Non c'è solo il toro nelle idiosincrasie spagnole, anche se all'orgoglioso
bovino toccano i maltrattamenti più famose,a cominciare dalla corrida. Non bisogna dimenticare i galgos, per esempio, i levrieri spagnoli utilizzati nella caccia e poi abbandonati, quando non
rinchiusi nei canili e lasciati morire di fame.
Alla vigilia della festa di Sant'Antonio Abate, nella notte del 16 gennaio, a San Bartolomé de Pinares, in provincia di Ávila (Castilla y
León), decine di cavalli e asini sono costretti ad attraversare le fiamme e a
camminare sui carboni ardenti, guidati dai loro fantini. E' una tradizione che
affonda le radici nel Medio Evo, quando si credeva che il fuoco purificasse
gli animali e gli spiriti maligni, ma oggi è considerata intollerabile dagli
animalisti. "La legge dice espressamente che gli animali non possono essere
oggetto di trattamenti antinaturali. E costringere un cavallo ad attraversare le
fiamme, quando per natura tende a fuggire dal fuoco, è totalmente contrario
alla legge" denunciano dall'Osservatorio di Giustizia e Difesa Animale.
Lascia anche perplessi che questa festa celebri Sant'Antonio Abate,
tradizionalmente considerato il protettore degli animali. A Madrid, per esempio,
nella stessa data non è raro vedere decine di persone che visitano la chiesa di
Sant'Antonio Abate per far benedire i loro animali domestici. Contraddizioni e
tradizioni di un Paese che ha un rapporto non ancora risolto con molte specie
animali.
Dalla galleria fotografica di elpais.com, una foto delle Luminarias.