Piazza indipendenza a Kiev si chiama ora Piazza dei Cento Celesti, in ricordo dei morti della protesta (durata qualche mese da novembre fino alla fine di febbraio di quest’anno) che ha portato alla cacciata di Yanukovic e all’avanzamento di un diverso clan oligarchico filo-occidentale.
Ieri a Donetsk, nell’est del Paese, ci sono stati 200 morti, in una sola giornata di combattimenti. Tutti “separatisti” o, come meglio si dovrebbe chiamarli, componenti delle forze di autodifesa, nei cui ranghi stanno confluendo semplici cittadini non indifferenti alla prepotenza del governo centrale, che non vogliono piegarsi al ricatto dei golpisti della Capitale, autolegittimatisi con elezioni farsa.
E’ difficile persino fare un bilancio definitivo delle perdite subite perché la città si trova sotto il bombardamento della guardia nazionale ucraina che colpisce dal cielo con caccia ed elicotteri. In un giorno sono stati indistintamente abbattuti civili e miliziani, equiparati tutti a terroristi, minacciosi o meno che fossero. Oggi le cose non vanno meglio e si continua ad essere bersagliati dai proiettili esplosivi sparati da Kiev e vietati dagli accordi internazionali.
Almeno la metà di quelli ammazzati erano cittadini comuni, passanti ignari che si sono trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato. Anche nella macabra contabilità dei caduti Kiev resta indietro, molto indietro, rispetto al Sud-est ed il sangue versato dai suoi bulli, che si sono per lo più massacrati a vicenda o che sono stati presi di mira da cecchini stranieri, arrivati lì apposta per fomentare rabbia e caos, li priva dello statuto di eroi. Utili idioti, questo è il titolo che meritano con sommo disonore. La loro memoria si ferma ad un passo dalla fossa dove sono sepolti. Disonore che sta bagnando, con vergogna superiore, i vertici dello Stato ucraino. Un generale di Kiev (potete vederlo in foto) si inginocchia e consegna la sciabola a un diplomatico statunitense, l’ex ambasciatore degli Usa a Kiev John Tefft. Nel codice militare è la resa al vincitore. L’immagine vale più di ogni altro commento. Ecco come è ridotta l’Ucraina degli oligarshenko.
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