano, San Cassiano a Controne, Gropina, Codiponte e Corsignano. Gli elementi comuni a questi luoghi sacri sono in parte architettonici, ma principalmente iconografici come la presenza del fiore della vita, dei simboli legati al culto delle acque e al femminino sacro, come il serpente e le foglie a palmetta oppure i retaggi di culti dionisiaci che in Lamula scaturiscono dalla Festa della Pina, che anticamente veniva celebrata il primo di maggio. Dalle ultime indagini effettuate nella Pieve è emersa la presenza di una nicchia-reliquiario posta nel deambulatorio dietro all’altare sopra la quale troneggia il graffito di una bellissima croce patente.
Ho anche notato una croce cosmogonica a braccia uguali (inscritta in un ovale) incisa sul pilastro di sinistra accanto all’entrata molto simile a quella presente sulla Chiesa di Santa Maria a Sicille di Trequanda vicino Siena, documentata templare e costruita nel solito periodo in cui venne riedificata Lamula dopo l’ incendio che nel 1264 la distrusse.Ma abbiamo soprattutto un altro indizio a favore della presenza templare in Lamula. Nell’anno 1264 la Pieve venne ricostruita come dimostra un’iscrizione graffita su una delle colonne della chiesa, ad opera di un certo Paganuccius magister lapideo. In questo periodo era 20° Gran Maestro dell’Ordine del Tempio Tommaso Berardi che era l’unico Gran Maestro italiano accertato, e del quale abbiamo testimonianza della sua presenza in Toscana tramite due lettere depositate presso la Casa del Tempio di Lucca. Questo fatto ci permette di supporre che i finanziamenti per la ricostruzione di Lamula siano arrivati dai Cavalieri Templari per ordine di un Maestro Templare italiano che in quel periodo, sopperendo alle questioni locali, era venuto a conoscenza della perdita del prezioso luogo di culto, decidendo forse di finanziarne la ricostruzione al fine di mantenere una posizione economicamente strategica nella zona. Non dimentichiamo che da Lamula si raggiungevano con appena mezza giornata di cammino le miniere di mercurio dell’Amiata dove si estraeva il prezioso minerale per impiegarlo come amalgama per ricavarne oro e argento, per produrre la monetazione e tinteggiare le stoffe.
La Sacra Via dell’Arcangelo Michele
Lamula non soltanto si trova su una diramazione che conduceva alla via Francigena, ma sorge su una linea Sacra sconosciuta ai più. Il ricercatore Flavio Vettorel ha rilevato che la gran parte dei luoghi interessati dalle apparizioni mariane e quelli intimamente connessi ad altre divinità si concentrano in una fascia che avvolge la terra tra il 39° e 43° parallelo.
Proprio sul limite superiore di tale fascia si collocano i luoghi della Maremma interessati dai culti di chiaro richiamo alla Dea Madre: Montelaterone , Santa Fiora, Fiume Fiora, anticamente detto Armenta (da Arnemetia Dea celtica), chiese intitolate alla Madonna delle Nevi o Fonti considerate sacre e curative. Passava vicino alla Pieve ad Lamula la Sacra via Michelita legata al culto dell’Arcangelo Michele che si diffuse in Europa lungo un asse incredibilmente vasto. Questa strada attraversava la nostra penisola unendo il santuario sul Monte Gargano a quello di Mont-Saint-Michel sulla costa della Normandia. La cerniera fra i due tratti del percorso era l’Abbazia della Chiusa, meglio nota come Sacra di San Michele in Val di Susa. Era nata così quella Via Sancti Michaelis che costituiva uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio insieme a quelli di Santiago di Compostela, di Roma e della Terrasanta. Lamula è sicuramente un luogo di “Forza” per l’energia benefica che la avvolge e che l’individuo sensibile avverte.L’Energia Femminile e il Drago
Parte di questa energia proviene dalla corrente tellurica che nasce dai movimenti delle acque sotterranee. Queste correnti sono la manifestazione stessa della vita sulla terra. Esse apportano ai luoghi ove si manifestano un risveglio di vita che rende feconda la terra. Dicevano gli antichi saggi che queste forze, quando si uniscono alle correnti aeree magnetiche e cosmiche, originano i Draghi, spesso rappresentati come serpenti, e lì si deve edificare un tempio alla Dea.
Il drago che dorme nelle viscere della terra rappresenta una forza “interiore”, sotterranea appunto, che rende possibile la purificazione del luogo allontanando la nostra propensione a mantenerci legati alla materia. Il Musinè, L’ Amiata, L’Aquila, Monte Sant’Angelo sul Gargano sono i luoghi di concentrazione e canalizzazione di tali energie. Lungo questi canali sorge Lamula, carica di energia femminile lunare che bilancia la forza degli alti luoghi sacri dedicati al Principe delle Milizie Celesti. La Dea trattiene parte di questa energia nei suoi uterini spazi e modula il flusso periodico portatore di fertilità permettendo che avvenga costantemente il miracolo dell’elevazione verso il divino.
“Io sono l”acqua di correnti feconde e la pietra volta a spirale.
Sono il cuculo che chiama a raccolta ed il cervo in ciclica danza.
Sono il ventre della natura e ricche mammelle di latte virginale.
Sono il serpente e la sirena, la celeste sapienza e la compassionevole Rosa”
Claudia Cinquemani Dragoni