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I cento colori del blu di Amy Harmon

Creato il 24 aprile 2014 da Anncleire @anncleire

 I cento colori del blu di Amy Harmon

«Nessuno di noi è responsabile del luogo in cui è cresciuto, Blue. Ma nessuno di noi è costretto a restare dov’è stato gettato. Perché non guardi al tuo percorso futuro, invece che alla tua origine? Perché non ti concentri su cosa ti farà brillare, e non su ciò che ti fa rabbia? Non riesci a cogliere un elemento chiave della leggenda: forse la morale è che siamo stati tutti scolpiti, creati e formati dalla mano di un maestro. Forse siamo tutti opere d’arte».

“I cento colori del blu”, il cui titolo originale è “A different blue” è uno straordinario libro di Amy Harmon, che avevo presentato in anteprima qui e uscito lo scorso 3 aprile per Newton Compton Editori. Ho iniziato la lettura senza grosse aspettative, anche se molti miei followers ne avevano parlato in maniera molto entusiasta. Consigliatissimo da @Imma_Er, esperta di romance, pure non ero certa che mi sarebbe piaciuto. Ma più proseguivo, più mi sono dovuta ricredere, perché davvero l’ho adorato dalla prima all’ultima pagina. 

 

Tutti a scuola conoscono Blue Echohawk. Abbandonata da sua madre quando aveva solo due anni, Blue non sa se quello sia il suo vero nome né quando sia davvero il suo compleanno. Ma ha imparato a fuggire il dolore con atteggiamenti da ribelle: indossa sempre vestiti attillatissimi e un trucco pesante. E soprattutto il sesso è il suo rifugio, un gioco per dimenticare tutto, per mettere sotto chiave le sue emozioni. A scuola poi è un caso disperato. Eppure il suo nuovo insegnante di storia, il giovane Darcy Wilson, non la pensa così: Darcy crede in lei, e sa che Blue ha bisogno di capire chi sia prima di trovare un posto nel mondo. E così la sprona a guardarsi dentro e a ripercorrere il passato, a scrivere la sua storia, a dar voce alle sue emozioni. Tra i due nasce una grande amicizia, e forse, a poco a poco, qualcosa di più: un sentimento forte, travolgente, a cui ciascuno dei due tenta in tutti i modi di resistere…

 

Dimenticatevi per un momento della romance, questa è prima di tutto la storia di una ragazza che sembra perduta e ritrova lentamente chi è davvero.

Io sono nessuno. Tu chi sei? Questa la domanda che ricorre continuamente in uno spazio troppo limitato, che corre tra i banchi di una scuola nella periferia di Las Vegas con dei ragazzi cresciuti troppo in fretta e messi di fronte alla necessità di scegliere.

È Blue che racconta la sua storia, che ci mostra la sua vita, senza nascondere niente, in tutta la sua cruda onestà. Blue è una ragazza che non ha avuto una vita semplice, la sua è una storia che inizia ad una stazione di servizio e si conclude in mezzo al deserto. Niente arriva in maniera semplice, il lettore viene precipitato in mezzo agli eventi e ne diventa l’osservatore impotente. La Harmon non regala sconti, Blue è una di quelle ragazze indurite dalla vita, che nessuno considera, tutti tengono da parte perché in qualche modo se ne sentono minacciati. Ignorata, ma allo stesso tempo al centro della scena. Piena di colori, abiti attillati che attirano l’attenzione solo dove vuole lei, sul suo corpo, ma occludono completamente alla vista le sue vere emozioni e tutto ciò che la rende una persona meravigliosa. Rivestita da un’armatura di sarcasmo e rabbia, Blue affronta la vita come un soldato, rilassandosi solo nel laboratorio in cui lavora con il legno. Non ricorda molto, sa solo quello che le hanno raccontato. Questa incertezza, questi segreti che la perseguitano, la portano a circondarsi di personaggi poco raccomandabili e a ricercare la pace tra le braccia di qualche ragazzo intenzionato solo a prendersi il suo piacere.

Tutto sembra cambiare quando a scuola arriva il nuovo docente di Storia Europea Darcy Wilson. Inglese, affascinante, serio, colto e deciso a non lasciarsi segnare dalla durezza di Blue. Il personaggio di Wilson non è solo il ricevente delle attenzioni amorose di Blue, ma anzi inizialmente abbiamo un rapporto quasi formale, che si accresce di piccoli atti e gesti che li mettono nella condizione di diventare amici. Un’amicizia tenera e utile per entrambi, ma soprattutto per Blue.

«È vero, Wilson, sei bravissimo. Un po’ troppo per una come Blue Echohawk, ma lo sapevamo già tutti e due».

Per la ragazza Wilson diventa una guida, un confidente, un aiuto vero nelle complicanze che viene ad affrontare. Scelte difficili e crescita personale che li portano ad avvicinarsi sempre più.

Nonostante Wilson sia un personaggio positivo, rimane comunque lontano dall’essere uno di quei protagonisti maschili di cui innamorarsi a prima vista. Piuttosto Wilson è un ragazzo con difetti e mancanze che lasciano il lettore con la sensazione di conoscerlo davvero e di potersi confrontare con lui. Appassionato di storia e di uomini, suona il violoncello, ha l’humor e la classe di un vero gentiluomo britannico eppure, eppure resta un po’ rude e anche cieco.

Ecco che allora il loro rapporto è molto altro, è crescita e collaborazione, ma la cosa che più mi ha colpita e affascinata è la caratterizzazione di Blue. Davvero la Harmon è stata straordinariamente brava nel regalarci un personaggio a tutto tondo, che cresce, commette degli errori ma ne paga le conseguenze, scoprendo cose di sé che non avrebbe mai immaginato. Ci sono dei passaggi meravigliosi, che uniscono leggende indiane e credenze personali, per donarci degli spunti di riflessione meravigliosi: perché ci sono disuguaglianze sociali, da dove nascono le lotte, che cosa significa pregare, il concetto di redenzione, l’arte. Per non parlare dei personaggi storici citati a lezione: soprattutto Giulio Cesare e Giovanna d’Arco. Anche il concetto di storia personale e di etichette che ci vengono affibbiate mi hanno molto colpita. E la Harmon è favolosa perché non dà risposte univoche, ma lascia nella condizione di riflettere e di giungere alla propria risposta. Credo che un libro per essere davvero d’impatto ti debba lasciare nella condizione di aprire la mente e ripensare e digerire quanto letto.

Non ci sono tantissimi personaggi secondari, ma una menzione speciale sicuramente se la merita Tiffa la sorella di Wilson, che io ho letteralmente adorato dal primo momento in cui è comparsa. Davvero spassosissima, divertente, ironica, gentile, incoraggiante e appassionata del suo lavoro. Una donna unica, da conoscere.

L’ambientazione risulta molto particolare, una cittadina nel cuore del deserto del Nevada, a poca distanza da Las Vegas, che resta comunque un paese di provincia. Con tutti gli stereotipi della provincia americana. Una cittadina arrostita dal sole del sud e che nasconde drammi vite, ma che per fortuna non riesce ad ingurgitare la nostra protagonista.

Il particolare da non dimenticare? Una coperta…

Una storia scritta divinamente, che investiga davvero sulla vita di una giovane donna che si mette in gioco, cresce, si evolve e scopre chi è, in un tumulto di sentimenti e segreti, che permettono di avvicinarsi a lei e amarla nonostante tutto. Un libro che prima di essere romance è uno scorcio di esistenza che ha tanto da dire e molto da insegnare. Scritto divinamente è un must read, uno di quei libri a cui continui a pensare anche a distanza di tempo. Non vedo l’ora di leggere gli altri libri della Harmon.

Buona lettura guys!

 

I cento colori del blu di Amy Harmon

 

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