Cesare Pascarella
Di Ruggero Morghen A Venezia nel 1915 muore Luigi Pastro, memorialista e patriota (era nato a Selva di Volpago nel 1822), che fu affiliato alla Giovane Italia e venne chiamato “eroe del silenzio”. Nel 1910 era stato nominato senatore. A Novara, dov’era nato, muore invece Silvio Pellini, filologo e critico che per molti anni insegnò al liceo d’Aosta e diresse il periodico letterario “Classici e neolatini”.
A Napoli si pubblica “I trattati intorno alle arti figurative in Italia e nella Penisola iberica”, opera di Achille Pellizzari, critico e storico della letteratura. Del 1915 è anche il Vocabolario pascoliano di Giuseppe Lando Passerini (1862-1931), bibliotecario alla Laurenziana di Firenze ed erudito. Seguiranno, del medesimo autore, il Vocabolario carducciano (1916) e quello dannunziano nel 1928. Con la prefazione di Scarfoglio e Lodi escono i Sonetti e altri versi – Il manichino, Memorie di uno smemorato, Gita sentimentale, Er morto de campagna – di Cesare Pascarella. A Città di Castello esce postuma, a cura di Tommasini Mattiucci, la Vita di Ugo Foscolo scritta da Giuseppe Pecchio cinque anni prima della morte, occorsa a Brighton nel 1835.
Flaminio Pellegrini, storico della letteratura formatosi alla scuola di Giosue Carducci (di cui godette la stima e la considerazione), è chiamato a far parte dell’Accademia della Crusca. Collaborerà attivamente alla compilazione del Vocabolario. L’indianista Paolo Emilio Pavolini, frattanto, insegna sanscrito a Firenze. Rimarrà nell’incarico fino al 1935. Francesco Carlo Pellegrini, invece, insegna italiano all’Accademia navale di Livorno, dove rimarrà fino al 1928.
Giovanni Costanzi firma la prefazione ai “Progetti e schizzi architettonici e decorativi” dell’amico Enzo Bifoli, suo compagno del Bivacco, il cenacolo artistico-letterario di cui facevano parte – tra gli altri – il poeta Rodolfo Fumagalli, il pittore Amos Nattini, il musico Pesenti, l’avvocato Balerna, i fratelli polacchi Kanemann e lo scultore Arrigo Minerbi, che solo l’anno prima aveva ritratto Giovanni Costanzi nell’Ascesi.
Appena fuori d’Italia, lo scrittore svizzero Charles Ferdinand Ramuz pubblica due importanti scritti di carattere autobiografico e programmatico, correlati ai suoi anni parigini: Raison d’être (Ragione d’essere), uscito nei Cahiers Vaudois, e – più ancora – L’exemple de Cézanne (L’esempio di Cézanne), dedicato al grande pittore francese, alla sua lezione e alla sua solitaria ricerca.
Questo ed altro accadde nel 1915, giusto cent’anni fa.